CAVALIERI NEL VENTO: AD URBINO FILM SUL CANTAUTORE TERAMANO IVAN GRAZIANI

1 Giugno 2019 07:00

Regione -

TERAMO – Per sei settimane Urbino in Umbria si trasformerà in un set cinematografico: 500 comparse, centinaia di operatori dello staff e del cast per onorare la memoria del cantautore teramano Ivan Graziani e nello stesso tempo di valorizzare la storia, la tradizione e il patrimonio artistico e culturale di Urbino. 

“Cavalieri nel vento”, film biografico sull'autore di 'Agnese, dolce Agnese', parte da una proposta di Svim (Società Sviluppo Marche) che ha messo insieme il gruppo di lavoro formato da professionisti con esperienza decennale nel mondo del cinema, della musica e dello spettacolo, con la collaborazione e il sostegno di Anna e Filippo Graziani, moglie e figlio dell'artista nato a Teramo, ma marchigiano d'adozione, che all'Accademia di Belle Arti di Urbino si è diplomato pittore nel 1968.  Sua passione era però il disegnare: eseguiva cartoon e riusciva a guadagnare 120 mila lire a striscione per una rivista pornografica svedese. In merito Graziani ha dichiarato che la particolarità delle sue strisce era il fatto che consentissero alla mente del lettore di “spaziare”: personaggi che “ricordavano quelli che si possono vedere su Linus, solo che erano pupazzetti scopatori”.

Prevista la produzione di un lungometraggio, la realizzazione di un disco tributo e la messa in scena di un musical.

“Credo che questa iniziativa sia nata sotto l’influsso positivo delle stelle – ha sottolineato Anna Bischi Graziani – dove la più splendente è quella che illumina l’amicizia. È bellissimo che così tante persone e tanti amici vogliano ricordare in maniera così affettuosa Ivan, sono veramente tantissimi e, fra questi, mi sento in dovere di citare Gianluca Carrabs che non è solamente un carissimo amico, ma anche la persona che si è spesa tantissimo in questa iniziativa, senza di lui tutto questo non si sarebbe mai potuto realizzare. Tutto per me inizia qui ad Urbino, non si poteva scegliere posto migliore. La vita è strana, a volte difficile, a volte imprevedibile, credo che tenere a battesimo questa iniziativa sia un regalo che la vita, in questo preciso momento, mi ha voluto donare e lo accetto di cuore, perché è magnifico”.





Ivan Graziani è nato il 6 ottobre 1945 a Teramo da padre abruzzese e madre sarda di Alghero, anche se si è diffusa una leggenda metropolitana, smentita dal fratello Sergio, secondo la quale Ivan sarebbe nato sul traghetto Olbia-Civitavecchia (da cui l'origine del nome “Ivan”, “navi” al contrario. E' morto per un tumore al colon, nel gennaio 1997, all'età di 51 anni.

La sua carriera di cantautore decolla nel 1974 con l'LP “La città che io vorrei”, e due anni dopo sono sue le chitarre nell'album di Lucio Battisti “La batteria, il contrabbasso, eccettera”. Ed è proprio il grande Battisti il primo a credere in lui. Sempre nel 1976 esce un disco pubblicato dalla casa discografica Numero Uno, proprietà del duo Mogol-Battisti: “Ballata per 4 stagioni”. 

L'anno seguente Ivan Graziani ci riprova e il dolce brano “Lugano addio” trova i primi riscontri tra il pubblico, che così lancia di fatto l'album “I lupi”. E' la sua prima vera gratificazione, con quasi diecimila copie vendute.

Nel 1978 ancora un nuovo album, “Pigro”, quello della consacrazione: le canzoni “Monna Lisa”, “Pigro” e “Paolina” sono veri e propri tormentoni, riproposti in continuazione dalle radio del periodo.

Sono questi gli anni in cui Ivan Graziani è sulla cresta dell'onda, gli anni in cui il pubblico lo segue con quella fedeltà poi scemata nel decennio successivo. Nel 1979 “Agnese” diventa un hit, mentre nel 1980 “Firenze (Canzone triste)” rende Ivan Graziani la stella musicale del momento.





Gli ingaggi per lui si sprecano. Viene chiamato a comporre la colonna sonora de “Il grande ruggito” e nel 1981, oltre a produrre “Seni e coseni”, compare nel film “Italian boys”.

I suoi successivi lavori, “Ivan Graziani” e “Nove”, “Sola” ed il classico lento “Rosanna non sei tu”) “Ivangarage” non ottengono il consenso sperato. 

I giovanissimi lo scoprono con “Maledette Malelingue” nel Festival di Sanremo del 1994, a cui Ivan aveva già partecipato nell'edizione del 1985 con “Franca ti amo”. 

 

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