UNIVAQ: TORNANO LE TASSE; SALTANO EMENDAMENTI, SCONTRO STUDENTI-RETTORE

di Alberto Orsini

30 Luglio 2014 19:37

Regione -

L’AQUILA – È finita la pacchia. Passa a maggioranza e con qualche polemica la reintroduzione delle tasse accademiche all’Università dopo 5 anni di gratuità come forma di sostegno dopo il sisma del 6 aprile 2009.

Il modello varato in Senato accademico è stato definitivamente approvato oggi da un Consiglio d’amministrazione discorde con 7 voti favorevoli e 2 astensioni, quelle dei rappresentanti degli studenti.

“Luci e ombre”, si lagnano questi ultimi. “Soprattutto luci” risponde ad AbruzzoWeb il rettore, Paola Inverardi, che domani in conferenza stampa spiegherà le sue ragioni.

Il testo finale è stato ritoccato grazie al passaggio di un paio di emendamenti proposti dagli studenti, che si presentavano compatti dopo l’unanimità raggiunta l’altro giorno in Consiglio studentesco.

Ma sono state cassate alcune modifiche dei ragazzi, che ora promettono un anno di transizione e poi battaglia quando l’anno prossimo si dovranno ridiscutere alcuni paletti.

“Avremo una tassazione documentalmente favorevole – spiega la Inverardi – In più chi è uno studente attivo, che matura crediti, si può godere di benefìci immediati in termini di sconti, al di là del merito”.

“Si confonde il diritto con il premio e il merito con la punizione – contesta in una nota l’Unione degli universitari (Udu, riconducibile al centrosinistra) – Vengono puniti gli studenti più poveri se fuori corso. Sono stati respinti gli emendamenti che tutelavano l’Ateneo, tutelavano i più poveri e che avevano ampia copertura”.

Particolare sdegno ha destato infatti la bocciatura dell’emendamento “salva-poveri”, che prevedeva 1 euro in più per ogni scalino di 1.000 euro sull’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee): il “tesoretto” così raccolto avrebbe consentito di abbattere del tutto i contributi per la fascia più povera, da 0 a 6.000 euro di Isee. Macché.

“Il voto contrario su questo emendamento (5 contro 4), con il voto determinante della rettrice, è gravissimo perché ingiustificato in termini di entrate – sbotta l’Udu – e assume una connotazione ideologica da parte della rettrice e dei 4 consiglieri che l’hanno sostenuta (Prof. Berti, Prof. Pisani, Marotta e Carnicelli). È prevista infatti la possibilità di un abbattimento dei contributi per le fasce più povere, ma utilizzabile soltanto per gli studenti in corso. Scelta punitiva, e per nulla incentivante visto che arriva al 30 luglio, ovvero a sessioni d’esame finite”.

“Questa novità l’hanno tirata fuori 5 minuti prima dell’inizio della riunione – risponde la Inverardi – Perché aumentare le tasse a tutti per garantire una fascia già iperprotetta e che loro dicono essere di pochi studenti? Un’esenzione ad personam? La posizione ideologica mi sembra più la loro che la mia”.

Intanto, per gli esponenti del Pd Stefano Albano, segretario comunale, Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale, e Stefano Palumbo, consigliere comunale, “Un percorso graduale agevolato dallo Stato potrebbe aiutare la nostra città a riconfigurarsi come città universitaria con tutti i servizi connessi, ma questo deve passare dalla presentazione di una proposta forte e credibile, che coinvolga tutti gli attori in ballo, a cominciare dal Comune e dall’Università”.

LA NOTA DELL'UDU

Nel corso del Cda sono stati introdotti pochissimi correttivi. Votati oggi alcuni emendamenti dell’Udu volti a non penalizzare gli studenti delle lauree magistrali a ciclo unico.

Respinti però altri emendamenti, tra i quali quelli richiesti unanimemente, con il consenso di tutte le liste, dal Consiglio studentesco. Gravissimo il voto contrario all’emendamento salva-poveri.

