BUFERA PROCURE: INSORGE IL CENTRODESTRA, ”DIMISSIONI LEGNINI E AZZERAMENTO CSM”

28 Maggio 2020 19:06

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Le nuove intercettazioni relative al caso Palamara hanno scatenato un nuovo terremoto politico che ha travolto il commissario per l’emergenza sisma del Centro Italia, Giovanni Legnini, e dal centrodestra in tanti ne chiedono le dimissioni.

L'ex vice presidente del Csm, è il protagonista di alcuni scambi di messaggi in chat, pubblicati da La Verità, con Luca Palamara, pm ex presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati), finito nella bufera con l'indagine per presunta corruzione al processo di Perugia.

Il 24 agosto 2018, secondo quanto riporta La Verità – Legnini scrive a Palamara subito dopo l'iscrizione nel registro degli indagati di Matteo Salvini, per la vicenda della nave Diciotti: “Luca, domani dobbiamo dire qualcosa sulla nota vicenda della nave”. “Ok, sono pronto”, ma Legnini sembra avere fretta: “Sì, ma domattina dovete produrre una nota, qualcosa insomma”.

A commentare le intercettazioni è stato lo stesso Salvini: “Giovanni Legnini si arrampica sugli specchi definendo 'doveroso' il proprio intervento a proposito dell'inchiesta sugli immigrati a bordo della Diciotti. Legnini ha espressamente scritto a Luca Palamara un sms dai toni imperativi: 'domattina dovete produrre una nota'. Non è nei compiti del vicepresidente del Csm chiedere, pressare o sollecitare. Azzeriamo il Csm e sorteggiamo i futuri componenti”.





Sempre per la Lega sono intervenuti anche i parlamentari Giulia Bongiorno, Nicola Molteni, Jacopo Morrone e Andrea Ostellari: “Quanto emerge dalle notizie sulle intercettazioni provenienti dal procedimento a carico di Luca Palamara svela l'ipocrisia di fondo del Csm dell'epoca e in particolare del suo vicepresidente. Giovanni Legnini, infatti, sollecita surrettiziamente ai componenti dell'organo che presiede una presa di posizione del Csm sulla vicenda Diciotti, contrariamente al suo ruolo che avrebbe dovuto garantire indipendenza e terzietà”. 

“Legnini è stato nel Pci, nei Ds e attualmente nel Pd. Due volte sottosegretario con governi Pd, è stato candidato governatore in Abruzzo per il centrosinistra e, dopo la sconfitta, è stato nominato dal governo Conte II commissario delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia. Pubblicamente, da vicepresidente del Csm, Legnini rassicurava i magistrati spiegando di voler garantire 'l'indipendenza della magistratura'. Imbarazzante”. 

“Siamo sicuri – conclude la nota – che il Presidente della Repubblica e il ministro della Giustizia non resteranno indifferenti davanti a queste rivelazioni”.

Per i parlamentari Riccardo Marchetti, commissario Lega Marche, Virginio Caparvi, segretario Lega Umbria, Francesco Zicchieri, segretario Lega Lazio e Luigi D'Eramo, segretario Lega Abruzzo: “Giovanni Legnini è un uomo di parte, che ha utilizzato il ruolo istituzionale di vicepresidente del Csm per aizzare i pm contro l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini”. 





“È sconcertante quanto emerge dalle intercettazioni pubblicate da La Verità. A questo punto, Legnini lasci immediatamente il ruolo di commissario straordinario per la ricostruzione. Ha contribuito a demolire la credibilità del Csm, stia lontano dalle nostre regioni”. 

Il deputato Andrea Delmastro, di Fratelli d’Italia, e responsabile Giustizia di FDI, parla di “ulteriori inquietanti dettagli dalle chat di Luca Palamara. Il cellulare del Pm romano, inesauribile fonte di fetore istituzionale, ci restituisce un Giovanni Legnini, all’epoca vicepresidente del Csm, che piegava a fini politici l’intera magistratura sulla questione della nave Diciotti”. 

“Traffico di influenze, spartizione dei posti, lottizzazioni delle procure, utilizzo politico della legge e delle indagini coinvolgevano anche Legnini – sottolinea – Abbiamo depositato oggi interrogazione per chiedere l’immediata rimozione di Legnini da Commissario Straordinario di governo per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto in centro Italia”. 

“Nessun uomo coinvolto in queste allucinanti conversazioni deve rimanere al suo posto se vogliamo ricostruire la credibilità del Csm”, conclude Delmastro.

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