CORONAVIRUS: COMITATO AREA BLU, ”COME DEVE CAMBIARIE SANITA’ TERAMANA”

2 Marzo 2020 15:10

Teramo - Cronaca

TERAMO – “L’emergenza Coronavirus che in queste ultime settimane ha interessato, in maniera diretta, anche il nostro territorio ha evidenziato una serie di criticità nei servizi sanitari territoriali della nostra provincia che devono essere affrontate con soluzioni immediate per superare le difficoltà contingenti programmando al contempo la sanità del futuro”. 

Lo affermano in una nota i rappresentanti del comitato promotore del Coordinamento Amministratori e Cittadini, Area blu, che propongono una serie di spunti di dibattito al fine di stimolare un reale confronto su questi delicati temi.

“L’auspicio è che questi semplici, ma interessanti punti di riflessione possano dar vita ad un dibattito concreto, franco, ma soprattutto costruttivo per l’intero territorio teramano, che possa andare al di là dei soliti campanilismi che, negli anni, hanno bloccato ed ingessato la crescita dell’intera macchina sanitaria nella nostra provincia. L’obiettivo deve essere una sanità migliore e più funzionale per tutti e non avere un ospedale, un presidio o un semplice ambulatorio il più vicino possibile al proprio comune –  dichiara il portavoce di Area blu, Carlo Simone





“Tengo a precisare che questo documento è il frutto di un importante lavoro messo in campo da parte del tavolo della Sanità della nostra piattaforma umana, un grande lavoro di squadra fatto da professionisti del settore che insieme a noi hanno posposto le volontà dei singoli alle ragioni di un gruppo, con l’unico obiettivo quello di fare proposte per tutelare la salute pubblica. Da parte dell’intero comitato promotore del Coordinamento Amministratori e Cittadini – AREA BLU ci teniamo a ringraziare il personale medico, infermieristico e l’intero comparto sanitario ed amministrativo della Asl di Teramo per l’ottimo lavoro che ha svolto e continua a svolgere in queste settimane di grande apprensione per la nostra collettività, la buona sanità parte da loro che, ogni giorno e al di là dei problemi, danno il massimo per questo territorio ed il buon nome della sua sanità”, conclude Simone. 

I PUNTI CRITICI
 
a) Carenza di personale. Stiamo assistendo a stravolgimenti nei turni dei servizi, nei riposi del personale chiamato ad affrontare, con dedizione, straordinari e turni aggiuntivi. Non è più rinviabile l’adeguamento delle piante organiche necessario sia per le emergenze sia perché il bisogno di salute e di sanità dei cittadini è aumentato.

b) Reintroduzione delle indennità di rischio per il personale dell’Emergenza Urgenza: è necessario adeguare economicamente ed incentivare il personale chiamato alle situazioni più a rischio ed alle situazioni di emergenza urgenza. Il lavoro del personale va differenziato per valore e rischio.

c) Strutture inadeguate. Le nuove emergenze hanno posto in evidenza che le richieste di sanità sono cambiate. La sanità è oramai quasi tutta basata sulla strumentazione; è finito il periodo della buona volontà del personale medico e paramedico. Tutti gli operatori vanno tutelati con attrezzature e strutture adeguate.





d) Riorganizzazione servizi territoriali. Va riorganizzata la filiera dell’assistenza territoriale. I servizi di guardia medica vanno aggregati in punti strategici, dove far lavorare insieme più medici con un minimo di dotazione strumentale e collegamento con strutture di maggiore livello. Deve essere incentivata la prenotazione telematica per l’accesso ai servizi sanitari: i codici bianchi e verdi devono prenotare per via telematica l’accesso ai punti di soccorso sanitario. È inutile far aspettare ore ed ore per una consulenza medica; l’esperienza delle prenotazioni telematiche delle visite pediatriche insegna.

e) Riorganizzazione dei servizi ospedalieri. Pensare il nostro territorio come un’unica rete ospedaliera, integrata nelle funzioni, con competenze differenziate ma collegate da un sistema di interconnessione telematica ed umana che permetta una gestione coordinate dei servizi ospedalieri. Deve essere rilanciato il modello Hub & Spoke di “Ospedale Unico Diffuso” per non sguarnire nessuna realtà dei necessari servizi sanitari. 

f) Sburocratizzare l’accesso ai servizi. I pazienti sono chiamati ad un continuo ping pong tra servizi ospedalieri e medicina territoriale.

g) Differenziazione netta dei servizi di diagnostica fra servizi territoriali e ospedalieri. L’ospedale solamente luogo di ricovero con la sua diagnostica. Il territorio con un’altra distinta diagnostica. Realtà diverse, distante tra loro, ma unite da servizi informatici, con realizzazione immediata del Fascicolo Elettronico.

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