DOPO LUNGO BRACCIO DI FERRO MARSILIO FIRMA ORDINANZA CON ACCORDO PER AFFIANCARE SANITA' PUBBLICA NELL'EMERGENZA; VERI', ''NESSUN AGGRAVIO DI SPESA'', OBBLIGO DI GARANTIRE MISURE ANTI-CONTAGIO; DETTAGLI ACCORDO

VIRUS: IN CAMPO ANCHE CLINICHE PRIVATE, OSPITERANNO PAZIENTI COVID E NO COVID

9 Aprile 2020 20:04

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Coinvolgere le case di cura private accreditate della Regione Abruzzo nell’emergenza coronavirus. E concludere con esse “accordi di collaborazione” validi per due mesi, per poter trasferire i pazienti no covid dagli ospedali pubblici, da sottoporre anche a interventi chirurgici, per curare pazienti covid, ed anche per ospitare pazienti covid in ripresa dopo la fase acuta ma non dimissibili.

Il tutto ovviamente remunerato, ma senza sforare il budget annuale previsto, anticipando però dell'80 per cento quello mensile, riservadosi di aumentare le somme, finita l'emergenza per smaltire le liste di attesa, che si stanno drammaticamente allungando. E un ristoro per il periodo di inattività forzata in merito alla quale non si indicano extra budget a “corredo” dei 250 milioni di euro che la Regione già destina al variegato mondo della sanità privata. 

È quanto prevede l’ordinanza firmata ieri sera dal presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia. 

La risposta a lungo sollecitata dal potente comparto della sanità privata abruzzese, finora duramente e paradossalmente danneggiata, dall’emergenza sanitaria. Una decisione giunta al termine di un duro braccio di ferro combattuto anche con dure missive e con il coinvolgimento dei sindacati delle cliniche private.  

L'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, tiene in una nota a precisare che “Il coinvolgimento degli operatori privati (in possesso dei necessari requisiti strutturali e di sicurezza) nella gestione dell'emergenza legata al Covid 19 è stabilita dai decreti del Governo nazionale, non comporta alcun aumento di spesa per le casse regionali e, contemporaneamente, ci consentirà una ancora migliore gestione della presa in carico dei pazienti nel caso la situazione dovesse malauguratamente peggiorare. In ogni caso i privati entreranno in campo solo nel momento in cui dovessero essere esauriti i posti letto negli ospedali pubblici dedicati ai positivi al virus”.

Le case di cura, sin dall’inizio, su sollecitazione della Regione, avevano comunicato sia i letti a disposizione, ordinari e di terapia intensiva, sia i presidi necessari per l’emergenza, limitando e in molti casi azzerando la loro attività.

Ma poi non sono state coinvolte dalla Regione e dalle Asl come gli sarebbe stato garantito.

Da qui il grido d‘allarme dell’Acop e dell’Aiop, i due sindacati maggiori delle case di cura private,  e dell’Acop, i quali hanno evidenziato che “la sospensione di tutte le attività sanitarie di elezione ha quasi azzerato il fatturato delle strutture per acuti che, comunque, a fine mese si troveranno a dover corrispondere le retribuzioni al personale”. A seguire un lungo elenco di richieste e proposte, a cominciare da quella di essere coinvolte nella cura dei pazienti covid o no covid, al di là delle specialistiche.

Il 31 marzo la svolta, con l’annuncio dell’assessore Verì, della Lega, di un accordo trovato con le cliniche private, in merito ad una bozza di contratto che regola il loro coinvogimento.  Quello allegato all’ordinanza.





A mutare lo scenario – c’è chi dice proprio per sbloccare il rapporto con i privati e non per la reale necessità alla luce dei contagi che sembrano sotto controllo – è stata la dichiarazione del “livello 4” di emergenza, che permette la riconversione di reparti ospedalieri per creare ospedali covid, se nelle aziende sanitarie non ci fossero soluzioni in strutture pubbliche diverse dagli ospedali maggiori. 

Con il ricorso ai privati per le prestazioni ordinarie non urgenti per il momento sospese.

Ipotesi confermata dal Comitato regionale emergenza-urgenza (Crea), e suffragata dal parere del referente sanitario regionale per le emergenze, Alberto Albani, direttore Unità operativa complessa Medicina e Chirurgia d’Urgenza della Asl di Pescara.

Ed ecco dunque l’attesa ordinanza che stabilisce di “implementare il coinvolgimento delle case di cura private accreditate della Regione Abruzzo nell’emergenza Covid-19”, prevedendo anche “la prorogabilità e/o l’implementazione dei contenuti degli accordi, ove richiesto dal servizio sanitario regionale, e previo parere del Crea”.

