PRESIDENTE BRUSAFERRO IN CONFERENZA STAMPA: ''SIAMO ARRIVATI AL PLATEAU, PIANORO DA CUI DOBBIAMO SCENDERE''; AL LAVORO PER AMPIE INDAGINI SU POPOLAZIONE; RIAPERTURE GRADUALI ''NON BISOGNA MOLLARE, SEGUIRE NORME''

CORONAVIRUS: ISS, ”SIAMO AL PICCO MA SERVE CAUTELA, TEST PIU’ RAPIDI PER ANTICORPI”

31 Marzo 2020 16:20

Italia -

ROMA – “Dire che siamo arrivati al plateau vuol dire che siamo arrivati al picco, ma il picco non è una punta bensì un pianoro da cui ora dobbiamo discendere”. 

Lo ha detto il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro alla conferenza stampa all'Istituto.

Proprio perché il picco “non è una 'punta' ma un pianoro – ha spiegato Brusaferro – ora dobbiamo scendere dall'altra parte”. 

Bisogna però “essere cauti poiché dalla situazione di pianoro l'epidemia può ripartire se molliamo rispetto alle misure di contenimento e isolamento in atto”. 

L'indice di trasmissione del nuovo coronavirus, il cosiddetto R con zero, “è vicino all'uno (ndr ovvero un positivo ha la potenzialità di infettare una persona) ma dobbiamo arrivare sotto il valore uno”,ha chiarito.

“Stiamo monitorando il parametro R con zero e abbiamo segnali che siamo vicini al valore uno, anche se ci sono variazioni da Regione a Regione”, ha sottolineato Brusaferro.





Il valore uno, ha chiarito, “indica che c'è una linea continua, costante, dell'indice di trasmissione del virus, ma questo vuol dire continuare a vivere in emergenza. L'obiettivo è dunque arrivare al valore zero, ma sarà difficile finché non disporremo di un vaccino”. L'obiettivo più immediato è pertanto “puntare a mantenere R con zero sotto 0,5 e questo si può fare continuando a mantenere misure efficaci. Infatti, se le misure non saranno sufficienti, ciò vuol dire che l'epidemia ripartirà”.

Insomma, “dobbiamo scendere sotto il valore uno e poi arrivare allo zero che, però, raggiungeremo probabilmente tra mesi”. 

E ancora: “Declinandolo nelle tre aree, abbiamo quella a più alta circolazione al nord, una intermedia con alcune migliaia di casi e altre che sono con un numero contenuto di casi, a limitata circolazione”, ha concluso, dividendo di fatto l'Italia in tre fasce per intensità e aggressività del contagio.

Brusaferro ha sottolineato che i dati “ci dimostrano che le misure stanno funzionando”.

Per fare indagini di popolazione “ampie servono test più rapidi per la ricerca degli anticorpi. Stiamo pensando di fare questo tipo di indagine e stiamo mettendo a punto le tecnologie per poterlo fare”, ha aggiunto Brusaferro.

Dunque, “stiamo lavorando per poter fare a stretto giro un'indagine di prevalenza sierologica sulla popolazione. Infatti avere una stima in tempi rapidi su un campione significativo della popolazione è molto importante per avere una stima reale dei casi”.





Ad oggi, ha concluso, “dobbiamo accontentarci di modelli che partono da assunti, per cui modelli diversi potrebbero dare risultati diversi”.

Per quanto riguarda eventuali riaperture non potranno che essere graduali. 

“Le scelte che dovranno essere prese durante la fase di curva discendente – ha detto Brusaferro – dovranno evitare comunque di perdere il controllo dell'epidemia”. 

“Ipotizzando la ripresa di alcune attività – ha aggiunto – bisognerà comunque tenere sotto controllo strettissimo i moltiplicatori dell'epidemia, tra cui le case di cura”. Secondo Brusaferro è comunque prematuro immaginare qualunque misura perchè “occorre vedere la velocità di discesa della curva e ad oggi è difficile immaginare un azzeramento dei contagi”. 

E per le mascherine “la capacità di filtrare i microrganismi diventa un fatto fondamentale per le persone”. 

In questa fase, ha chiarito il presidente Iss, “dobbiamo abbinare il supporto a questo enorme sforzo di riconversione con la garanzia che gli standard delle mascherine sono tali da poterle garantire. Abbiamo dato tutte le specifiche alle aziende per realizzare mascherine da poter usare ed abbiamo dato 80 autorizzazioni a produrre in attesa di ricevere le prove tecniche delle capacità di filtraggio delle mascherine. Ma intanto le aziende possono produrre”.

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