VENE VARICOSE: A L’AQUILA LA RIVOLUZIONARIA TECNICA HELVES

di Mariangela Speranza

17 Novembre 2014 08:35

L'Aquila - Video

L’AQUILA – Si chiama Endo laser Vein System (Elves) e rappresenta uno dei sistemi più all’avanguardia per il trattamento delle vene varicose.

Una metodo rivoluzionario per quanto riguarda l’approccio medico dell'incontinenza venosa della grande e piccola safena, che per tutti rappresentano la causa principale della comparsa delle antiestetiche e problematiche varici degli arti inferiori.





“Si tratta di una tecnica dall’efficacia largamente garantita e dimostrata – dichiara ad AbruzzoWeb uno dei pochi specialisti in grado di utilizzarla, Alessandro Mastromarino – e, secondo quanto affermato dalle ultime revisioni della letteratura, sembra addirittura che sia la migliore anche in termini di scarsità di complicanze”.

A detta dello stesso Mastromarino, chirurgo vascolare aquilano, con un dottorato di ricerca in Chirurgia sperimentale e un master di secondo livello in Tecniche endovascolari, oltre che un attestato di partecipazione al corso di aggiornamento “Nuove tecnologie nel trattamento delle varici degli arti inferiori”, la tecnica Elves riuscirebbe infatti ad approcciare miratamente al problema e “attraverso l’utilizzo di un kit specifico dotato di sondina ecdoppler, ad essere al contempo il meno invasiva possibile”.

Nessun taglio, infatti, come avviene ad esempio per sistemi come lo stripping, nessun ematoma o rischi di trombosi. Solo una piccola quantità di anestetico somministrato per tumescenza, sotto cioè guida ecografica, e un piccolo intervento in day hospital, a seguito del quale il paziente potrà poi tornare subito a casa.





“Si rimane in sala operatoria solo per trenta minuti – spiega Mastromarino, che opera nel centro medico polispecialistico Medical Servizi del capoluogo – e il paziente, seppur con qualche accortezza come per esempio il costante utilizzo di una calza elastica, sarà in grado di riprendere con le sue normali attività già dopo un'ora e mezza”.

Poche o pressoché nulle anche le controindicazioni dello stesso intervento, fatta ovviamente eccezione per qualche caso particolare: è infatti importante che i pazienti siano predisposti geneticamente all’intervento perché, come tiene a precisare lo stesso chirurgo vascolare “chi è in possesso di vene ingrossate, tortuose o già sottoposte a scleroterapia, potrebbe anche incorrere in alcuni gravi problemi”.

“Lo stesso – conclude inoltre – vale per quei pazienti affetti da disturbi di coagulazione per i quali, data l’alta percentuale di rischio tromboembolico, sarà sempre necessario effettuare preventivamente delle profilassi epariniche”. 

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