SISMA 2009: PRESIDENTE ANCE L'AQUILA RILANCIA PROPOSTA, ''SERVE POTERE DI DEROGA, FUNZIONE POTREBBE ASSOLTO ANCHE DA ATTUALI ATTORI, L'IMPORTANTE E' SEMPLIFICARE E ACCELLERARE''

”COMMISSARIARE RICOSTRUZIONE PUBBLICA” CICCHETTI, ”CON CRISI COVID SERRARE I TEMPI”

8 Aprile 2020 07:23

Regione - Cronaca

L'AQUILA – “Ora più che mai occorre un commissario alla ricostruzione pubblica nel cratere sismico 2009, con deroghe trasparenti e mirate, per sbloccare un impasse che non ci possiamo più permettere”. 

L’emergenza coronavirus, che da sanitaria sta già diventando economica, spinge il presidente dell’associazione costruttori edili (Ance) della Provincia dell’Aquila, Adolfo Cicchetti, ad insistere su una proposta che più volte ha fatto la comparsa nei tavoli istituzionali.

Un commissario che sblocchi la ricostruzione degli edifici pubblici danneggiati dal sisma, troppi dei quali ancora al palo. Con poteri di deroga alle farraginose norme e iter procedurali stabiliti nel Codice degli appalti. Non necessariamente un soggetto esterno, visto che Cicchetti spiega ad Abruzzoweb che il ruolo  potrebbe essere affidato anche alle tradizionali stazioni appaltanti, come il Provveditorato, la Sovrintendenza o gli uffici speciali, anche tramite un potenziamento dei loro organici.





Il presidente Ance a più riprese aveva condiviso una preoccupazione che non è certo solo la sua: il nuovo scenario, la necessità per il governo centrale di trovare una montagna di soldi per salvare dal baratro famiglie e imprese italiane, rischia di mettere in secondo piano la partita della ricostruzione post sisma abruzzese, che ha ancora bisogno di 4 miliardi per completare l’opera, visto che sono agli sgoccioli i fondi programmati con la finanziaria del 2015, meno di un miliardo. Pessimo segnale il mancato trasferimento dei 79 milioni di euro richiesti dal cratere alla Struttura di Missione in gennaio, relativi a lavori di ricostruzione privata. In questi tre mesi di attesa l’Ufficio per i Comuni del Cratere è stato costretto a coprire il momentaneo azzeramento di cassa con 20 milioni di fondi destinati ad altre finalita'.

Una ragione in più per non ammettere ritardi nella presentazione delle pratiche edilizie private, da parte dei cosiddetti “consorzi silenti”, nei confronti dei quali sono partite le diffide, con minaccia di annullamento del contributo della ricostruzione.

Una ragione in più per imprimere finalmente un’accelerazione alla ricostruzione di palazzi chiese, monumenti, uffici, musei, scuole, i cui cantieri sono notoriamente molto più indietro e lenta rispetto a quelli che interessano gli edifici privati, che hanno la fortuna di non dover fare bandi europei, con tutta la liturgia burocratica che ne consegue. La priorità, anzi, per Cicchetti, in attesa che i cantieri, ora fermi per ragioni di sicurezza anticontagio, si rimetteranno in moto. 

“La ricostruzione è un’opera strategica per la ripresa economica del territorio e la ripresa economica del territorio delle aree interne – premette Cicchetti -. È strategica per lo sviluppo dell’intera regione. E nessuna regione può essere lasciata indietro. Inoltre noi siamo stati colpiti già da altre sciagure e quindi la nostra resilienza è stata messa a dura prova più volte. Senza contare il peso degli 11 anni di attesa per la ricostruzione pubblica, ci inseriscono a pieno titolo tra le 25 grandi opere che il Ministero delle Infrastrutture ritiene non più rimandabili. In tempi in cui la pandemia ha messo in ginocchio l’intero pianeta, non è più rinviabile una umanizzazione della burocrazia”.





Lo strumento di questa “umanizzazione” è proprio quello del commissario straordinario.

“In questi anni abbiamo avanzato diverse proposte alternative per facilitare l’avvio della ricostruzione pubblica – prosegue Cicchetti -: l’istituzione di una conferenza permanete per velocizzare le decisioni ed i provvedimenti che portano a gara e ad affidamento i lavori; una semplificazione dei passaggi tra enti vari e modifiche burocratiche, ma il tempo ci ha portato inesorabilmente ad oggi senza azioni significative a sbloccare il settore pubblico della ricostruzione che risente purtroppo di problemi di personale e di norme paralizzanti”.

Alla domanda, “che poteri avrebbe questo commissario?”, Cicchetti risponde: “Niente altro che rendere di buon senso l’intero processo e congrui i tempi di appalto, aggirando gli artifici e gli appesantimenti burocratici che stanno immobilizzando il settore in Italia da decenni. Un problema annoso che frena la nostra economia e le nostre opere infrastrutturali senza risolvere il problema della corruzione. Un problema quest’ultimo, che le imprese sentono proprio, perché altera il mercato e la concorrenza. Il colpo di grazia ai lavori pubblici è stato dato dal Codice dei contratti continuamente ritoccato senza che producesse gli effetti sperati di semplificazione, maggiore legalità e accelerazione delle cantierizzazioni”.

E aggiunge: “Non è detto poi che il commissariamento debba avvenire con soggetti esterni. I poteri di deroga potrebbero essere affidati anche alle tradizionali stazioni appaltanti, come il Provveditorato, la Sovrintendenza o gli uffici speciali, anche tramite un potenziamento dei loro organici. Il problema e forte e sempre più sentito. Con le attuali norme saranno necessari altri venti anni per veder risorgere i palazzi pubblici. Il capoluogo ed il suo cuore pulsante del centro cittadino non potranno mai tornare alle piene funzioni e vivacità senza sedi istituzionali adeguate, uffici pubblici e sedi scolastiche ed universitarie. Inoltre, il nostro obiettivo sarebbe più facile da realizzare rispetto ai 25 della lista delle opere strategiche, perché queste ultime sarebbero da finanziare ex novo, mentre le nostre opere sono già finanziate, quindi, si può dire, senza nuovi costi per lo Stato”. f.t.

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