2 GIUGNO: A PESCARA MANIFESTA IL PARTITO COMUNISTA, ”NOI VERA OPPOSIZIONE”

31 Maggio 2020 12:15

Pescara - Politica

PESCARA – “Il 2 giugno è la Festa della Repubblica, nata dal sacrificio dei partigiani che hanno combattuto contro il nazifascismo ma anche per la costruzione di una società nuova e giusta, che purtroppo non è mai stata realizzata. La recente crisi sanitaria ha messo a nudo l’inefficienza e la brutalità del sistema capitalista, che prima ha distrutto la sanità pubblica e poi ha dimostrato che il profitto e gli interessi delle classi dominanti sono sempre più importanti della sicurezza delle masse popolari, che sono state abbandonate a loro stesse”.





È quanto si legge in una nota del Comitato regionale abruzzese del Partito comunista, in vista delle manifestazioni in venti città italiane, tra cui Pescara, che il 2 giugno vedrà protagonista il Partito comunista del segretario nazionale, Marco Rizzo.

L’appuntamento a Pescara è alle ore 11, in Largo della Madonnina, ponte del Mare.





“Operai e lavoratori – si legge ancora nella nota – costretti a rischiare la salute per non fermare la produzione, licenziamenti, cassa integrazione non pagata, chiusure di decine di migliaia di piccoli esercizi commerciali e artigianali: una massa enorme di situazioni di povertà assoluta o comunque di grande difficoltà. E la politica del Governo, supino ai monopoli capitalistici italiani e stranieri, è quella di far pagare i costi della crisi del sistema capitalistico globalizzato ai lavoratori e ai ceti popolari”.

“La Repubblica italiana è fondata sul lavoro, vogliamo combattere questa ulteriore aggressione contro i diritti dei lavoratori, salariati o autonomi, che vogliamo rendere protagonisti – le parole del segretario generale Rizzo – Chi produce la ricchezza del Paese deve essere al centro delle decisioni. Serve il cambio del modello di società e occorre rompere al più presto la gabbia europea. Il Partito comunista rilancia l'unità di tutti i lavoratori e ribadisce l’alleanza strategica sociale, l’unica necessaria, chiamando nelle piazze di ogni regione i militanti, i simpatizzanti e tutti coloro che, nel giorno della nascita della Repubblica, hanno bisogno di gridare che questo modello di società ha fallito”.

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