VOTO AVEZZANO, INTERVISTA A CANDIDATO PD VERDECCHIA, ''NON VIVO DI POLITICA, MIA DICHIARAZIONE DEI REDDITI PUBBLICA'', PRIORITA' OSPEDALE, SCUOLE, E ANCHE SICUREZZA'', ''CON DI PANGRAZIO CI RITROVEREMO AL BALLOTTAGGIO''

‘CENTRODESTRA DIVISO? MI FA MOLTO PIACERE’ VERDECCHIA, ‘DA PD IDEA CIVICA E VINCENTE’

5 Luglio 2020 08:15

L'Aquila - Politica

AVEZZANO – Impedire con ogni mezzo la chiusura del tribunale, “presidio contro le infiltrazioni della Camorra”. Garantire la sicurezza dei cittadini, aumentando le forze dell’ordine sul territorio sguarnito, “un’esigenza non è né di destra né di sinistra”. Invogliare i giovani a prendere in considerazione anche i lavori della terra, che il Fucino può garantire. Un sincero “piacere per il centrodestra che correrà diviso”

In una sfida, quella delle comunali di settembre di Avezzano rischia di vedere ai nastri di partenza un numero spropositato di aspiranti sindaci, il candidato del Partito democratico Roberto Verdecchia scalda i motori, lavora a coalizzare intorno a se liste civiche, espressione riveva, del mondo forense, delle libere professioni, dei medici e nell’intervista ad Abruzzoweb, vuole parlare soprattutto di programmi. 

Avvocato cassazionista avezzanese, 58 anni, Verdecchia ha iniziato la sua carriera nel Psi,  per il quale e stato eletto consigliere comunale 2007 con sindaco di Forza Italia Antonio Floris, per poi essere rieletto, passato al Pd nel 2012 con il sindaco Giovanni Di Pangrazio, nella cui giunta è stato assessore all’Ambiente. Terza esperienza come consigliere comunale di opposizione a febbraio 2018, “ripescato” grazie alla sentenza dell’anatra zoppa, e a seguito del riconteggio delle presenze che ha messo di fatto in minoranza il  centrodestra di Gabriele De Angelis, Forza Italia, che senza numeri di lì a poco avrebbe gettato la spugna.

A fare quadrato su  Verdecchia lo stato maggiore del Pd regionale che si è riunito il 30 giugno, ovvero Michele Fina, il senatore ed ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, la deputata Stefania Pezzopane, il capogruppo in Regione, Silvio Paolucci, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, l’ex presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, il segretario provinciale dell’Aquila, Francesco Piacente.

Verdecchia dovrà vedersela innanzitutto con il candidato della Lega, Tiziano Genovesi, e in attesa delle scelte di Fdi, in un centrodestra ad oggi diviso, corre anche la docente Annamaria Taccone, lanciata nell’agone da Forza Italia. Una spaccatura del centrodestra, ammette seraficamente Verdecchia “che non può farmi piacere, segno che l’atto di forza della Lega che ha imposto Genovesi, avrà per loro pesanti conseguenze”.

Ma anche a sinistra il quadro è frastagliato, visto che si candidano oltre a Verdecchia il civico Mario Babbo, appoggiato da Italia Viva e soprattutto è pronto a scendere in campo proprio l’ex sindaco Di Pangrazio, con una civica che guarda sia agli scontenti del centrodestra che del centrosinistra. E a tal proposito commenta Verdecchia, “Mi auguro di poter competere con lui al ballottaggio, e che vinca il migliore”.

Avvocato Verdecchia, prima di tutto, a che punto è la costruzione della coalizione di centrosinistra? 

È un lavoro in fieri, stiamo mettendo in campo un grande lavoro incentrato sul programma di rilancio della città, e di allargamento della proposta alle forze civiche. Oltre a quella del Pd, ci saranno intanto due liste molto competitive, espressione del mondo forense, dal quale provengo, delle libere professioni, della sanità, della scuola. 

A rompere gli schemi, anche i suoi e del Pd, c’è però ora Giovanni Di Pangrazio, l’ex sindaco di cui lei è stato assessore, che lavora ad una proposta centrista. Una delusione?





Assolutamente no, abbiamo ottimi rapporti interpersonali, gli auguro lunga vita politica. Mi auguro di poter competere uno contro l’altro al ballottaggio e che vinca il migliore.

