SEGGI APERTI A PESCARA, TERAMO, MONTESILVANO, GIULIANOVA E SILVI

BALLOTTAGGI: 225 MILA ABRUZZESI AL VOTO GIOCHI APERTI, SCINTILLE TRA I CANDIDATI

di Filippo Tronca

6 Giugno 2014 08:01

Regione - Politica

PESCARA – Pescara, Teramo, Montesilvano, Giulianova e Silvi: queste le cinque città abruzzesi in cui domenica prossima quasi 225 mila cittadini saranno chiamati a votare per i ballottaggi e per scegliere il loro sindaco.

Se in Abruzzo la guerra, ovvero le elezioni regionalI ed europee del 25 maggio scorso, l’ha vinta il centrosinistra di Matteo Renzi, premier e leader del Partito democratico, e il nuovo presidente della Regione Luciano D’Alfonso, le cinque battaglie 'residue', potrebbero rappresentare un riscatto per il centrodestra, oppure la celebrazione di un epocale cappotto.

Ma facciamo il punto città per città.

PESCARA: ARRIVANO CARFAGNA E PICIERNO; ALESSANDRINI EVITA CONFRONTO, MASCIA PORTA UNA SAGOMA SUL PALCO

Il candidato sindaco Marco Alessandrini parte in pole position con il 43 per cento ottenuto al primo turno, pari a 29.797 voti. Sostenuto da Partito democratico, Sinistra ecologia e libertà, Lista Teodoro, Liberali-Cd-Popolari, Persone Comuni per Pescara e Pescara Insieme-Bene Comune

A mezzogiorno Alessandrini terrà la conferenza stampa nel comitato elettorale di via Firenze, assieme a D'Alfonso e alla neoparlamentare europea del Pd Pina Picierno. Mentre la chiusura ufficiale della campagna si terrà dalle ore 20 presso il piazzale della Madonnina del Porto con musica, intrattenimento e gli interventi di candidati ed eletti ai consigli comunali e regionale.

Non demorde dall’altra parte del campo, il sindaco uscente Luigi Albore Mascia, sostenuto da Fratelli d'Italia, Forza Italia, Pescara Futura, Nuovo Centro-destra, Udc, Pescara in Testa, Rinascita Popolare e infine dalla lista Serraiocco Sindaco.

L’alleanza al secondo turno con Guerino Testa, presidente della Provincia col Nuovo centra destra e le sue liste, aggiunge virtualmente al suo 22,8 per cento un significativo 12,2. Il resto andrà conquistato tra l’elettorato indeciso o che al primo turno non è andato a votare, tenendo conto che l’astensione è stata del 30 per cento.

Questa sera Mascia terrà il comizio conclusivo a piazza Salotto con la partecipazione della  parlamentare Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia. Mascia avrebbe voluto un confronto diretto con l’avversario, in piazza e in televisione, ma  Alessandrini ha volutamente declinato ogni invito. E come già accaduto, Mascia porterà sul palco un pupazzo di cartone a grandezza naturale, con le sembianze del suo evasivo competitor.

Suona intanto la carica Nazario Pagano, presidente regionale di Forza Italia che nella sfida a Pescara si gioca anche il suo futuro politico al vertice del partito.

“Occorre mobilitare tutti i nostri iscritti e simpatizzanti per vincere domenica i ballottaggi – dice – La partita non è affatto chiusa, abbiamo ottime possibilità di ribaltare il risultato a Pescara, dove Luigi Albore Mascia ha recuperato tantissimo. Naturalmente è necessaria una massiccia partecipazione dei nostri elettori, tutti devono tornare a votare per vincere questa sfida”.

TERAMO: DALL’ANATRA ZOPPA AL PRESUNTO SALTO DELLA QUAGLIA DI TANCREDI

“Noi con Manola Di Pasquale al ballottaggio? Forse nel mondo della sfrenata fantasia…” .

Liquida con ilarità il parlamentare abruzzese di Nuovo centro destra Paolo Tancredi l’ipotesi di cui si vocifera a Teramo a pochi giorni dal ballottaggio di domenica prossima, secondo la quale Ncd, in virtù di un segretissimo e machiavellico patto sottoscritto a Roma dal coordinatore nazionale Gaetano Quagliarello e niente meno che dal premier Renzi, sarebbe pronto ad abbandonare il candidato sindaco del centrodestra Maurizio Brucchi, che ha mancato di un soffio l’elezione al primo turno con il 49,7 per cento, per appoggiare clamorosamente la candidata del centrosinistra Manola Di Pasquale, che ha preso il 25,1 per cento ed è chiamata a compiere un vero e proprio miracolo.

