CINEMA: AVATI A VASTO, SONO UN FALLITO, NON HO FATTO FILM VITA

21 Agosto 2011 19:06

Chieti - Cultura

VASTO – “Io mi sento un fallito, nel senso che non ho fatto il film della mia vita, quello che avrei potuto o dovuto fare. Per questo motivo nutro una particolare solidarietà con attori che sono stati emarginati per qualche motivo, come Carlo delle Piane, che fu allontanato dal cinema per il suo aspetto fisico. Ebbene averlo fatto lavorare e vederlo poi prendere addirittura è stata una soddisfazione enorme”.





Il regista Pupi Avati si è messo a nudo nella penultima serata del Vasto Film Festival 2011. Un’ora abbondante di ricordi e di racconti come mai Avati aveva fatto nel passato.

“Se il cinema si mette a raccontare il reale – ha continuato il settantaduenne regista bolognese – compie un’operazione rinunciataria. A parte il neorealismo, che è stata un’esperienza straordinaria, il cinema è lo strumento, il veicolo migliore con cui poter produrre il travisamento della realtà. Il cinema può permettersi di dire bugie e per questo é un mezzo straordinario”.





Stimolato a spiegare come riesca a far recitare bene gli attori nei suoi film, Avati ha svelato la ricetta gli rivelò Vittorio de Sica quando doveva fargli da aiuto regista in un film su Rodolfo Valentino, film che poi purtroppo non si fece più perché lui si ammalò.

“Uso un affetto sincero verso gli attori che lavorano con me – ha concluso Avati – tutti pensano che gli attori siano delle persone piene di sé, che siano boriosi e a volte arroganti. In realtà sono fragili e insicuri e quindi attraverso l’affetto che ho verso di loro li rassicuro, divento per loro un medico, un confessore e loro mi ripagano dando il meglio di loro stessi e rivelando capacità spesso inaspettate”.

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