''OGGI INTERNET COMANDA L'HARD. VORREI FARE QUALCOSA PER L'AQUILA''

VITTORIA RISI, UNA DONNA MAIUSCOLA ”OLTRE IL PORNO, TRA ARTE E SHOW-BIZ”

di Roberto Santilli

22 Aprile 2012 11:58

Regione - Gallerie Fotografiche

ALBA ADRIATICA – Ha una dolcezza che non finisce mai. Ha una visione artistica della sua professione di pornostar, ma, soprattutto, della vita.

Si vede, si ‘sente’ quando le siedi accanto. La volgarità? No, quella non abita a casa di Vittoria Risi. Lei dipinge, ha talento. Il tempo perduto, esposizione di alcuni suoi lavori, ha stupito tutti.

Questione di anima, non solo di curriculum. La Risi non intende smettere di crescere, di migliorare. Guardando il mondo intorno a sé con gli occhi di sempre, uno sguardo a metà fra tenerezza e passione sfrenata.

Mettendo sempre al primo posto ciò che è, senza ombra di dubbio: una donna che sa quello che vuole. Una donna con un cervello così. Il corpo? Beh, sì, anche quello. Ma non solo.

Che ci crediate o no, se vi sedete accanto a Vittoria Risi, vi perderete innanzitutto nei suoi occhi stellati e non altrove. E ascolterete in religioso silenzio le sue mini-lezioni sui pittori impressionisti.

Su un divanetto dell’Invidia di Alba Adriatica (Teramo) del ‘vate’ Antonio Sacchetti, dopo Roberta Gemma AbruzzoWeb ha intervistato la splendida attrice e pittrice veneziana, che nel 2009 interpretò un monumento del cinema hardcore, Moana Pozzi, “il mito difficile da raggiungere e una vera donna di classe” in una pellicola di Riccardo Schicchi.

Dopo il diploma all’Accademia delle Belle Arti di Venezia e dopo aver lavorato come agente immobiliare, la Risi sceglie l’arte di far godere se stessa e gli altri. Perché l’arte, lo scoprirete a breve, scorre nelle vene e nell’anima di questa splendida creatura.

Vittoria Risi, quand’è che ha cominciato a fare l’attrice di film hard?

Cinque anni fa. Non credevo che per fare questo tipo di cinema e per gli spettacoli hard ci fosse dietro una preparazione durissima, non soltanto la presenza davanti a una telecamera. Da veneziana doc, sempre piuttosto lenta, ho dovuto cambiare i ritmi di vita. Mi ha aiutato l’aver già guardato i film hard. Ho anche una collezione di fumetti erotici, come quelli di Giovanna Casotto. Mi ispiravo già al sesso, per capirci. Così, ho scelto di rappresentare una donna con una forte connotazione erotica.

Ha studiato il suo personaggio?

Assolutamente no. Quello che dico, faccio. Sono realmente così, io il sesso l’ho fatto davvero, non è che mi sono messa a fare questo mestiere dall’oggi al domani.

L’ha aiutata l’emancipazione sessuale del Nord-Est?

Potrebbe sembrare che dalle mie parti ci sia emancipazione, ma in realtà tutti si nascondono quando fanno certe cose.





Dopo cinque anni a livelli altissimi, di film e di spettacoli, non si sente un po’ stanca?

Ho avuto bisogno di più tempo rispetto ad altre che hanno già esperienza di lap dance e quindi erano più sciolte di me davanti al pubblico, ma non sono stanca. Fin quando non avrò espletato tutte le mie fantasie erotiche, continuerò a girare dei film. Poi, in futuro mi occuperò della mia passione più grande: la pittura. Sono una creativa, punto sulla creatività anche quando faccio gli spettacoli, scegliendo musiche e costumi particolari. Studio anche recitazione, sto studiando all’istituto internazionale della Commedia dell’Arte a Venezia, che comporta un notevole sforzo fisico.

Il livello del porno italiano, attualmente?

C’è crisi. Internet oggi comanda il banco, ma si deve avere la voglia di adattarsi, di adeguarsi. Si può diversificare, io lo sto facendo. Le mie collaborazioni con importanti case di produzione italiane come Pinko, mi permettono di rendermi conto dei cambiamenti del mio settore e di essere sempre in onda. Quando mi contattano per un’ospitata in tv, vuol dire che il messaggio che mando è stato capito. Sono sincera, non costruita.

E questo chi mi guarda lo sa.

Gli italiani dovebbero adattarsi nella crisi? La sua terra d’origine, in fondo, è in crisi come il porno.