Si ribadisce, nell’ordinanza, la necessità “di tenere fermo, in capo alle strutture sanitarie private l’obbligo del rispetto della normativa nazione in materia con la messa in campo di tutte le misure atte ad evitare le condizioni di contagio a carico dei pazienti Covid negativi, secondo percorsi distinti e isolati in uso presso le Aziende sanitarie pubbliche e secondo i protocolli di utilizzo dei Dispositivi di protezione individuale”.

Per quel che riguarda l’aspetto economico, l’ordinanza stabilisce di far gravare gli oneri economici derivanti dagli accordi di collaborazione “sugli stanziamenti aziendali già previsti dalla programmazione economico finanziaria regionale 2020 per l'acquisto di prestazioni ospedaliere da privato”.

Ma si aggiunge che “al termine della fase emergenziale, per garantire il celere smaltimento delle liste di attesa medio tempore implementate, l’esigenza di riversare sulla programmazione economico finanziaria regionale 2021 per l’acquisito di prestazioni ospedaliere da privato, eventuali economie sugli stanziamenti aziendali già previsti dalla vigente programmazione”.

Venendo al dettaglio dell’accordo, si legge nello schema di contratto che la Asl di riferimento dovrà anticipare a titolo di acconto alla struttura stessa, esclusivamente per la durata dell’accordo, l’80% del tetto di spesa mensile autorizzato per il 2020 per le attività di ricovero. Al fine di garantire la liquidità alle case di cura che nell'ultimo mese hanno incassato poco o nulla.

Per l’attività svolta sulla casistica medica no covid, dovrà essere corrisposta la tariffa piena. Abbattuta del 15 per cento esclusivamente nel caso in cui il personale medico-chirurgo venga messo a disposizione della clinica privata da parte dall’azienda sanitaria regionale.





Ecco invece le tariffe giornaliere a favore delle cliniche che si prenderanno cura dei pazienti covid: alle strutture private senza posti letto di terapia intensiva spettano 250 euro per ogni posto letto al giorno, alle strutture private con posto letto di terapia intensiva spettano 250 euro per un posto letto ordinario, 700 euro per un posto letto di terapia sub-intensiva e 1.100 euro per un posto letto di terapia intensiva. Ovviamente al giorno.

La struttura privata è poi abilitata ad effettuare direttamente con proprio personale i prelievi per gli esami diagnostici ai ricoverati mediante tampone e ad inviare il materiale raccolto, secondo le modalità di trasporto e di sicurezza condivise, ai Centri di riferimento individuati dalla Regione dai quali riceveranno i relativi risultati.

La clinica privata dovrà impegnarsi a mettere a disposizione delle Asl il proprio personale sanitario, sulla base delle necessità che il referente sanitario regionale per le emergenze, di seguito, esprimerà in funzione dell’emergenza.

Pertanto la struttura si impegna a fornire tempestivamente l’elenco del personale sanitario disponibile.

La messa a disposizione del personale da parte della Struttura sarà remunerata, per ciascuna delle figure professionali e per il relativo periodo di assegnazione, nella misura del valore del trattamento economico previsto dai contratti.

Infine si prevede, sempre nei limiti dei tetti di spesa annuali e per il periodo residuo fino alla fine dell’anno 2020, “un incremento del budget mensilizzato della struttura privata pari al rateo mensile della minore produzione in valore per il periodo di sospensione delle attività disposto dalle ordinanze del presidente della Regione”.

“Ai privati – spiega ancora l'assessore Verì – è concesso di accogliere pazienti nei limiti del budget già loro assegnato per l'anno in corso, senza alcun aggravio per la Regione. Nel contratto, inoltre, vengono stabiliti con precisione i setting assistenziali legati all'emergenza”.

La Verì rimarca che il governo regionale ha predisposto tutti gli strumenti per adeguarsi a quanto previsto dal Decreto 18 del Governo nazionale, che stabilisce i criteri di implementazione dell'assistenza sanitaria nelle varie Regioni.

“Come ho detto più volte nelle ultime settimane – continua – abbiamo il dovere di non farci trovare impreparati nel caso la pandemia dovesse improvvisamente peggiorare, perché purtroppo nessuno può sapere quale sarà la futura evoluzione. La Regione ha messo precauzionalmente in campo tutti gli strumenti non solo per garantire l'assistenza ai pazienti Covid, ma sta ponendo le basi anche per una ripresa graduale dell'assistenza sanitaria per le altre patologie, che in questo momento di emergenza è stata in parte rinviata, fatte salve le urgenze”.  ft

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