IL PRIMO CITTADINO AQUILANO SE LA PRENDE CON IL CENTRODESTRA ''DEL CORVO MI DICA CHI HA ORDINATO A TIBERIO DI VOTARE SCIOGLIMENTO''

ACCADEMIA IMMAGINE: ”PORTO TUTTI IN TRIBUNALE” CIALENTE, ”PROVINCIA CONTRARIA AL SALVATAGGIO”

di Roberto Santilli

14 Novembre 2013 13:55

L'Aquila - Cronaca, Video

L’AQUILA – “Porto le carte dell’Accademia dell’Immagine alla Corte dei conti e alla procura della Repubblica. Più di qualcuno deve dare delle spiegazioni alla città, ma è bene ricordare che l’Accademia sta bene e va salvata, anche perché c’è alle porte l’organizzazione di un grosso corso di laurea triennale per image maker”.

Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, è un fiume in piena.

In una conferenza stampa convocata d’urgenza questa mattina nel suo ufficio a Villa Gioia, il primo cittadino aquilano ha tuonato per quanto accaduto e non accaduto, ieri all’assemblea dei quattro soci, Regione Abruzzo, Provincia e Comune dell’Aquila e istituto ‘La lanterna magica’.

Sul tavolo c’era un bivio, salvataggio o liquidazione dell’Accademia dell’Immagine, ma non c’è stata alcuna decisione, con una spaccatura 2-2 tra i soci che ha scatenato un putiferio.





Nei prossimi giorni, come ha annunciato a questo giornale, il commissario liquidatore nominato ad agosto, l’avvocato aquilano Luca Bruno, cui ieri è stato revocato l’incarico per un vizio formale, porterà in tribunale e alla procura la sua relazione sullo stato dei conti dell’ente.

“Io farò lo stesso – sbotta Cialente – ma va detto che Luca Bruno non esiste, il suo è un ruolo politico e non tecnico, non è neppure revisore dei conti”.

“Mi pare chiara – accusa poi – la volontà politica di uccidere l’Accademia da parte del centrodestra dei vertici regionali: dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, al presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, al vice presidente, l’aquilano che odia L’Aquila, Giorgio De Matteis, cui L’Aquila dà fastidio. Tutto ciò che all’Aquila va bene dà fastidio a lui e al centrodestra”.

Toccherà al giudice, quindi, decidere il futuro dell’istituzione culturale fondata nel 1993. Il tribunale potrebbe nominare un presidente e reintegrare il consiglio d’amministrazione, salvando l’ente, oppure nominare un nuovo liquidatore o ancora dichiarare direttamente il fallimento.

Ieri a palazzo Silone c’erano, oltre a Cialente, il coordinatore della Struttura segreteria di Chiodi, Massimo Di Alessandro, l’assessore provinciale Giuseppe Tiberio e il presidente dell’istituto, Carlo Di Stanislao.





“Ieri ho dimostrato carte alla mano che avevo ragione io lo scorso 6 agosto – spiega Cialente – quando non si poteva nominare un liquidatore, ora se lo pagheranno quelli che lo hanno votato. L’Accademia dell’Immagine economicamente sta molto meglio di tante altre associazioni culturali private come il Conservatorio ‘Braga’ di Teramo. Anzi, ci sono soldi che avanzano, quindi non capisco perché va messa in liquidazione”, rincara il sindaco.

“Se non esiste il presidente la colpa è di Pagano e di De Matteis, cioè l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Chiodi dice che l’Accademia dell’Immagine è uno scandalo, io gli rispondo di guardare in casa sua, con l’arresto dell’assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis. Un assessorato solo per marchette da ladri di polli”.

“Chiedo al presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, chi è che ha fatto cambiare idea, con una telefonata, al rappresentante della Provincia Tiberio, che ha votato sullo scioglimento dell’Accademia – alza la voce il primo cittadino –  Del Corvo aveva promesso un impegno per salvare l’Accademia dicendo che non c’è motivo di scioglierla. Io credo che la telefonata sia partita da De Matteis che, secondo me, odia gli aquilani per i due schiaffi elettorali presi (riferimento alle ultime elezioni amministrative e politiche, ndr). Proprio De Matteis toglie al Comune dell’Aquila, che più di tutti dà al Teatro Stabile d’Abruzzo, il diritto alla nomina del vice presidente. Perché questo odio per L’Aquila?”.

Secondo Cialente ci sono 6 milioni di euro pronti da spendere per ricostruire la sede dell’Accademia. “Sono fermi da dicembre, non possiamo perderli. Verrebbe rimessa in piedi la sede storica, dando magari spazio, la butto lì, all’Arta, che tornerebbe anch’essa nella sede storica. Ma così rischiamo di veder svanire i fondi senza possibilità di recupero”.

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