'Cerimoniere' dell’operazione è il 'fresco' presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, che avrebbe promesso anche un ruolo al Nuovo centro destra in Regione, e sta assicurando in questi giorni un'assidua presenza a Teramo.





“Pinzellacchere e corbellerie”, assicura ad Abruzzoweb Tancredi. “In questi giorni – spiega invece l'onorevole – stiamo serrando le fila con ripetute riunioni dei candidati del centrodestra per assicurarci una grande vittoria di  Brucchi. L’importante è che tutti i nostri elettori tornino alle urne. D’Alfonso? Lo conosco da vent’anni, ma siamo sempre stati e sempre saremo in Abruzzo dalla parte opposta delle barricate”.

“Ncd a Teramo ha preso un ottimo 11,6 per cento – riflette – che la rende la seconda forza del centrodestra dietro la lista civica Futuroin, espressione di Paolo Gatti, riconfermato consigliere forzista con il record regionale delle preferenze. Ma soprartutto Ncd è davanti a Forza Italia che ha preso solo il 7,5 per cento.

“Questo rapporto di forza – ragiona Tancredi – che sarà senz’altro confermato al ballottaggio, dovrà tradursi per Ncd in una presenza importante nella Giunta, e in un ruolo da protagonista della legislatura”.

Insomma, chi glielo fa fare a Tancredi e al suo partito di compiere il salto sul carro della probabile perdente, mentre da quando mondo è mondo i politici esprimono straordinarie doti atletiche nel saltare piuttosto sul carro del vincitore?

Ma nella ricostruzione complottista vi sono anche considerazioni niente affatto peregrine: se resterà sindaco, Brucchi sarà ostaggio dell’onnipotente Gatti, e Tancredi, che ha un'antica rivalità con Gatti, rischia la marginalità politica.

E allora a Tancredi quasi quasi converrebbe far affondare la zattera della Forza Italia teramana, con sopra, visto ch c'è, anche l'ex presidente di regione Gianni Chiodi, per ritagliarsi così, in virtù del ribaltone, un nuovo protagonismo in convergenza con il centrosinistra, sia al Comune di Teramo che in Regione, in linea con le scelte di Ncd al govenro nazionale.

Roba da romanzo di fantascienza, taglia ancora corto Tancredi.

“Tra me è Gatti è nota la rivalità, o meglio una marcata diversità di vedute, ma credo che questo faccia solo bene al centrodestra teramano, è una dialettica virtuosa, che non prevede passaggi con l’avversario e vecchie logiche di inciucio”.

Passiamo al centrosinistra, dove al miracolo ci si crede ancora.

Hanno annunciato il loro appoggio a Manola Di Pasquale i candidati sindaci Gianluca Pomante (7,6 pento al primo turno) Graziella Cordone di Sinistra partecipattiva e Città di virtù (4,7 per cento), e infine Berardo Rabbuffo di Libera Teramo (2,5 per cento).

I candidati del Movimento 5 stelle Fabio Berardini (8,2 per cento) e Giorgio Giannella di Prospettiva comune (2,5 per cento), si sono invece disimpegnati rimarcando la loro distanza politica sia da Brucchi che dalla Di Pasquale. Bisogna vedere quanti saranno gli elettori che seguiranno le indicazioni dei candidati sindaci sconfitti al primo turno.

Infine la querelle dell’anatra zoppa: secondo una interpretazione della legge elettorale, su cui comprensibilmente il centrodestra insiste, se pure Di Pasquale dovesse vincere, si ritroverebbe in Consiglio senza maggioranza, in quanto non scatterebbe per lei il premio di maggioranza.

Alla luce dei risultati del primo turno, l’unico schieramento in grado di ottenere il premio di maggioranza sarebbe infatti il centrodestra. Il centrosinistra può arrivare al massimo a 13 consiglieri su 32. E la conseguenza sarebbe il commissariamento.

“Si tratta solo di un’inquietante campagna intimidatoria dell’agonizzante centrodestra cittadino – tuonano però i vertici del Partito democratico teramano – Con tutta la strafottenza che li contraddistingue hanno messo in atto una disinformazione mirata a condizionare la libera espressione democratica dei cittadini proprio quando questi ultimi si stanno apprestando consapevolmente alla liberazione da quella cappa di potere che ha fatto il bene di pochi, ma contestualmente ha condannato la città a un grave declino e alla perdita di dieci lunghi anni”.

