CORONAVIRUS: INTERVISTA A PRESIDENTE PALLOTTA; PARTITE IVA E ALTRI COLLABORATORI NON DIPENDENTI NON AVRANNO ASSEGNO DA 600 EURO, 'EPPURE FANNO SERVIZIO ESSENZIALE E RISCHIANO CONTAGIO PER INFORMARE CITTADINI'

‘A GIORNALISTI PRECARI NEANCHE ELEMOSINA’; ODG ABRUZZO, ‘GOVERNO CAMBI DECRETO’

28 Marzo 2020 07:00

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Neanche un micragnoso assegno da 600 euro una tantum. I giornalisti a partita Iva, iscritti alla gestione separata, assieme ai collaboratori occasionali, oramai la maggioranza di chi ha ancora la voglia di fare questa professione, sono stati del tutto dimenticati dal decreto Cura Italia, varato dal governo Conte bis, e in attesa del decisivo passaggio alle Camere, per far fronte alla devastazione sociale ed economica che già  la sta scatenando la pandemia del coronavirus.

Una ''discriminazione intollerabile”, per il presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, contattato da Abruzzoweb, mentre era al suo posto nella sede aquilana, tenuto conto che l’odg è raggiungibile telefonicamente h24 per qualsiasi esigenza e richiesta informazione degli iscritti.

“Anche noi – spiega subito Pallotta – come tante categorie professionali abbiamo protestato, abbiamo fatto sentire la nostra voce. Speriamo che il governo abbia capito. C’è un interlocuzione in corso, e il sottosegretario all’Editoria Andrea Martella, sembra che abbia compreso che questa disparità vada sanata in sede di conversione in legge”.

Il decreto legislativo 18 del 2020, prevede infatti che i giornalisti che hanno regolare contratto, potranno godere di cassa integrazione, come gli altri lavoratori dipendenti.





Tutti i loro colleghi, che spesso e volentieri fanno lo stesso lavoro, magari nella scrivania affianco, anche se pagati di meno e senza nessun diritto, licenziabili con uno schiocco delle dita, spesso costretti ad avere più di una collaborazione per portare a casa una parodia di stipendio, non rientrano invece nemmeno in quanto prevede l’articolo 27, non sono cioè beneficiari dell'indennità una tantum di 600 euro per il mese di marzo.

Riservata infatti a liberi professionisti iscritti alla Gestione separata Inps, come ad esempio artigiani e commercianti.

 Restano invece esclusi i liberi professionisti iscritti alle casse obbligatorie, come avvocati, geometri, architetti, ingegneri e psicologi. E appunto i giornalisti, iscritti all’Inpgi, che per la cronaca è gravato da un buco di oltre 170 milioni di euro.

“Diciamoci la verità – si accalora Pallotta – già quei 600 euro sono un’elemosina, sono offensivi. Non consentono a nessuno, tantomeno ad un giornalista autonomo, di avere un minimo di ristoro del danno subito causa forza maggiore, visto che deve farsi carico anche di tante spese di tasca sua, si pensi solo agli spostamenti con mezzi propri, attrezzature, costi di telefono e internet”.

Cosa ancora più grave, tenuto conto che i giornalisti precari, in parte importante, si sono visti azzerare o ridurre le collaborazioni che intrattenevano. Sono i primi ad essere fatti fuori se un impresa editoriale già intravede il collasso definitivo. E in molti stanno lavorando in queste settimane, a rischio di beccarsi il virus, per raccontare, ciò che sta accadendo nelle città spettrali. C'e' poi chi da casa, spesso per compensi ridicoli,  scrive tutto il giorno, e aggiorna siti di informazione. Travolto da  valanghe di comunicati stampa, in parte siginficativa inessenziali, vergati da pletore di consiglieri e onorevoli, che devono dimostrare, con la loro fregola comunicativa, di esistere  e di meritarsi il loro lauto stipendio, anche stando a casa, anche se non sono in prima linea, e neanche in seconda  e terza linea.





“Quello che è ancora più grave – conferma Pallotta – è che i giornalisti svolgono in queste drammatiche settimane una funzione essenziale, siamo una categoria a rischio, come il personale sanitario, le forze dell’ordine, la Protezione civile”.

E c’è un altro aspetto da considerare: il ruolo del giornalismo, con i vecchi arnesi del mestiere, tipo il discrimine delle fonti e la verifica di una notizia, è decisivo nell’arginare un altro virus che sta dilagando, sempre di più, giorno dopo giorno, quello della disinformazione, delle fake news, del complottismo e delle dicerie a ruota libera che impazzano sul web.

“In tempi normali tanti politici tendono a sottovalutare l'importanza della professione giornalistica. Ora si rendono conto quanto sia importante, in questa fase di emergenza, informare in modo corretto e puntuale i cittadini, di quanto l'improvvisazione faccia danni incalcolabili, come pure la disinformazione, veicolata sui social. E lo hanno capito anche i cittadini, che sempre di più consultano mezzi di informazione, seri e affidabili accessibili on line”. Filippo Tronca

 

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