Da veneta, dico che siamo sempre stati costretti a inventarci qualcosa per guadagnare. Ma adesso la manodopera è estera, le aziende chiudono e vanno via dall’Italia. La situazione non è affatto semplice. C’è gente che ogni giorno resta a casa senza lavoro. Un vero guaio.

Cosa è cambiato nel mondo dell’adolescenza dal suo punto di vista? Differenze quando lei era un’adolescente?

I ragazzini di adesso sono abituati a trovare già tutto senza muoversi di casa. Fino a qualche anno fa per il porno bisognava spostarsi, muoversi. Oggi no, ogni cosa è a disposizione di tutti. Il porno lo fanno tutti rispetto a prima, quando erano sempre i soliti a lavorare in questo mondo. E si può trovare qualsiasi tipo di fantasia, anche amatoriale.

Solo colpa del Dio Internet?

Internet ha cambiato le cose, sì.

E le pillole per aiutare gli attori? Rocco Siffredi a noi ha detto che negli Usa c’è un uso massiccio. Da noi?

Non so, probabilmente gli attori hanno bisogno di aiuto, ma è normale. Sostenere una scena di tre ore, passare dall’hard, al soft e poi al condom non è una cosa semplice.

Il suo rapporto con il mondo dello showbiz?

Quando inizi qualcosa di nuovo, quando entri in un mondo nuovo, che non conosci, qualche difficoltà c’è sempre. Grazie a una persona per me speciale, Vittorio Sgarbi, conosciuto in un giro di intellettuali (fecero scalpore il loro flirt e la scelta di Sgarbi di spogliare la Risi per una mostra su Giorgione, oltre alla ‘perla’ alla Biennale d’arte di Venezia di quest’anno, la Risi nuda come opera d’arte seduta su un trono di
Gaetano Pesce nel Padiglione Italia curato da Sgarbi), sono entra
sono entrata in una sorta di salotto buono, che comprende non solo la tv, ma anche la cultura.

Mi sento ‘difesa’, a Venezia sono stata accolta e tutelata. Vengo presa come una persona da mandare avanti, una persona che riesce a mandare un messaggio forte. Nella città lanugare faccio parte di un’associazione dei cittadini veneziani, ho preso parte anche ad alcune manifestazioni. Significa che comunque piace ciò che faccio e come lo faccio.

E la Juventus?

Amo la Juve. Ma non voglio parlarne, c’è da tenere duro per il finale di campionato.

Ricordiamo i complimenti a David Trezeguet e quelli recenti ad Arturo Vidal, due idoli bianconeri.

Gli uomini di colore hanno una caratteristica corporea più soda e armomica rispetto alla media, mi piacciono molto.





Sa cucinare?

Sì, molto bene. E anche lì devo metterci l’inventiva. Da buona veneta, sono bravissima a fare i risotti.

Se vivesse in un altro Paese? Avrebbe trovato più emancipazione rispetto all’Italia?

È un problema che non mi pongo. Forse da noi questa professione qualche problema a chi la fa, qualche grattacapo lo provoca. Sull’isola in cui vivevo e dove vivono i miei, si sono divisi in due fazioni: chi sta dalla mia parte e chi è contro. La mia famiglia non ha mai accettato la mia professione, ma la mia libera scelta rimane, non mi importa del giudizio degli altri. Si può scegliere di guardare i miei film, oppure no.

Si butterebbe in politica?

No. Come già detto a La Zanzara di Radio24, io “sto sopra le parti”.

Il miglior attore con cui ha lavorato?

Ian Scott. Pure se sta facendo cose grosse, in realtà non te ne rendi conto. Sa bene come usarlo, ecco.

Il pittore a cui si ispira?

William Turner, un impressionista, tra i primi a trovare la via dell’astrattismo della natura. Il mio è un astrattismo atmosferico: catturo le atmosfere e le metto su una base astratta.

Non può sfuggire alla domanda sull’Aquila. Cosa sa del 6 aprile 2009?

Credo che sia stata una catastrofe. E credo che sia un delitto lasciare senza cure le vostre bellezze artistiche. Mi piacerebbe fare qualcosa di concreto per questa città stupenda, davvero. Io che conosco e amo l’arte mi rendo conto di quanto sia tremendo il danno del terremoto sui tesori artistici aquilani.

Vittoria si alza per affrontare la notte abruzzese. Deve salire sul palco, è tempo di stupire. Non un “tempo perduto”, o forse sì. Prima di lasciarsi andare a modo suo di fronte a tanta gente, anzi, a tanti maschi, ci concede qualche altro minuto con una dolcezza e una profondità d’animo uniche. Un ultimo passaggio nei suoi occhi di cielo, poi via.

Lei a occuparsi della sua arte, noi a scrivere di una donna maiuscola. In ogni senso.

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