NOVITA’ ASSESSORE REGIONALE SANITA’: ‘FLESSIONE DEMOGRAFICA MAI COSI' ALTA, OCCORRONO MISURE PER FAMIGLIE E DONNE. PRIORITARIO SALVARE ANCHE PUNTO SULMONA

ASILI NIDO IN OSPEDALI E LAVORO CASA CROLLO NASCITE, LA CROCIATA DI VERI’

25 Febbraio 2020 07:54

Regione - Politica

CHIETI – Asili nido nei presidi ospedalieri abruzzesi, con la possibilità di offrire orari prolungati. Telelavoro per consentire alle mamme di poter accudire i loro figli rimanendo a casa. Difesa a spada tratta del punto di nascita di Sulmona. Ad annunciare ad Abruzzoweb una vera e propria crociata contro il preoccupante fenomeno del crollo delle nascite è Nicoletta Verì, assessore regionale alla Salute, della Lega, a margine di un evento nel quale, comunque la famiglia ha una sua centralità: l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico a Chieti che si è svolto nei giorni scorsi. In effetti, in quell'assise il tema è stato non solo l’aumento della richiesta di annullamento dei matrimoni, ma più in generale la crisi della famiglia cosiddetta “tradizionale”, e il calo generalizzato delle nascite, in Abruzzo come in Italia.

Dati drammatici fotografati dal rapporto Istat reso pubblico nei giorni scorsi in Italia: per ogni 100 residenti che muoiono ne nascono solo 67. Dieci anni fa erano 96. Dal 2012 focalizzando lo sguardo in Abruzzo, in provincia di Teramo i minori sono calati del 3,9%, con punte del meno 5,3% in provincia di Teramo, seguita da quella di Chieti (-4,7%) l'Aquila (-2,9%), e Pescara (-2,3%). La denatalita' raggiunge però percentuali a due cifre nei piccoli comuni dell’entroterra. Un tema, anzi una vera e propria emergenza, che coinvolge anche le politiche regionali e, nello specifico, l’ambito sociosanitario di cui ha la delega proprio l’assessore Verì.

“Stiamo assistendo del più basso livello di ricambio naturale – conferma l'assessore -, ovvero alla flessione delle nascite, mai così accentuata dal 1918, quando l’Italia stava uscendo da una devastante guerra. Un fenomeno complesso, che ha molteplici cause, ma che coinvolge anche le politiche regionali, e questo ci chiama a mettere in atto tutte le misure che possano contribuire contrastare e invertire il trend”.





Politiche, sottolinea l’assessore che mettano al centro in primo luogo le donne, al fine di facilitarle nei limiti del possibile, nel loro essere madri. Da qui la prima idea allo studio.

“Uno dei punti fondamentali sono le politiche a favore delle mamme e, in questo senso senso, fondamentale è permettere loro di conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro, aumentando i posti negli asili nido e gli orari in cui essi sono in attività. Uno dei miei obiettivi è dunque quello di aprire asilo nido in prossimità e, se possibile, anche dentro i nostri ospedali. A disposizione in primis delle donne che lavorano nel comparto sanitario e che hanno, come tutti sanno, orari molto prolungati, con turni serali e notturni”.

Ma non è tutto: Verì, parlando in questo caso non da assessore, ma da esponente politico della maggioranza di centrodestra, individua un'altra azione capace di aiutare le donne e, dunque, il loro diventare ed essere mamme.





“La possibilità di poter lavorare a distanza – spiega Verì-, dalla propria abitazione, sarebbe un grande vantaggio per tante mamme, che hanno figli piccoli da accudire. Le tecnologie oramai consentono di poter sviluppare in modo ottimale il telelavoro. Potrebbe essere questa dunque una direzione in cui muoversi, prevedendo incentivi”.

Tornando al suo ambito di competenza Verì, considera infine, proprio alla luce dello spopolamento e della denatalità delle aree interne, una battaglia di civiltà quella di evitare la chiusura del punto nascite dell’ospedale di Sulmona, condannato allo smantellamento dalla famigerata legge Lorenzin del Governo Renzi, in quanto i parti non superano la soglia minima dei 500 all’anno. E poi rimasto in attività, proroga dopo proroga. Nel verbale del tavolo di monitoraggio 30 novembre scorso, il Ministero, con cui la Regione, dopo l’uscita dal commissariamento, deve concordare le sue politiche sanitarie, ci sono spiragli per far salvo definitivamente il punto nascita sulmonese.

“Abbiamo buone possibilità di far salvo il punto nascite di Sulmona, ed è per noi anche una questione di principio, perché è il riferimento di una vasta area interne, dove non si possono applicare i tetti minimi di natalità fissati dalla legge Lorenzin. Noi siamo per la sanità di prossimità e anche questo va incontro alle esigenze delle famiglie e nella direzione di contrastare il declino demografico”, conclude Verì. (red.)

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