L'ALTRA VITTIMA UN ASSICURATORE DI PESCARA APPASSIONATO DI SPORT

VALANGA SUL GRAN SASSO TERAMANO DUE MORTI, UNA GUIDA ALPINA ESPERTA

14 Dicembre 2014 16:25

Teramo - Cronaca

TERAMO – Due persone sono morte travolte da una valanga sul Gran Sasso teramano, a quota 2.400 sul Corno Piccolo, in località Prati di Tivo.

Una delle vittime è Pino Sabbatini, 50 anni, guida alpina esperta nonché volontario del Corpo Nazionale Soccorso Alpino (Cnsas) dell'Abruzzo, tecnico di elisoccorso e capostazione della stazione Cnsas di Teramo.

Accompagnava l'escursionista David Remigio, 43 anni di Pescara, lungo il cosiddetto “Canale di Mezzo”, una classica invernale di quel tratto di montagna. Tutti e due sono morti travolti dalla valanga.

Sabbatini aveva pubblicato poco prima dell'incidente una foto sulla sua bacheca di Facebook che lo ritraeva sorridente assieme al suo compagno di escursione.

“Hello! Now!”, il messaggio, stringato magari per non intorpidire le mani in quota digitando con il telefonino. Una foto che ora tutti gli amici e conoscenti commentano con dolore, increduli per la notizia.

I due sono stati travolti poco prima delle 13 di oggi dal distacco di una cornice di neve, provocato non si sa ancora se dall'innalzamento della temperatura o da escursionisti che si trovavano più in alto.

Procedevano a piedi, con piccozze e ramponi, in “conserva”, ovvero con la guida legata al cliente. Sorpresi dalla massa di neve, sono scivolati nel dirupo per circa 300 metri.

A dare l’allarme un gruppo di escursionisti che, dalla base della montagna, ha visto i due scivolare.

A recuperare i corpi, in località Canale di Mezzo, personale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino.

Sul posto elicotteri del 118, del soccorso alpino della Forestale di Pescara e di Rieti con medici e unità cinofile.





Nonostante le squadre di terra del Cnsas siano arrivate sul posto in breve tempo, per i due non c'è stato nulla da fare.

La segnalazione è pervenuta alla stazione dell'Aquila del Cnsas poco prima delle 13.

Il medico del Soccorso Alpino, Gianluca Facchetti, ha raggiunto la zona a bordo dell'elicottero del 118.

Sul posto il medico del 118 ha accertato che la morte dei due è sopravvenuta per traumi importanti.

I corpi sono stati trasferiti all'obitorio dell'ospedale di Teramo.

Sabbatini era molto conosciuto per la sua attività e per la sua famiglia sportiva. Le figlie sono campionesse dell'atletica teramana e la moglie, Mariella De Paulis lavora nel corpo Forestale dello Stato.

“Si tratta di un canalone a nord, magari il manto nevoso non era molto assestato ed è partita la valanga”, spiega ad AbruzzoWeb il maestro di sci ed esperto di montagna, Luigi Faccia.

“La montagna è pericolosa o meno nello stesso posto a seconda delle situazioni, le guide alpine le escursioni invernali le fanno, si tratta comunque di persone esperte”, conclude.

DAVID REMIGIO, LA PASSIONE PER LO SNOW E IL WINDSURF

Si chiamava David Remigio, 43 anni, l’escursionista deceduto ieri sul Gran Sasso insieme alla guida alpina Pino Sabbatini.

Era un appassionato di windsurf, apnea e nuoto, maestro di snowboard e telemark, sport che praticava accanto alla professione di assicuratore.

Nella Passion-school organizzava lezioni al mare e in montagna appoggiandosi in estate allo stabilimento Tortuga.





I suoi amici lo ricordano come un amante della vita, dinamico e sempre in attività.

A Pescara viveva con la madre Anna, in via Colle Scorrano.

“Oggi Pescara ha perso una delle persone più generose, più positive e piene di vita che io abbia mai conosciuto”, ha scritto una sua amica su Facebook.

 

GUIDE ALPINE: ''LA SUA VITA ERA IN MONTAGNA''

“La sua vita era in montagna e purtroppo in montagna è finita. Ci conosciamo da sempre, è venuta a mancare una persona importante per la montagna abruzzese”.

Così Agostino Cittadini, presidente del Collegio regionale Guide Alpine della regione Abruzzo, nonché responsabile della base di Elisoccorso 118 dell’Aquila, commenta ad AbruzzoWeb ancora incredulo, di ritorno dall’obitorio dell’ospedale di Teramo, la morte del suo collega e amico Pino Sabbatini, precipitato assieme a Remigio per 300 metri sul Gran Sasso teramano a seguito di una slavina.

“Era una guida alpina più che esperta, un tecnico di elisoccorso e stava facendo la salita con un cliente – spiega Cittadini – Non si capisce se qualcuno gli abbia fatto cadere addosso questa cornice di neve, sopra c'era sicuramente della gente, forse avranno causato involontariamente il distacco della neve”.

Cittadini fa presente che “la montagna di per sé è pericolosa, ma i problemi oggettivi una guida alpina li conosce, sicuramente Pino aveva fatto le valutazioni del caso. Stavano organizzati per muoversi in quell'ambiente, con i ramponi e l’attrezzatura – continua – Aveva il cliente legato con la corda, in conserva si dice, li ha travolti la valanga e non hanno potuto fare nulla”.

Il luogo della tragedia, il cosiddetto Canale di Mezzo, è “una salita non impegnativa, una classica che si fa di inverno. Sarà stata la millesima volta che avrà fatto quell'itinerario, lui che ha fatto spedizioni in tutto il mondo”, conclude. Alberto Orsini

Intanto, nella chiesa di San Bartolomeo a Teramo è stata allestita la camera ardente per la veglia di Pino Sabbatini mentre domani, alle 15, ci sarà il rito funebre nel Duomo di Teramo. 

Il sostituto procuratore di Teramo, Irene Scordamaglia ha infatti concesso il nulla osta alla sepoltura dell'esperto alpinista e dell'amico David Remigio

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