Con un atto di estrema responsabilità l’Udu ha formulato un emendamento che, nell’eliminare lo scalino da 0 a 6.000 euro di Isee, ovvero i più poveri in assoluto, prevedeva un correttivo dai 14 mila euro in su di Isee, che prevedeva 1 euro in più per ogni scalino di 1.000 euro di Isee (da 1 euro in più di contributo con 15.000 di Isee fino a un massimo di 29 euro in più oltre i 43 mila euro di Isee).





La platea degli studenti con Isee superiore ai 14.000 euro avrebbe permesso, in una specie di piccolissimo contributo di solidarietà proposto dagli studenti stessi e pagato da loro stessi, la graduazione dei contributi per Isee tra 0 e 6.000 Euro.

L’emendamento, lungi dall’essere un emendamento ideologico, permetteva all’Ateneo di rispettare i vincoli introdotti dalla legge 135/2012 nella fascia di reddito più bassa.

Si ricorda infatti che la normativa impedisce aumenti di tasse e contributi per le fasce di reddito sotto i 40.000 euro di Isee superiori agli adeguamenti Istat.

La previgente regolamentazione delle tasse dell’Università dell’Aquila non prevedeva alcuno scalino iniziale, per cui l’introduzione di uno scalino oggi già sul reddito 0 introduce una violazione della legge.

Il voto contrario su questo emendamento (5 contro 4), con il voto determinante della rettrice, è gravissimo perché ingiustificato in termini di entrate (l’entrata prevista con il correttivo di solidarietà superava l’esenzione proposta) e assume una connotazione “ideologica” da parte della rettrice e dei 4 consiglieri che l’hanno sostenuta (Prof. Berti, Prof. Pisani, R. Marotta e F. Carnicelli).

È previsto infatti la possibilità di un abbattimento dei contributi per le fasce più povere, ma “utilizzabile” soltanto per gli studenti in corso.

Scelta punitiva, e per nulla incentivante visto che arriva al 30 luglio, ovvero a sessioni d’esame finite.

Grave e ugualmente punitivo il “criterio” per accedere agli sconti per le lauree magistrali. Sarà possibile avere esenzioni per l’accesso alle lauree magistrali solo per gli studenti che si siano laureati nella triennale al massimo entro il I anno fuori corso.

Avevamo proposto di eliminare questo vincolo o almeno di attivarlo a partire dal 2016/2017, per non punire gli studenti che sono già nel pieno del loro percorso triennale.

Peraltro abbiamo sottolineato la situazione non rosea in cui versano gran parte delle lauree magistrali dell’Ateneo, che hanno quasi tutte pochissimi iscritti. Gli incentivi all’iscrizione alle magistrali riguarderà, con le limitazioni imposte dalla Rettrice, pochissime persone.

Il nostro emendamento serviva, oltre che a sostenere gli studenti di fronte a una tassazione alta e senza abbattimenti all’atto delle immatricolazione alla magistrale, a sostenere quei corsi di laurea magistrale a rischio chiusura per mancanza di iscritti minimi.

La scelta del Cda, anche in questo caso, rischia di essere completamente controproducente per l’Ateneo, anche in termini economici.

Bocciata, infine, anche la proposta di un piccolo incentivo al contratto regolare per i fuori sede con Isee sotto i 21 mila euro.

Complessivamente il regolamento tasse approvato presenta luci, bene infatti la fasciazione tra i 6 mila e i 14 mila euro di Isee. Dai 14 ai 28 mila circa è una fasciazione accettabile per quest’anno, ma l’anno 2015/2016, con il rientro della I rata e con la previsione inaccettabile di ulteriori 102 euro di contributi, diventerà insostenibile, oltre che dai 0 ai 6.000 euro di Isee, anche dai 23 ai 28 mila euro di Isee e oltre.

Il tetto massimo fissato è di 1.306 euro (tassa iscrizione, tassa regionale, bollo, contributi), ma solo per il 2014/2015 300 euro di prima rata saranno coperti ancora dal Miur e dall’Accordo di Programma (tetto 2014/2015 1.006 euro).





