ACQUA CANISTRO: BRAGHINI, ”BANDO FERMO E SILENZIO ASSORDANTE DA MESI”

3 Novembre 2019 13:32

L'Aquila - Politica

AVEZZANO – Sul bando per l'aggiudicazione delle sorgenti Sant'Antonio Sponga di Canistro si sta registrando “una imbarazzante lungaggine amministrativa”, e “un silenzio assordante che si trascina da troppi mesi, nella vana attesa di un verdetto che sblocchi l'iter”.

Ad affermarlo in una nota che riceviamo e pubblichiamo, e' l'avvocato Salvatore Braghini, del foro di Avezzano, spesso al servizio del comune di Canistro, in provincia dell'Aquila,  per cause che hanno coinvolto l'ammistrazione guidata dal sindaco, Angelo Di Paolo, e con parte avversa la società Santa Croce, in quella che e' assurta alle cronache come la “guerra abrzzese dell'acqua”. Anche se non pronuncia mai la parola Regione, Braghini collega la situazione alle inadempienze dell’Ente che ha la competenza delle concessioni e dei bandi per assegnarle.

La dura missiva di Braghini, inviata in esclusiva a questa testata, si riferisce al bando per l'assegnazine dell'importante sorgente, la cui concessione é stata revocata nel 2016 alla società di Camillo Colella, che ha dovuto licenziare 75 addetti e che ha impugnato la decisione avviando un durissimo contenzioso contro Regione e Comune, assistito quest'ultimo in più occasioni proprio dall’avvocato Braghini.

Al nuovo bando partecipano la stessa Santa Croce e Acque minerali San Benedetto spa, che già opera nelle sorgenti di Popoli (Pescara). Bando indetto a febbraio  dopo che si è risolto con un nulla di fatto quello aggiudicato provvisoriamente nel marzo 2017 ad Acque minerali per l’Italia, ex Norda, salutata come salvatrice della patria, a cominciare dall’allora vice presidente della Regione con delega alle Attività produttive, che poi sarebbe diventato presidente vicario, Giovanni Lolli, dopo le dimissioni di Luciano D’Alfonso, eletto senatore del Pd.

La Norda però è uscita di scena, presentando richiesta di risarcimento danni alla Regione e allo stesso Comune marsicano,  lamentando il fatto di non aver potuto avviare il piano industriale, in quanto non gli sarebbe stato messo disposizione, già nel bando, il terreno dove realizzare lo stabilimento. Tutto ciò dopo un serrato contenzioso con la Regione, sulla necessità o meno della Valutazione di impatto ambientale (Via), da allegare al piano industriale.

Ora però arranca vistosamente anche la nuova gara, bandita il 12 febbraio scorso, due giorni dopo le elezioni reigonali in cui ha vinto il centrodestra, dal precedente governo di centrosinistra: ultimo atto, ricorda lo stesso Braghini, il 3 luglio, quando si è svolta la seduta pubblica per l'apertura delle buste “A”,  con la verifica della documentazione amministrativa. Seduta che ha fatto seguito a quella del 13 giugno, dove c'è stata l'ammissione dei concorrenti.





L'architetto Francesco Dituri e l'avvocato Claudio Di Tonno, del foro di Pescara, presenti a nome della Santa Croce, hanno pero' subito contestato la congruità della dichiarazione sulla conformità urbanistica, relativa al sito su cui realizzare lo stabilimento di imbottigliamento, consegnata da Acque minerali San Benedetto Spa. Da allora nessuna notizia, da qui l'irritazione di Braghini, che invia un perentorio messaggio alla Regione e alla commissione di gara presieduta da Franco Gerardini, dirigente regionale del servizio Rifiuti.

LA NOTA DELL'AVVOCATO BRAGHINI

Avendo seguito per motivi professionali tutte le vicende della concessione delle acque minerali di Canistro sento il dover di intervenire difronte all'imbarazzante lungaggine amministrativa relativa all'esecuzione del Bando.

Un silenzio assordante che si trascina da troppi mesi nella vana attesa di un verdetto che sblocchi l'iter di aggiudicazione.
Ricordo che la Regione Abruzzo ha pubblicato l'Avviso di gara per la partecipazione alla procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento della Concessione di Acque Minerali “S. Antonio – Sponga”, sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e della Repubblica Italiana, il 12 e 13 febbraio scorso.

Gli altri due bandi si conclusero con un nulla di fatto: quello del 2015, fu annullato dal Tar dell'Aquila, e quello del 2016, pur resistendo al vaglio della giustizia amministrativa, ha visto il ritiro della società aggiudicataria (la Norda spa), anche a causa, forse, di qualche lacuna di troppo dello stesso Bando di gara.

Il nuovo Avviso pubblico, diversamente dagli altri due, non è stato impugnato avanti al Tar, eppure, ad oggi, sono passati ben 160 giorni dal 13 giugno, termine ultimo per la presentazione delle offerte, quando sono stati resi noti i soggetti imprenditoriali ammessi alla gara (Acque minerali San Benedetto Spa e Santa Croce srl).

Ne sono poi trascorsi 120 dalla data del 3 luglio, allorché, nella sede regionale di via Catullo a Pescara, si è tenuta la seduta pubblica per l'apertura delle buste contrassegnate nel Bando con la lettera “A”, per la verifica della documentazione amministrativa dei competitor.
 
Da quel 3 luglio si è determinata una lunga stasi della Commissione di gara, che, a voler essere generosi, non può trovare giustificazione nemmeno nella necessità dei commissari di operare con estremo scrupolo per evitare di compiere errori.
Di qui un mio personale appello.





Le vicende giuridiche sottese alle numerose vertenze che sono sorte con le precedenti procedure dovrebbero indurre tutti i soggetti in campo, in questa delicata fase, a tenere in considerazione esclusivamente la prioritaria esigenza di dare al più presto una risposta alle aspettative di un intero territorio e soprattutto degli operai che si trovano senza lavoro da 4 anni.

Sono loro, infatti, a pagare il prezzo più alto di questa stasi, avendo perso ormai, insieme all'occupazione, anche le provviste degli ammortizzatori sociali.

Parliamo di 75 famiglie costrette ad erodere gli esigui risparmi per sopravvivere, defraudate della dignità del lavoro e poi deprivate, a causa della interminabile sequenza di delusioni sperimentate, persino della speranza.

Il loro dramma esponenziale è l'esatta cifra della sofferenza di un intero territorio, paralizzato nel ganglio vitale della propria economia, colpito al cuore del peculiare sistema produttivo e sociale che lo caratterizza.

I tempi sono troppo dilatati per giustificare lo scrupolo operativo della Commissione, tanto più in seguito alla recente pronuncia del Consiglio di Stato, che, confermando quanto già stabilito dal Tar dell’Aquila lo scorso luglio, ha definitivamente respinto l'istanza avanzata dalla società Santa Croce srl per la gestione provvisoria della concessione mineraria della fonte Sant’Antonio-Sponga.

Davvero non ci sono più alibi! Si renda giustizia ad una comunità, si proceda con la gara e ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Lo esigono la dignità di chi ha sempre vissuto del proprio lavoro ed è da troppo tempo vittima di giochi di potere e della burocrazia.

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