ELEZIONI PRIMAVERA: ATTESA NEL CENTRODESTRA RESPONSO TAVOLO ROMANO PER CANDIDATO SINDACO INTANTO COLONNELLI MELONIANI NON VOGLIONO PRIMO CITTADINO USCENTE; PD E ALLEATI RESTRINGONO SCELTA SU RISPOLI E FERRARA. INCOGNITA IV E M5S

VOTO CHIETI: DI PRIMIO IN FDI, E’ SCONTRO DI STEFANO STAND BY, SINISTRA VERSO QUADRA

15 Febbraio 2020 07:33

Chieti - Politica

CHIETI – Nel centrodestra resta in standby, per non dire nelle sabbie mobili, la candidatura a sindaco di Chieti dell’ex parlamentare e consigliere regionale Fabrizio Di Stefano, lanciato il 23 dicembre dalla Lega, contro cui però si sono messe di traverso sia Forza Italia che Fratelli d’Italia. In attesa che il nodo venga sciolto dai tavoli romani, ci ha pensato ad agitare ulteriormente le acque del centrodestra, il sindaco uscente Umberto Di Primio, eletto con Forza Italia, e ora senza partito, che ha annunciato il suo imminente ingresso in Fratelli d’Italia, accolto dai vertici, ma contro cui si registra la levata di scudi dei colonnelli chietini del partito. 

E così il centrosinistra, potrebbe recuperare il terreno perduto, lanciando per primo il candidato sindaco. In attesa che il Movimento 5 stelle decida se allearsi o correre da solo. 

E ancora fluido e confuso, come si può vedere lo scenario in vista delle elezioni comunali di primavera. 

Per quanto riguarda la proposta Di Stefano, a pesare è la richiesta dell’assessore regionale alle Attività produttive, Turismo e Cultura Mauro Febbo, uomo forte della politica chietina, di indire le primarie di coalizione, in cui Fi sarebbe pronta a lanciare il nome del funzionario della Prefettura Maurizio Formichetti. Un problema, per non dire uno smacco per la Lega, che ha lanciato il 22 dicembre la candidatura di Di Stefano, ex aennino, nella Lega da un anno circa, alla presenza del leader nazionale, Matteo Salvini. 

Il tavolo convocato a palazzo dell’Emiciclo il 21 gennaio, non è riuscito a trovare la quadra, e da allora tutto, almeno verso l’esterno, tace.

Febbo in quell’occasione ha ribadito che Di Stefano è una “scelta di spessore”, aggiungendo però che “dopo dieci anni di governo della città l’elettorato si aspetti un maggiore slancio per questo proponiamo un nostro candidato sindaco come Maurizio Formichetti che secondo, a nostro avviso, riscuote di grande apprezzamento”.

Fdi sarebbe anche pronto ad appoggiare Di Stefano, come più volte sostenuto dal coordinatore regionale Etel Sigismondi, sopreatutto se “l’indicazione dovesse arrivare direttamente dai vertici nazionali del partito”. Ma ha anche aggiunto:  “non ci tiriamo indietro in caso di primarie con la presentazione di un nostro candidato sindaco“.





E così il candidato del centrodestra alla file lo decideranno a Roma i leader nazionali. Non sarà una scelta facile, e non arriverà certo nelle prossime ore. Perché le mosse per Chieti in Abruzzo si incrociano con quelle che riguardano Avezano, dove anche lì la Lega vuole imporre il suo candidato, e dove puntano i piedi ancora una volta Fdi e Fi. Per non parlare delle tante partite, e altrettanti conflitti, che riquadrano le altre tornate elettorali amministrative di primavera, in tutta Italia. 

Intanto a complicare ancor di più la partita di Chieti ci ha pensato il sindaco a fine mandato Di Primio, uscito da Forza Italia, dopo un logorante scontro con Febbo, che gli ha messo non pochi bastoni tra le ruote, e che ora si appresta ad entrare in Fdi. Il coordinatore Sigismondi, è pronto ad accoglierlo, visto che porterebbe in dote un buon pacchetto di voti, oltre che un buon bagaglio di esperienza amministrativa.

Di Primio a scanso di equivoci ha subito detto che non si candiderà come consigliere, e vuole solo lavorare per un partito nel quale sci si riconosce.

Ma questo non è servito a placare i colonnelli di Fdi, contrari all’ingresso di un personaggio così ingombrante, a cominciare vicesindaco Giuseppe Giampietro, l’assessore Carla Di Biase e il consigliere Nicola Rapposelli

E così mentre nel centrodestra ci si scontra, in attesa del fatale responso del tavolo romano, il centrosinistra potrebbe trovare per primo la quadra intorno al nome giusto per avere una qualche speranza di conquistare uno storico feudo del centrodestra. 

I nomi che si sono affermati a seguito di tanti summit e riunioni sono quelli di Stefano Rispoli, consigliere uscente del gruppo Chieti da Capo, e del consigliere del gruppo Chieti per Chieti, Diego Ferrara, della lista la lista fondata da Luigi Febo, già candidato sindaco cinque anni fa. 

Entrambi con diversi gradienti, godono dell’apprezzamento del Partito Democratico, Sinistra italiana, Articolo 1 e le varie civiche.





C’è poi un terzo incomodo, Bruno Di Paolo, ex consigliere regionale e punto di riferimento della Democrazia Cristiana per le Autonomie che ha presentato la lista civica “Giustizia Sociale”, sganciata, a suo dire, da tutti i partiti annunciando, inoltre, di avere già pronte trenta persone da presentare nei trenta collegi elettorali. Il centrosinistra gli ha chiesto di dare un apporto alla coalizione, ma lui ci sta riflettendo.

Resta l’incognita Italia Viva. I renziani andranno da soli, per misurare la loro forza, oppure entrarono afa parte della coalizione di centrosinistra? 

C’è chi assicura che, visti i sondaggi non certo lusinghieri, alla fine sarà sceglierà la seconda opzione, ma  Il consigliere uscente di Italia Viva Alessandro Marzoli, ex Pd, ha lasciato intendere che servirebbe un candidato sindaco di vera rottura e un volto nuovo. Non insomma Rispoli o Ferrara.

Dall’altra parte però il leader regionale dei renziani il deputato Camillo D’Alessandro, ha una fitta interlocuzione in corso con il Pd, e con il consigliere regionale Giovanni Legnini, altro uomo forte della politica chietina. 

C'è infine da chiedersi cosa farà il M5S. A Chieti, come recentemente ha lasciato intendere la deputata Daniela Torto, l’ipotesi di un alleanza con in centrosinistra è percorribile, purché il candidato sindaco esprima discontinuità e indipendenza. 

Ma la risposta difficilmente arriverà prima degli Stati Generali in programma tra il 13 e il 15 marzo a Torino, ove si prenderanno decisioni anche sulle scelte da fare alle elezioni amministrative. ft

 

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