Sugli esoneri di merito le luci sono sul sistema di sconti per Cfu per gli studenti dal II in poi delle lauree e delle lauree magistrali e magistrali a ciclo unico, per i quali è prevista la tabella di sconti proposta dall’Udu.

Positivi gli sconti per le matricole delle triennali (previsti con voto da 80 a 100), negativo invece il sistema di sconti per le matricole delle magistrali, che si attiveranno esclusivamente per laureati entro il I f.c. delle triennali con voto di laurea da 100 a 110 e lode (noi avevamo previsto una formulazione da 90 e senza il limite sul tempo di laurea triennale).

La questione tasse ha visto un duro confronto tra la rettrice e gli studenti, si poteva concludere con miglioramenti equilibrati e di garanzia per l’Ateneo per poi rinviare a ulteriori modifiche per l’anno prossimo.

Ci si poteva arrivare con il voto favorevole degli studenti e dando, per una volta, ascolto a richieste unanimi del Consiglio studentesco perfettamente in linea con i vincoli di bilancio posti.

Invece si è preferito lasciare elementi di punizione e di iniquità e approvare il testo finale con soli 5 voti (Rettrice, Prof. Berti, Prof. Pisani, R.Marotta, F.Carnicelli) e 4 astensioni (gli studenti, la prof.A.Monaco e A.Robimarga).

Con la scusa dei “premi” ci si è dimenticati del grandissimo ritardo con il quale si è affrontato il tema delle tasse, con gli studenti che da ottobre avevano chiesto di aprire la discussione e di coinvolgere enti locali e Miur in questa fase transitoria.

Lo sforzo degli studenti ha permesso di migliorare la proposta iniziale, ma servirà tornarci su il prossimo anno e l’Udu lo farà senza ombra di dubbio.

Sarà però fondamentale che la rettrice esca dall’isolamento in cui si è rinchiusa e in cui rischia di rinchiudere l’intero Ateneo.

LA NOTA DEL PARTITO DEMOCRATICO

Non sarebbe uno scandalo smettere di considerare l’Università in termini di bilancio, entrate e uscite per arrivare a dei target. La questione delle tasse universitarie ci interroga sul senso e sull’ammissibilità delle facilitazioni statali per rendere meno difficoltosi i contesti economici e sociali più svantaggiati.

Questo vale all’Aquila anche per un servizio come quello universitario: è giusto tornare subito a un regime ordinario, far venir meno il sostegno dello Stato senza prevedere meccanismi di accompagnamento che sarebbero indispensabili e di buon senso visto che il contesto di riferimento, L’Aquila, non può certo ancora essere paragonata in termini di attrattività ad altre città universitarie?

Poi, cosa può fare lo Stato per non lasciare ingiustamente affogare il nostro ateneo, lasciando l’onere di rimpinguarne il bilancio solo agli studenti, e per giunta quelli provenienti da famiglie economicamente più deboli? Quale potrebbe essere il ruolo dell’amministrazione e della città?

Un percorso graduale agevolato dallo Stato potrebbe aiutare la nostra città a riconfigurarsi come città universitaria con tutti i servizi connessi, ma questo deve passare dalla presentazione di una proposta forte e credibile, che coinvolga tutti gli attori in ballo, a cominciare dal Comune e dall’Università.

Così si può uscire dalla logica di stretto respiro tasse sì – tasse no, e si può sfruttare il frangente per mettere a punto una nuova strategia sinergica tra città e ateneo che ci renda in prospettiva più competitivi sul vasto e complesso fronte dell’accoglienza e della vivibilità della città per gli studenti.

Comune e Università devono parlarsi e trarre forza reciproca dalla collaborazione, a cominciare da iniziative comuni. Per esempio la proposta che abbiamo lanciato in campagna elettorale, ovvero la promozione, nelle gare d’appalto per la ricostruzione, di borse di studio che permettano ai nostri giovani di formarsi direttamente sul campo con le imprese, attraverso stage e tirocini.

Ci impegniamo a realizzarla, come prima di una serie di proposte che dovranno essere sistematizzate e messe in campo, per una strategia che valorizzi il nostro ateneo al servizio della crescita della città.

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