Certo è che anche a questo giro, si rischia di avere un piccolo esercito di candidati sindaci. Quale è la ragione di tutta questa frammentazione politica ad Avezzano?

Temo  che si arriverà ad avere dieci candidati per la poltrona da sindaco.
Da una parte ciò potrebbe essere letto come la voglia di partecipare, che è il sale della democrazia, dall’altra è un fenomeno negativo, perché creare coalizioni coese sarebbe un bene per tutti. La semplificazione in ogni caso ci sarà al ballottaggio.

In compenso anche il centrodestra è tutt’altro che unito… 

Non sono un ipocrita, questo mi fa un immenso piacere, è la dimostrazione che tutto deve ruotare intorno alla condivisione delle scelte, invece la Lega ha deciso di imporre il suo candidato, Tiziano Genovesi, che ha spaccato il fronte, credo in modo irrimediabile, una scelta che il centrodestra pagherà cara.

Cosa ne pensa di Genovesi? 

Genovesi è un bravissimo ragazzo, che conosco da anni, l’ho anche assistito come legale. Del resto, fatto strano, la maggior parte dei miei clienti sono di destra, significa che anche loro si fidano di me. Mi fa piacere che si sia candidato. Detto questo, le mie idee e il mio approccio alla politica sono distante da quelle di Tiziano. 

Il segretario regionale della Lega, Luigi D’Eramo in occasione dell’inaugurazione della sede di Genovesi ha detto di avere le scatole piene dei “professionisti della politica, della  partitocrazia, di giochi e giochetti, di trattative e alchimie, della ricerca spasmodica dei portatori di voti”. Ce l’aveva anche con lei?

Non credo proprio, faccio politica attiva da soli 12 anni e non vivo di polica, ho un mio lavoro, la mia dichiarazione dei redditi è pubblica. A tal proposito non so che lavoro faccia D’Eramo.





Quali sono le priorità del suo programma? 

La sanità innanzitutto, l’ospedale di Avezzano deve diventare il fulcro, il presidio di riferimento di tutta Marsica, e  va fatta chiarezza sulla disponibilità o meno degli 82 milioni di euro per il nuovo ospedale. Il presidente della Regione Marco Marsilio assicura di sì, ma c’è poco da fidarsi, guardate ad esempio il centro covid che doveva essere realizzato nel polo smistamento merci di Avezzano, è servito solo come deposito di mascherine. Poi è una priorità la sicurezza e funzionalità delle scuole soprattutto ora dopo l’emergenza covid. Troppe attendono interventi, come quelle di via Puglie e di via Sandro Pertini, la scuola di Chiusa Resta è in attesa del collaudo. Infine la sicurezza della città.

Cosa fa, cavalca anche il tema principe della Lega? 

Io vengo da una cultura socialista e di integrazione. Di stranieri ce ne sono tanti, molti che lavorano onestamente, danno il loro contributo alla società, altri purtroppo delinquono. Occorre lavorare all’integrazione, bandendo razzismo e intolleranza, ma serve anche maggior controllo del territorio e più forze dell’ordine, dati alla mano gli organici della Polizia e dei Carabinieri sono quella degli anni ‘80. Questo non è accettabile. 

Oltre a poche forze dell’ordine, è in programma ad Avezzano anche la chiusura del Tribunale, cosa farà da sindaco per evitarlo? 

Su questa partita epocale non ci dovranno essere divisioni, tutti siamo chiamati a fare le barricate, senza distinzioni politiche. La legge approvata nel governo Monti va semplicemente modificata. Il tribunale è un presidio di civiltà,  un indice sicurezza, ed ad Avezzano c’è il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, in particolare da parte della Camorra,  è terra di frontiera, parzialmente ancora sana. 

Il sindaco di Avezzano non può non tenere conto del comparto agricolo, vera ricchezza del territorio. Idee in merito? 

Un solo esempio di quello che si può fare: sono arrivati quattro voli charter con circa 500 lavoratori stranieri da destinare al Fucino, che esprime il 16 % del pil marsicano. C’è da chiedersi perché così pochi italiani senza lavoro prendano in considerazione di fare lavori agricoli stagionali, in regola e retribuiti secondo contratto nazionale. C’è un lavoro da fare, in termini di sensibilizzazione, informazione e anche di incentivi, per far tornare le persone al lavoro della terra. Tutti della mina generazione abbiamo lavorato nelle terre del Fucino, io per pagarmi gli studi, ed è per me motivo di orgoglio.

 

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