NUOVA PUNTATA DELLA SPACCATURA INTERNA AGLI INDUSTRIALI: EX PRESIDENTE CONSIDERATO CAPO ''OMBRA'' SI CANDIDA PER REGIONALE, SUO ''DELFINO'' NEL CICLONE PER LE ASSENZE. TANTI I NODI

CONFINDUSTRIA AQ: ANCORA CAOS, FRACASSI ‘PUNTA’ VERTICE ABRUZZO, ACCUSE A PODDA

14 Settembre 2019 07:43

L'Aquila - Economia

L'AQUILA – Da presidente “ombra” della provincia dell’Aquila a candidato alla presidenza di Confindustria Abruzzo con manovre considerate “non chiare e solo tendenti a gestire pesonalisticamente l’ente”: è questo il motivo principale di una nuova, ed ennesima puntata dei profondi dissidi interni agli industriali del capoluogo, da anni alle prese con una irrisolta spaccatura nel consiglio direttivo.

E il protagonista da anni è sempre l’ex presidente, l'avezzanese Marco Fracassi, amministratore unico della Fama Plast Srl,  che benché uscito di scena nel gennaio scorso, secondo la minoranza di Confindustria, che tuttavia non parla pubblicamente, ha sempre mantenuto il controllo dell’associazione, che per la verità ha perso nel corso del tempo autorevolezza tra le aziende (vedi le revoche delle affiliazioni) e appeal sul territorio.

E Fracassi, che comunque è presidente onorario e consigliere, una delle cinque cariche mantenute, tra cui la vice presidenza della Camera di Commercio della provincia dell’Aquila, che sta certo meglio di Confindustria, si accinge alla scalata degli industriali abruzzesi, visto che il presidente uscente, il teramano Agostino Ballone, patron della società di autolinee Baltuor,  è in scadenza.

E a tale fine giova, e di molto, l'essere presidente “ombra”, questa l'accusa dei suoi detrattori, della Confindustria aquilana,  visto che il nuovo presidente, eletto a fine gennaio, Riccardo Podda, responsabile risorse umane della Thales Alenia Space dell'Aquila, è considerato un suo “delfino” devoto, oltre che una sua “invenzione”. Podda inoltre è già oggetto di pesanti rilievi da parte della minoranza, in primis per la sua puntuale assenza in occasione dei passaggi istituzionali e gestionali, cruciali per la vita dell'associazione degli industriali.

E' grazie  soprattutto al sostegno di Fracassi, che Podda ha avuto la meglio a fine gennaio, su Fabrizio Famà, direttore Risorse umane e Affari generali di LFoundry, impresa di Avezzano che produce componentistica per alta tecnologia. Un epilogo che ha segnato la vittoria di un gruppo a trazione “pubblica”, cioè con grandi imprese come ad esempio Enel, che non avrebbe in campo interlocutori gravati da impegni e quindi non sempre predenti, a tutto vantaggio di Fracassi e soci.

E’ in questo quadro di conflittualità e di tensioni in cui Confindustria sembra ferma in tutte le attività più importanti e strategiche. In primis la fusione con i cugini di Teramo, una clamorosa incompiuta, che pure Fracassi prima e Podda poi hanno individuato come la priorità assoluta, e che a novembre 2018, ha avuto voto favorevole dal 75 per cento dall'assemblea degli industriali.

Ad essere più tiepido sulla fusione era invece lo sconfitto Famà, come parte del mondo industriale aquilano, che teme di perdere centralità e autonomia decisionale, a vantaggio dei teramani.





Confindustria è del resto nella bufera da alcuni anni: la fusione tra le due associazioni è saltata a seguito dei vari dossier anonimi, su presunti casi  d’irregolarità contabili e di dissesto documentale  che hanno portato nel marzo 2018 al licenziamento del direttore aquilano, Carlo Imperatore, proprio nella riunione del Consiglio direttivo che avrebbe dovuto sancire l’unione delle due realtà, con accuse mai provate tanto che Imperatore ha fatto causa, e Confindustria rischia di dover corrispondere un salato risarcimento.

In quel caso è spuntato fuori anche un documento che delineava tempi e modi della fusione, in cui inusualmente si inserivano anche i nomi dei vertici del nuovo soggetto: nel ruolo di presidente della Confindustria unica, Marco Fracassi, che così con un soggetto diverso avrebbe avuto un altro mandato nonostante fosse in scadenza nel provinciale, in quello di direttore generale, Imperatore, che popi dopo quell’episodio ha rotto con lo stesso Fracassi del quale era amico.

Ed ancora: come vice presidente, Cesare Zippilli, presidente di Confindustria Teramo, e come vice direttore generale, il componente del collegio sindacale degli industriali teramani, Luciano De Remigis.

Un assetto spostato nettamente a favore dell’Aquila, sostenuto stando al documento, dal presidente regionale, Ballone, in cambio, questo si è insinuato, dell’appoggio alla candidatura di sua figlia, Antonella Ballone, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo, alla presidenza della Camera di Commercio Gran Sasso d'Italia, che dovrebbe nascere dalla fusione anche qui tra gli attuali enti aquilani e teramani. Altra fusione finora rimasta al palo.

