”UNIVERSITA’ MEDIOCRI DA CHIUDERE’, TUTTI CONTRO GIANNI CHIODI

20 Agosto 2013 19:04

Regione -

PESCARA – “In un contesto inevitabile di rarefazione delle risorse pubbliche (già saccheggiate per decenni) ridurre i finanziamenti alle università mediocri è il modo per non farlo a quelle che mediocri non sono”.

Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, dopo aver parlato, ieri, della chiusura degli atenei di Bari, Messina e Urbino, suscitando non poche polemiche, interviene nuovamente sulla questione università, sempre attraverso il suo profilo Facebook.





“Se questa logica diventasse patrimonio comune – evidenzia il governatore -, le Università sarebbero scoraggiate dal perseguire logiche baronali e punterebbero sulla qualità dell’insegnamento e della ricerca”.

In un altro post il presidente sottolinea che “l’esistenza di qualche eccellenza non può essere la scusa per la proliferazione della mediocrità”. Nell’evidenziare che “non è frequentando una fabbrica delle illusioni che ci si costruisce il futuro”, ieri Chiodi aveva detto di voler credere “che il governo sia impegnato a ridurre le spese (per ridurre le tasse) quando Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni si recheranno a Bari, Messina o Urbino per spiegare che la chiusura di quelle tre Università è nell’interesse dei loro figli”, spiegando che i tre atenei sono “in fondo alla classifica dell’Anvur”, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca”.

“Chiodi pensi a ricostruire l’Aquila, se ci riesce, e non si comporti da sciacallo approfittando di discutibili graduatorie scritte nell’interesse delle università del nord al momento delle iscrizioni. Se per completare la ricostruzione Chiodi avesse bisogno delle competenze delle Università pugliesi e delle nostre energie professionali ed economiche, siamo come sempre a disposizione per lottare al fianco dell’Abruzzo migliore, del quale evidentemente lui non fa parte”, afferma il sindaco di Bari, Michele Emiliano del Partito democratico.





“Dieci anni fa – continua Emiliano – quando l’Università di Bari era una dépendance della destra fittiana, il nepotismo e il familismo amorale imperavano; dopo dieci anni di duro lavoro il rettore Corrado Petrocelli ha completamente ribaltato la situazione restituendo dignità all’Ateneo barese, riformando l’offerta formativa, migliorando i servizi agli studenti, istituendo, primo in Italia, il servizio civile internazionale e riqualificando il patrimonio edilizio storico. A Bari, sfido chiunque ad affermare il contrario, insegnano docenti di chiara fama, molti dei quali dirigono organismi scientifici internazionali, e la ricerca universitaria continua a mettere a segno risultati straordinari. Petrocelli è inoltre riuscito a svellere l’intestazione dell’Università di Bari a Benito Mussolini sostituendola con quella ad Aldo Moro, sicuramente più degna di una democrazia occidentale fondata sul merito e sullo Stato di diritto”.

“Da dieci anni a questa parte – prosegue – innumerevoli sono stati i riconoscimenti assegnati all’Università barese, e soprattutto non si sono registrati gli scandali che l’avevano danneggiata nel decennio precedente”.

“Ma evidentemente – conclude il primo cittadino – il presidente Chiodi, spaventato per l’avvio del nuovo anno accademico nelle università abruzzesi, queste cose finge strumentalmente di non saperle, o più semplicemente le ignora. Peraltro, il suo atteggiamento si ascrive all’iconografia dei vizi capitali del sud che tenta di progredire a scapito di altri che si trovano nella stessa situazione, senza rendersi conto che le università di Puglia e Abruzzo sono naturalmente vocate a creare collaborazione e sinergia, e non concorrenza sleale”.

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