”ALCUNI QUARTIERI C.A.S.E. DA ABBATTERE” CIALENTE PENSA AL FUTURO, LA MAPPA

di Alberto Orsini

30 Dicembre 2014 08:27

L'Aquila -

L’AQUILA – “Gli alloggi del progetto C.a.s.e. e i Map costruiti bene e inseriti nel contesto cittadino potranno rimanere anche in futuro, ma quelli dove crollano i balconi o che disperdono calore, secondo me, devono essere eliminati”.

Questa la “bomba” lanciata qualche tempo fa nel corso di un convegno dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che ora, pungolato da AbruzzoWeb, conferma la sua idea e rilancia, tracciando un primo “identikit” delle new town da mantenere e di quelle da silurare tra i 19 quartieri.

Una delle più grandi opere pubbliche della storia d’Italia, realizzate dalla Protezione civile con circa 700 milioni di euro, metà dei quali provenienti del Fondo di solidarietà dell’Unione europea, oggi divenute di proprietà dell’ente comunale con tutti gli annessi e connessi della manutenzione di 4.500 alloggi che hanno ospitato anche 15 mila aquilani nel momento di massima affluenza.

“Non sarò più io il sindaco, ma se non comincia a porre questo tema un ‘pazzo’ come me faremo la fine di Avezzano, dove alcune baracche sono state rimosse moltissimi anni dopo – ammonisce Cialente – Non è una cosa che riguarderà solo il sindaco Cialente, ma il disegno complessivo della città”.





La premessa è che “avremo un surplus di case negli anni, ma soprattutto avremo case di altissima qualità, per non parlare dei borghi, dell’edilizia abbandonata delle frazioni e dei centri storici minori. Alcuni progetti C.a.s.e. sono ben fatti e possono stare – prosegue – altri quartieri versano in una situazione in cui è più l’impresa che la resa”.

Ma come scegliere le zone da radere al suolo, premesso che una discussione simile dovrebbe occupare mesi, forse anni, e coinvolgere tutta la città? Il primo cittadino ha già le idee chiare e cita esplicitamente alcuni nomi.

“Le C.a.s.e. come Sant’Elia, Sant’Antonio, Camarda, sono fatte bene e inserite in aree urbanizzate, se reggono possono rimanere – asserisce – Alcune, invece, non hanno neanche senso, come quelle dove sono crollati i balconi”, e quindi per i nuclei di Cese di Preturo, Collebrincioni, Coppito, Sassa e Arischia si avvicina il rischio ruspe.

Ancora, per Cialente, “quelle che disperdono calore” sono anche da eliminare, e qui può venire incontro per farsi un’idea uno studio con termografie, fotografie a infrarossi delle pareti, realizzato nel 2012 dai tecnici di Legambiente.

Gli ambientalisti avevano rilevato in sette tipologie diverse di edifici “criticità rilevanti nella tenuta termica delle superfici opache esterne”.





Queste sette tipologie, e i relativi difetti, riguardavano 85 edifici localizzati nelle frazioni di Sant’Elia, Tempera, Bazzano, Paganica Sud, Paganica 2, Roio Poggio, Assergi, Coppito, Sant’Antonio, Camarda, Gignano, Cese di Preturo.

Incrociando le conferme e le bocciature del primo cittadino con queste rilevazioni, verrebbe fuori il seguente scenario, ovviamente ipotetico e tutto da discutere.

Sicure: Sant’Elia 1, Sant’Elia 2, Sant’Antonio, Camarda
Verso la conferma: Pagliare di Sassa, Roio 2, Gignano
In bilico: Tempera, Bazzano, Paganica Sud, Paganica 2, Roio Poggio, Assergi, Coppito 3
Da eliminare: Cese di Preturo, Collebrincioni, Coppito 2, Sassa, Arischia

“Capisco che per molti è un peccato rimuovere questi alloggi, ma non si può fare la battaglia per ricostruzione perfetta e poi tenersi C.a.s.e. e Map – prosegue Cialente – E poi la Corte dei conti europea ci ha detto che queste abitazioni dovrebbero essere temporanee. Confermo che in buona parte il Comune ne farà un uso di housing sociale, ma dall’altra parte non possiamo neanche creare dei ghetti”.

Ma la demolizione non sarà un’ulteriore spesa, la classica “acqua bollente sopra il cotto” come recita un noto adagio aquilano?

“Le demolizioni con una gara non costeranno molto, si investe in  un piano pluriennale e poi molti materiali rivendibili – conclude Cialente – Se fossi io il sindaco di qui a 10 anni, è un ragionamento che farei”.

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