VACCINO AI BAMBINI: TRA PAURE E DUBBI, I MEDICI, ”ZERO RISCHI, IN ABRUZZO SI FA”

di Elisa Marulli

3 Novembre 2014 08:19

Regione -

L’AQUILA – L’Abruzzo non ha paura delle vaccinazioni.

Il panico che si è diffuso negli ultimi tempi dopo la circolazione di teorie sulla correlazione tra i vaccini e l’insorgenza di alcune malattie non spaventa i genitori della regione, che scelgono di proteggere i loro figli attraverso questa profilassi.

Probabilmente sono state le smentite fatte dalla comunità scientifica a far scemare il “timore” di un legame tra il vaccino trivalente non obbligatorio contro morbillo, parotite e rosolia (Mpr) e l'insorgenza dell'autismo.

Il presidente della società italiana di pediatria (Sip), Giovanni Corsello, ha spiegato che “studi che sono stati fatti e altri sono in corso non hanno evidenziato alcun legame''.





“Si tratta di disinformazione sanitaria”, ribadisce ad AbruzzoWeb il direttore del dipartimento di Prevenzione della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Giuseppe Matricardi, definendole “teorie senza fondamento scientifico, speso diffuse attraverso il web, in cui le informazioni non vengono filtrate”.

“Non posso che ribadire che il vaccino è una norma di sicurezza per il futuro dei bambini e degli adulti – aggiunge Matricardi – e che ogni informazione contraria deve essere denunciata e l’autore accusato di divulgazione di notizie false atte a procurare allarme”.

È importante chiarire che ci sono vaccinazioni obbligatorie (poliomelite, tetano, difterite ed epatite B) e facoltative (pertosse, morbillo e rosolia).

“La mancata vaccinazione è considerata una malpractice (ovvero malasanità dovuta a negligenza, ndr), salvo che il genitore non faccia espresso dissenso informato – spiega ancora – Quest’ultimo può essere fatto solo per le facoltative. Noi comunque segnaliamo sempre l’eventuale decisione all’autorità minorile”.

I casi di chi dice no alla vaccinazione facoltativa sono pochi sul territorio aquilano, “non più di cinque l'anno su tutta la provincia. Anche a livello regionale la tendenza è la stessa”, aggiunge.





La cosa fondamentale è che la copertura delle vaccinazioni sia sempre del 100%, in modo che il morbo non si diffonda nel territorio e non costituisca un rischio per gli adulti.

“Prendiamo per esempio il morbillo: se non si arriva alla percentuale massima, si possono accumulare delle sacche ‘suscettibili’ – chiarisce Matricardi – che possono portare a fiammate di malattia che, se presa in età adulta, diventa molto pericolosa. Per alzare il livello di queste coperture, siamo in chiamata attiva, ovvero richiamiamo chi non si è presentato al vaccino, anche con l’ausilio dell’anagrafe informatizzata che stiamo mettendo a punto”.

Il vaccino serve a stimolare gli anticorpi per quella determinata malattia, determinando spesso degli effetti collaterali.

“Possono esserci manifestazioni come febbre, per esempio, ma questo non deve spaventare – spiega Giovanni Farello, professore aggregato Clinica pediatrica dell’Università dell’Aquila e responsabile del centro regionale di riferimento di Auxologia e disturbi della crescita – Si tratta di una reazione fisiologica, significa che il vaccino sta funzionando. Anzi, se un bambino ha una reazione vaccinale più importante rispetto alla media, dobbiamo figurarci in che maniera grave risponderebbe alla malattia. Vaccinarsi è importante e i genitori possono stare sicuri, non contengono sostanze tossiche”.

“Al contrario, sulle vaccinazioni antinfluenzali, è importante ribadire che deve essere destinata a bambini con patologie croniche, dismaturi, prematuri, cardiopatici o malati oncologici. Nei bambini che stanno bene, non è assolutamente necessaria”, conclude.

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