VI PRESENTO BERLUSCOLANDIA: FA PARLARE DI SE’ IL LIBRO DEL REPORTER ZAPPADU EDITO DA MONDO NUOVO

19 Marzo 2019 06:15

Pescara - Cultura

PESCARA – “Quando ho fotografato Mirek Topolànek non sapevo chi fosse, da dove venisse e perché avesse una grande confidenza con il premier Silvio Berlusconi, tanto da permettersi di girare nudo per Villa Certosa. Completamente nudo e in evidente stato di massima eccitazione”.

A raccontarlo, al quotidiano La Nuova Sardegna, è il fotoreporter Antonello Zappadu,  che ha ottenuto fama internazionale per gli scatti imbarazzanti con soggetto Villa Certosa, a Porto Rotondo, buen ritiro dell'ex premier Silvio Berlusconi e i suoi ospiti, (tra cui Topolànek, primo ministro della Repubblica Ceca). Foto che hanno fatto il giro del mondo e quello dei tribunali. Oltre 80 mila, una cui selezione è stata ora pubblicata in esclusiva nel libro “Vi presento Berluscolandia”, un avvincente racconto per parole e tante immagini, edito da Edizioni Mondo Nuovo, tra le più dinamiche e originali case editrici abruzzesi.

Un libro che parte dalla genesi, quando agli inizi degli anni '70 la proprietà di soli quattro ettari e mezzo, con all’interno un piccolo rudere, passò dalle mani di Flavio Carboni a quelle di Berlusconi che all’epocala volle battezzare: Il Monastero.





Libro che esce proprio quando Berlusconi si appresta a candidarsi alle elezioni europee di maggio, in tutta Italia con l’esclusione dell’Italia centrale dove a correre sarà Antonio Tajani, presidente uscente del Parlamento europeo.

“Dal 2007 al 2011 gli scoop di Antonello Zappadu – scrive la Nuova Sardegna  – ha immortalato con i suoi scatti le frequentazioni di Berlusconi nella sua reggia in Gallura. Un album con dentro di tutto: le feste e le escort, la pizzeria e le camere da letto nella villa, gli abusi edilizi, il villaggio nuragico e le tombe fenicie con i reperti archeologici, i disastri idrogeologici, il bunker e il tunnel sottomarino, la foresta incantata e la grotta di Pinocchio, le gigantesche testuggini caraibiche, i voli di Stato, i servizi segreti e i cecchini armati sino ai denti disseminati lungo il perimetro della villa. Infine una perla: il momento della consegna di un avviso di garanzia nel 2007”.

“Nell’immaginario collettivo Villa Certosa – scrive ancora la Nuova Sardegna nel recensire il libro –  non è solo la dimora esageratamente ricca e sfarzosa di un politico miliardario nel buen retiro di Porto Rotondo. È anche e soprattutto il simbolo di una stagione politica e di costume. È l’immagine emblematica del berlusconismo inteso come manifestazione di un potere assoluto che apre tutte le porte e nasconde tutte le ombre dietro il velo impenetrabile del segreto di Stato. Villa Certosa è stato il tempio di tutto questo, il teatro dove è andato in scena il legame venefico tra denaro e potere politico. L’esercizio arrogante del ''fare quello che si vuole', piegando leggi, usi e costumi. Dettando un nuovo stile, nel segno del comando”.





La Nuova Sardegna, va ricordato, nel mese di maggio del 2004 è stato il primo giornale del mondo a raccontare quello che succedeva dentro le mura superprotette della villa.

I reportage, ricorda il quotidiano sardo sono costati a Zappadu “qualcosa come otto processi, in sede penale e civile, diverse perquisizioni alla sua persona e alla sua famiglia, sequestri di computer, memorie, schede fotografiche, materiale fotodigitale, centinaia di cd e dvd. E poi un licenziamento per giusta causa dal gruppo editoriale dove svolgeva il lavoro di fotoeditor e fotoreporter”.

“Tutto questo per quello stramaledetto ideale che spinge a riferire sempre la verità, anche a costo di farsi del male”, commenta il fotografo.

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