COMUNALI: A PESCARA E TERAMO SI FREME 9 GIORNI DI FUOCO VERSO I BALLOTTAGGI

di Filippo Tronca

31 Maggio 2014 08:09

Regione - Politica

PESCARA – Teramo e Pescara l'8 giugno torneranno a votare al ballottaggio per scegliere il sindaco.

A Teramo è la candidata del centrosinistra Manola Di Pasquale a dover recuperare in una partita disperata quasi 30 punti percentuali per detronizzare il sindaco uscente Maurizio Brucchi, sperando nel'effetto onda dell'affermazione di Luciano D'Alfonso alle regionali.

A Pescara invece a inseguire è il sindaco di Forza Italia Luigi Albore Mascia, e il candidato del centrosinistra Marco Alessandrini, che considera i ballottaggi una formalità. Facciamo dunque il punto.

QUI TERAMO

Si annunciano 9 giorni di passione a Teramo, che dovrà tornare a votare per scegliere il suo sindaco, dopo  che il candidato del centrodestra e primo cittadino uscente Maurizio Brucchi, ha mancato il successo al primo turno per una manciata di voti, fermandosi al  49,7% dei consensi, e deve quindi andare allo 'spareggio' con la candidata del centrosinistra Manola Di Pasquale, che dovrà compere il miracolo di raddoppiare il suo  25% , recuperando oltre 8 mila voti di distacco.

Brucchi iera è tornato campagna elettorale sotto un gazebo montato a iazza Martiri. Si è dettp sereno, ed è certo che gli basterà convincere tutti i teramani che l’hanno votato al primo turno di tornare a farlo l’8 giugno.

Ma la partita si giocherà anche per vie legali: pronto infatti un ricorso al Tar da parte del centrodestra in attesa dell'esito del secondo turno elettorale.





Frenetiche ore di telefonate e trattative invece per la Di Pasquale. Per riuscire nell’impresa non basterà l’appoggio già assicurato dal neo presidente Luciano D’Alfonso.

Bisogna intanto convincere tutti gli altri candidati sindaci ad appoggiarla, sperando poi che gli elettori facciano altrettanto.

Per ora quelli che si detti disponibili Gianluca Pomante, candidato di Teramo 3.0 che al primo turno ha preso un buon  7,7% pari a  2.580 voti e Graziella Cordone, aspirante sindaco di Città di Virtù e Sinistra PartecipAttiva, che ha preso il 4,07% (1346 voti).

Il movimento 5 stelle che ha candidato  Fabio Berardini ottenendo l'8,1 per cento (2701 voti), ha già risposto picche all’accorato appello della Di Pasquale.

“Arriva il ballottaggio – spiegano in una nota i M5s teramani – e di colpo è tutto un fiorire di ammiccamenti, occhiolini, proposte, offerte, offri cinque e prendi duemila!  Tutto da copione: è la politica, baby! Anzi, è la vecchia politica di sempre. Per chi non lo ha ancora capito, per chi si ostina a non capirlo, il Movimento è altro da questo. Il Movimento ha già chiarito da tempo, durante la campagna elettorale e a scanso di equivoci, che non avrebbe fatto apparentamenti né  sostenuto altri candidati in caso di ballottaggio. Come a suo tempo stabilito, verrà lasciata agli attivisti e ai simpatizzanti la libertà di valutare e di decidere: anche loro hanno gli anticorpi rispetto al virus del “chi offre di più” che già si sta propagando”.

Si spende per la Di Pasquale anche l’ex candidato sindaco Paolo Albi, sconfitto da Bucchi 5 anni fa, e candidato quest’anno senza successo alle regionali, il quale auspica “un quadro di alleanze ampio e arioso, basato su assetti del tutto innovativi e di cambiamento” tra tutti i candidati che si via di un impegno comune “per portare a compimento la Liberazione di Teramo “.

E a proposito di “ammiccanti e occhiolini” evocati dall’M5s: tirato per la giacchetta da destra e da sinistra è il candidato Berardo Rabbuffo, ultimo con il 2,6 per cento. Ora però i suoi 864 voti potrebbero risultare decisivi. E Rabbuffo  che si definisce uomo di destra, ex consigliere di Futuro e Libertà, ma che  alle comunali si è presentato assieme al centro democratico,  potrebbe optare per un appoggio più o meno dichiarato, sia a destra che a sinistra.

QUI PESCARA





“Finalmente il popolo di centrodestra vive una giornata indimenticabile”. Ha usato toni trionfali Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ufficializzando l'apparentamento, in vista del ballottaggio dell'8 giugno, con Guerino Testa, candidato sindaco del Nuovo centro destra presidente uscente della Provincia di Pescara, riunendo così il fronte diviso del centrodestra pescarese.

La partita  sarà comunque tutta in salita per il sindaco uscente candidato con Forza Italia  e che al primo turno ha preso il  22,8  per cento contro il 43 per cento del candidato del centrosinistra Marco Alessandrini, del Pd, candidato del appoggiato da sei liste. Il 12 per cento dei consensi di Guerino Testa  potrebbero non bastare per riuscire nell’impresa. Per non parlare degli eventuali voti dei candidati delle liste civiche Roberto De Camillis che ha ottenuto l' 1,99% pari a 1381 voti e di Vincenzo Serraiocco, 0,7 pe cento pari a 493 voti, che hanno già aperto all'appoggio a Mascia.

Alessio Di Carlo, poco più di 400 voti, candidato sindaco de la Grande Pescara, non ha invece accettato la proposta del primo Cittadino.

Consapevole della necessità di giocare la partit ain pressing, Mascia ha subito invitato Alessandrini a misurarsi in un confronto pubblico in piazza Garibaldi, “ senza filtri e senza rete,  armati di un semplice microfono, e con la regola inderogabile del fair play, per raccontare alla città cosa vogliamo fare nei prossimi cinque anni ”

Alessandrini però con coretese e beffardo fair play, ha ripsto che purtroppo è cotretto a declinalre l'invito, “essendo impegnato in altre piazze della campagna elettorale.

E attacca poi  il sindaco uscente  a seguito della sua repentina decisione di riavviare i lavori sulla strada Parco . “Avevamo tutti sperato – ironizza il candidato sindaco del centrosinistra – che l’ultimo stop al cantiere della filovia fosse una svolta ambientalista o di avallo di ciò che il Pd reclamava da tempo  e invece no, ci eravamo tutti illusi. Infatti il Sindaco uscente appena ha ritrovato la pace con Testa, ha riaperto immediatamente il cantiere. Passata la voglia di mettere i bastoni fra le ruote di Testa – sottolinea Alessandrini -, con il cantiere richiuso una settimana fa per ripicca, torna ad essere aperto solo perché l’accordo con l’ex rivale è cosa fatta. E dov’è finito il bene dei cittadini? L’opinione della comunità per Mascia conta solo per i pubblici confronti che lui organizza?”

Si tira fuori infine  Enrica Sabatini, candidata del Movimento 5 Stelle, che ha ottenuto  il 16% per cento,  e che dice no a qualsivoglia apparentamento.

“Ogni cittadino valuterà il lavoro fatto da Mascia e da Alessandrini e deciderà. Una cosa è certa: in consiglio comunale faremo un'opposizione costruttiva”.

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