I BALLOTTAGGI A MONTESILVANO, GIULIANOVA E SILVI

A Montesilvano (Pescara) è sfida tra il candidato del centrodestra Francesco Maragno, forte del 43,9 per cento preso al primo turno, e il candidato del centrosinistra ed ex vice-sindaco Lino Ruggero, che parte dal 29,3 per cento.





Mettendo da parte gli screzi pre-elettorali, Ruggero costretto ad inseguire ha raggiunto un accordo con l’ex sindaco Attilio Di Mattia, che porta in dote un 4,1 per cento della sua lista civica Montesilvano che Vogliamo.

A fare gola però è il il 19,2 per cento di Manuel Anelli, candidato sindaco del Movimento cinque stelle, che ha già chiuso le porte ad ogni appoggio al secondo turno.

“Non diamo nessuna indicazione – ha infatti dichiarato Anelli – qualsiasi proposta da mestierante della politica in cerca di voti o di un disimpegno  la rispediamo al mittente, mentre su proposte, idee e temi da portare avanti per il bene della città siamo disposti a collaborare ed a confrontarci“.

Ruggero ha gettato comunque l’esca, annunciando che in caso di vittoria affiderà ad Anelli, se sarà d’accordo, il ruolo istituzionale di garanzia, controllo e vigilanza della Presidenza del Consiglio comunale.

A Giulianova parte in forte vantaggio il sindaco uscente del partito Democratico Francesco Mastromauro con il 42,1 per cento. Sfida disperata dunque per Fabrizio Retko, candidato di dlela civica Linea Retta e di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale, che ha preso un non esaltante 14,8 per cento, che è stato anche l’effetto della spaccatura l’interno del centrodestra giuliese.

Al secondo turno Retko potrebbe fare affidamento sui voti di Forza Italia e Nuovo centro destra, che al primo turno sono andati alla candidata Laura Ciafardoni, pari al 9,6 per cento, con cui però non c’è stato nessun apparentamento, e ancora non poca ruggine.

Ed anche sui voti del terzo arrivato Franco Arboretti della lista civica Il cittadino governante, che orbita nel campo del centrosinistra, ma in netto contrasto con Mastomauro e la classe dirigente del Pd che domina a Giulianova da anni.

Tanto che Arboretti è arrivato a minacciare di intraprendere azioni legali contro  Mastromauro, reo di averlo accusato di essere il responsabile dei reati penali commessi nell’area ex Migliori Longari e nel cantiere posto sotto sequestro dalla magistratura accanto al Kursaal.

Importante sarà poi come decideranno di votare, sempre se andranno a votare, chi nel primo turno ha scelto Gianluca Antelli (6,2 per cento), candidato civico ma di area di centrodestra, fortemente sostenuto dall'ex assessore regionale Lanfranco Venturoni.  O anche Margherita Trifoni del Movimento  5 stelle (10,1 per cento) e Nino Bertoni della lista civica Gente in Comune (5,5 per cento).

Per i comizi di fine campagna elettorale l’appuntamento con Mastromauro sarà questa sera alle 21 in piazza Dalmazia, e con Retko in contemporanea in piazza Fosse Ardeatine.

Nessun apparentamento nemmeno a Silvi, dove ai ballottaggi si sfideranno Francesco Comignani del Partito democratico  che al primo turno ha preso il 31,3 per cento, ed Enrico Marini, candidato sostenuto dal Nuovo Centrodestra e Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale e che insegue al 29,1 per cento.

La partita è comunque aperta. Il candidato di Forza Italia Ferruccio Benvenuti, 11,4 per cento al primo turno,  ha lasciato i suoi elettori liberi di votare secondo coscienza, sottolineando però che “troppe sono le differenze programmatiche con la lista di Marini”.

Essendosi defilato dalla competizione il Movimento 5 stelle che con Marcella Palombaro ha preso l’8,2 , l’ago della bilancia è diventato il giovane Michele Cassone della lista civica Silvi Bellissima, forte di un sorprendente 19,8 per cento.

Marini gli sta facendo una corte sfrenata. “Da soli non si va da nessuna parte – ha ieri ribadito il candidato sindaco – se verrò eletto non ho preclusioni nel coinvolgere Cassone nell’azione di governo, noi non ci siamo già spartiti le poltrone come ha fatto la sinistra”.

Cassone da parte sua alza la posta: chiede impegni per la relizzazione a Silvi di una vera democrazia partecipativa, garanzie sull’apertura dei locali fino alle 4 di notte. E suoi collaboratori non smentiscono accordi con Marini.

 

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