CALCIO: SEDE COMITATO LEGA DILETTANTI, PAPPONETTI ”SI POTEVA FARE PRIMA E MEGLIO”

di Alberto Orsini

17 Febbraio 2018 08:30

L'Aquila - Sport

L’AQUILA – “L’apertura della nuova sede all’Aquila del Comitato regionale della Lega nazionale dilettanti è una gran bella notizia: peccato che si potesse realizzare in meno tempo, spendendo meno soldi e facendola di dimensioni maggiori, per di più facendo risparmiare le società”.

A sostenerlo ad AbruzzoWeb è Antonio Papponetti, 74 anni, aquilano, uno dei principali esponenti del pallone abruzzese negli anni Ottanta e Novanta, prima di scalare a livello nazionale la Federazione italiana gioco calcio (Figc), di cui è stato presidente del Settore giovanile e scolastico nazionale dal 2002 al 2005 e subito dopo, per altri quattro anni, vice presidente del Settore tecnico.

Pur senza mai nominarlo, Papponetti rileva delle criticità, in particolare, sull’operato dell’attuale presidente del comitato regionale Lnd, Daniele Ortolano, suo ex delfino che lo ha poi battuto nel 2009, in un’elezione contestata da Papponetti che ha parlato anche di firme false.

Un progetto, quella nuova sede vicino al Campo Federale, nato proprio all’epoca della prima presidenza Papponetti e che ha poi mutato pelle, come spiegato anche dallo stesso Ortolano nell’intervista a questo giornale, in special modo dopo il sisma 2009.

“Prima avremmo costruito 1.850 metri quadrati a 2,2 milioni di euro, oggi ne hanno costruiti 1.400 al costo di 2 milioni. Qualcosa non torna!”, dice Papponetti, facendo notare anche che “dal 2010 a oggi sono stati pagati 40 mila euro annui di affitti, che sono soldi buttati dalla finestra”.





Papponetti, quali sono le origini di questo progetto?

Sotto la mia presidenza, il Comitato abruzzese fu il primo ad avere l’idea di dotarsi di una sede, già dal 1986, e avevamo individuato proprio quella del Federale come zona adatta. Poi, però, l’allora presidente, Antonio Matarrese, decise di realizzare dei Centri federali sulle città dell’Aquila e Ascoli. La “Piccola Coverciano” doveva sorgere dall’altra parte della città, zona di Centi Colella, ma non è mai nata. Nel 1996 si ripartì dal terreno al Federale. La Giunta Tempesta, dopo un sopralluogo, deliberò il passaggio di destinazione d’uso da verde attrezzato ad area dirigenziale, con l’ipotesi di riqualificare l’area. Il progetto prevedeva una superficie complessiva di 1.850 metri quadrati e, a differenza di quello realizzato ora, una sala conferenze interrata da 150 posti.

Come continuò il percorso?

Con il presidente della società Federcalcio Srl, Lorenzo Righetti, procedetti a vedere lo studio di fattibilità. Facemmo un piano economico che prevedeva si sarebbero spesi 2,2 milioni al massimo. La metà di questa somma, 1,1 milioni circa, poteva venire dal fondo delle società. Altri 500 mila euro si sarebbero presi dalla vendita o dalla concessione alla ditta dell’appartamento di via Camponeschi in centro che costituiva la sede pre-sisma. Gli ultimi 5-600 mila euro sarebbero stati coperti da un mutuo a carico del Comitato, che sarebbe stato soggetto committente, visto che i soldi erano delle società abruzzesi. A coprire le rate avrebbero contribuito gli affitti riscossi dall’Associazione arbitri e al Settore giovanile.

Quando lei ha lasciato il governo del calcio abruzzese, la situazione com’era?

Federcalcio Srl era intestataria del terreno, avuto dal Comune gratuitamente. Ma la sede sarebbe stata un patrimonio della città e quindi non doveva essere ceduto al Comitato in modo oneroso. La Srl aveva acquisito anche sede di via Camponeschi senza pagare, perciò avremmo potuto e dovuto discutere da un punto di forza di questi aspetti e del valore del terreno aumentato perché divenuto a destinazione dirigenziale per merito del comitato. Il progetto era pure pronto, con alcuni cambiamenti dovuti alla supervisione della Srl. Si doveva soltanto fare l’appalto. Tra l’altro, data la committenza privata, non serviva gara pubblica e c’era già un’intesa con un’azienda aquilana. Poi c’è stato il terremoto del 2009, e da quel momento non ho più avuto competenze specifiche. Ho comunque seguito la vicenda da vicino, cercando di dare suggerimenti e consigli, ma non venivano graditi, anzi, si faceva il contrario: per questo mi sono allontanato.





Da fuori, che cosa è accaduto dopo che lei ha lasciato il timone?

A livello federale sono cambiate le governance e insieme a quella del Comitato è stato stabilito che le esigenze erano cambiate: elegantemente si sono appropriati dell’idea, del fondo costituito di 700 mila euro, poi arrivato a oltre 1 milione. Non si poteva riprendere lo stesso progetto, e così è ricominciato tutto l’iter, sono stati pagati nuovamente tutti gli oneri al Comune e quindi c’è voluto tempo.

Che cosa non le va bene della nuova versione?

Registro solo un dato. Prima avremmo costruito 1.850 metri quadrati a 2,2 milioni di euro, oggi ne hanno costruiti 1.400 al costo di 2 milioni. Qualcosa non torna! Inoltre, da quello che mi risulta, del totale la gran parte verrà occupata dal Comitato, il resto dal settore giovanile e dagli arbitri. Per acquistare la sede, come ho letto, bisogna ripartire la spesa di 2 milioni. Con un margine di trattativa, forse si potrà scendere a 1,6 milioni, rispetto al fondo delle società, quindi, mancano 500 mila euro e si dovranno per forza inventare qualcosa.

La sua contestazione è diretta al vertice del Comitato.

Perché il Comitato è stato a guardare e non ha tutelato gli interessi delle società abruzzesi quando si è voluto cambiare progetto? Una qualsiasi governance che avesse usato il buon senso del padre di famiglia, avrebbe dedotto che, con 1 milione nel cassetto, visto che erano cambiate le esigenze, poteva comprare un terreno altrove e costruire una sede più piccola. Mi chiedo se questa sordità della governance servisse a fare un dispetto a me, ad accontentare chi si era inventato le “nuove esigenze” di stampo politico o a soddisfare un’ambizione personale? Comunque sia, dal 2010 a oggi sono stati pagati 40 mila euro annui di affitti, che sono soldi buttati dalla finestra, potendo acquistare due appartamenti fin da subito come sede temporanea e magari ricapitalizzarli in seguito, dandoli in permuta al momento giusto. Quello abruzzese è l’unico Comitato che non è il committente della sua stessa sede. Mi chiedo, perché siete stati a guardare e non avete difeso gli interessi delle società?

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