Altre accuse hanno in seguito riguardato Fracassi, per i troppi incarichi ricoperti,  oltre a quello di presidente della Confindustria l'Aquila, Fracassi era, ed è ancora, a capo dell'Osa Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno,  società partecipata, che ha come  scopo la consulenza aziendale e l’organizzazione di eventi, trasformata da societ'' in fondazione l'11 settembre scoorso, a compimento di un progetto avviato a novembre 2018. E ancora  è a capo di Italconfidi Teramo, di Unica Energia,  società consortile promossa da Confindustria L'Aquila con l'intento di affiancare le imprese associate negli approvvigionamenti di energia elettrica e gas naturale, ed è infine vice presidente della Camera di Commercio della provincia dell’Aquila.

Intanto non è un avvio facile, per il suo successore Podda, visto che cresce il malcontento, in seno a Confindustria, per la sua “assenza e latitanza”.

Ultimo caso una conferenza stampa sulla restituzione delle tasse sospese dopo il sisma 2009, problematiche relative al genio civile e alla ricostruzione e sulle politiche di marketing territoriale, nei giorni scorsi nella sede di Confindustria al nucleo industriale di Pile a L'Aquila, dove Podda non c'era e i relatori sono stati Ezio Rainaldi, delegato alla ricostruzione di Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno, e Francesco De Bartolomeis, direttore di Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno.

Una conferenza stampa non certo di secondaria importanza, dove gli industriali hanno lanciato un appello al nuovo governo volto a far riprendere in mano il dossier tasse, e le trattative con Bruxelles visto che la scadenza oltre la quale 127 imprese e professionisti rischiano di dover restituire fino a cento milioni di tasse sospese per 18 mesi dopo il sisma del 2009 considerati dall'Ue aiuti di stato, è fissato per il prossimo 31 dicembre.





Ed è solo l'ultimo episodio, evidenzia il fronte critico, visto che Podda ha bucato tutti o quasi  gli appuntamenti istituzionali. Ad esempio l'incontro con il presidente della Regione, Marco Marsilio, e l'assessore alle Attività produttive Mauro Febbo del 6 agosto, in occasione del convegno  “Imprese e territorio resilienti”, del  29 Maggio all'Auditorium Dompè, per non parlare dell'assenza di Podda in tutte le riunioni degli organi direttivi di Confindustria Abruzzo.

Forti malumori suscita l'eccessivo interesse speso, e ritenuto non prioritario, per la trasformazione in fondazione di Osa, di cui come detto Fracassi è presidente. Come spiegato da Podda, la fodazione avrà come obiettivo “la promozione di attività di formazione, studio e ricerca e l'accrescimento della competitività del sistema imprenditoriale della provincia dell'Aquila”. I membri della Fondazione si divideranno in fondatori e sostenitori, e i primi saranno chiamati a rinnovare il cda, nel quale siede anche il fedelissimo di Fracassi, Stefano Maccallini. Anche lui nell'occhio del ciclone, a seguito di un incarico attribuito da Fracassi a direttore di Unica Energia. Maccallini, per un periodo è stato componente del consiglio direttivo di Confindustria, dal quale si è dimesso in seguito al rilievo di alcuni consiglieri rappresentato dal fatto che la presenza non sarebbe stata legittima non essendo, Maccallini, titolare di una impresa.

In ogni caso la trasformazione di Osa in fondazione, si contesta, è una delle tappe, certo, del percorso di aggregazione con Confindustria Teramo, ma ritenuta non la più importante, mentre, questa l'ennesima critica,  ben altri sarebbero i temi di cui Confindustria si dovrebbe occupare,  come le infrastrutture, la Zona economica speciale (Zes), l'accesso al credito, e i tanti ed enormi problemi che riguardano le aree interne.

Si lamenta poi che Confindustria L'Aquila è paralizzata per quanto riguarda le politiche e le iniziative a sostegno delle piccole imprese, tematica affidata da Podda  al vice presidente Roberto Manfredini,  e per il mancato avvio delle procedure per il rinnovo del Comitato Piccola Industria, bloccato ormai dal 2016.

E ancora, la decisione del presidente di aprire nuovi uffici ad Avezzano, fortemente voluti dal suo mentore Fracassi, ha provocato malumore tra i soci considerato che le attività associative che vi si organizzano sono rare e non giustificherebbero un impegno di spesa così rilevante,  e contrasterebbero “l'aquilanità” della Confindustria  provinciale.

Per il fronte “malpancista”, insomma si è concentrata quasi esclusivamente sull'indagine contributiva dei soci, in una situazione dove però si moltiplicano le defezioni.

Altro motivo di dibattito e spaccatura, si apprende da fonti interne, è legato anche al fatto Fracassi, da presidente “ombra” decide in prima persone strategie ed iniziative esterne e di comunicazione. red

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