AL VOTO PER IL NUOVO ‘MAGNIFICO’ DELL’UNIVERSITÀ DELL’AQUILA. IL PRIMO, GIA' CANDIDATO NEL 2007: ''IMMAGINO ENTE PIENAMENTE RECUPERATO E COESO''. IL SECONDO, PRO RETTORE USCENTE, ''OBIETTIVO ASSUMERE RUOLO GUIDA NEL RILANCIO DEL NOSTRO TERRITORIO''

UNIVAQ: SFIDA ALESSE -MASCIOCCHI, DUE MEDICI PER L’ATENEO DEL FUTURO

12 Giugno 2019 19:30

L'Aquila -

L'AQUILA – Due medici per l’università del futuro: domani è previsto il primo round delle elezioni per il rinnovo del rettore dell’Ateneo aquilano.

Si sfideranno Edoardo Alesse, 61 anni, originario di Leonessa (Rieti) ma aquilano di adozione, ordinario di Patologia generale, e già candidato nel 2007 quando ha perso con Ferdinando Di Orio, e Carlo Masciocchi, 63 anni, aquilano, prorettore vicario uscente e ordinario di Radiologia e primario del reparto diagnostica per immagini dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila.

Il rettore sarà in carica per sei anni e non sarà rieleggibile.

Si tratta di una sfida molto importante che cade nel decennale del sisma dell’Aquila.

Entrambi fanno parte del Dipartimento di Scienze cliniche applicate biotecnologiche (Discab).

Si contenderanno la poltrona che per 6 anni è stata mantenuta da Paola Inverardi, eletta in un clima di grande contrapposizione e polemica, mettendo fine all’era del padre-padrone Ferdinando Di Orio, che nel 2013 ha fatto candidare la sua delfina di allora, la professoressa Maria Grazia Cifone, e che poi è uscito di scena a causa di guai giudiziari.  





Un segnale di discontinuità, rispetto a sei anni fa, c’è stato nella campagna elettorale: si è svolta infatti in un clima sereno e tranquillo, senza strombazzamenti e contrapposizioni, con i due candidati, tra i grandi elettori della Inverardi, che hanno preferito toni pacati e il contatto diretto con gli elettori.

Anche se lontano dai riflettori, i bene informati fanno sapere che qualche bordata se la sono lanciata, eccome.

Secondo quanto si è appreso negli ambienti universitari, a livello di alleanze, il prof Alesse godrebbe dell’appoggio della rettrice uscente: paradossalmente, il prof Masciocchi, prorettore vicario uscente ed uomo che ha governato, spesso per la verità in contrasto con la Inverardi, è considerato il cambiamento e il rinnovamento, mentre Alesse la continuità dell’azione e della politica inveradiana.

Ma entrambi esprimono fiducia ed ottimismo potendo vantare buone entrature nei vari ambienti dell’ateneo, soprattutto in riferimento ai “grandi elettori”.

Gli aventi diritto al voto sono 1.136: 549 docenti, 456 rappresentati del personale tecnico amministrativo e 131 degli studenti.

Sarà difficile che domani ci sarà la fumata bianca per via del quorum: il rettore, nella prima votazione, infatti è eletto a maggioranza assoluta degli aventi diritto.

Più probabile nella seconda, fissata il 18 giugno quando la elezione avviene con la maggioranza assoluta dei votanti, purché sia pari ad almeno il 40% della totalità dei voti esprimibili e partecipi alla votazione almeno la metà più uno degli aventi diritto.





Nella terza votazione, in programma il 25 giugno, il rettore è eletto a maggioranza assoluta dei votanti purché partecipi alla votazione almeno la metà più uno degli aventi diritto.

In caso di mancata elezione, il 28 giugno prossimo, si procederà al ballottaggio fra i due candidati che nella terza votazione abbiano riportato il maggior numero di voti. In caso di parità risulta eletto il candidato con maggiore anzianità di ruolo o, in caso di ulteriore parità, il candidato con minore anzianità anagrafica.

L’elettorato attivo spetta a tutti i professori di prima e di seconda fascia e ai ricercatori, ai membri del Consiglio Studentesco, ai rappresentanti degli studenti eletti nei Consigli di Dipartimento e nel Senato Accademico con voto pesato 0,5 e al personale tecnico-amministrativo, che complessivamente esprime una quota elettorale pari al 15% dei docenti elettori.

Si voterà nell’unico seggio di palazzo Camponeschi dalle 10,30 alle 19,30. Alla luce del voto elettronico i risultati saranno disponibili a stretto giro.
Abruzzoweb ha intervistato i due contendenti.

L'INTERVISTA
 
Che Università immagina per i prossimi anni: quali sono i punti essenziali del suo programma?
 
Alesse: Immagino Univaq 2019-25 pienamente recuperata nei luoghi e nelle vocazioni, pacificata, coesa e protesa verso il miglioramento continuo delle finalità istituzionali, collocata in un contesto di relazioni scientifiche, didattiche e di terza missione il più ampio possibile. Immagino che UNIVAQ divenga la coscienza critica della nostra comunità, che in piena autonomia promuova una società in cui siano elevate la coesione e la cooperazione sociale in una traiettoria di sviluppo più equo e sostenibile.
Il mio programma si articola in una dozzina di punti, i più innovativi dei quali riguardano, oltre alla semplificazione amministrativa, la promozione della terza missione ossia valorizzazione dei risultati scientifici in conoscenze produttive e della quarta missione intesa come promozione della sicurezza, della sostenibilità e della lotta alle disuguaglianze.
 
Masciocchi: La mia idea di Università è quella di un Ateneo solido ben organizzato ed efficiente, attento alle problematiche relative alla sicurezza, che sia espressione di una “comunità di persone” dove vi sia una condivisione di obiettivi e di intenti e dove tutte le figure che partecipano al processo lavorativo, alla ideazione di progetti ed alla definizione di programmi interagiscano con una modalità costruttiva e con capacità di interlocuzione.
 
Tutto questo per perseguire un obiettivo superiore: la nostra Università deve assumere un ruolo guida nel rilancio definitivo di un territorio ancora alle prese con le gravi problematiche del post terremoto del 6 aprile 2009, un impegno che assumiamo nel decennale della tragedia.
 
È possibile coniugare formazione di eccellenza con un alto numero di iscritti? In sostanza, l'Università dell'Aquila può tornare ad avere una popolazione di studenti analoga al periodo precedente al sisma del 2009? 
 
Alesse: Si parla spesso del numero di studenti di UNIVAQ in maniera astratta rispetto al contesto di riferimento nazionale, che globalmente mostra una netta flessione nelle immatricolazioni, fatta eccezione dell'ultimo biennio. La mia opinione è che noi dobbiamo avere un numero di studenti adeguato rispetto alle risorse disponibili (professori, personale, aule, laboratori, biblioteche), in modo da garantire una formazione di buona qualità media, che renda i nostri laureati appetibili al mondo del lavoro e delle professioni.
Molti Atenei con un corpo docente più numeroso o paragonabile al nostro, hanno anche meno studenti e vivono serenamente. Non sono un sostenitore dell'eccellenza, ma del rispetto delle aspettative dell'utenza. 
 
Masciocchi: La “vocazione” del nostro Ateneo è da sempre quella di dare un'ampia offerta formativa che, oggi, è costituita da ben 68 corsi di laurea. Il numero di studenti che vivono la nostra realtà didattica e formativa è di oltre 19.500 che ci pone fra gli Atenei di medie dimensioni, perfettamente coerenti con il territorio sul quale viene ad insistere la nostra Università. Il ricercare un aumento del numero delle iscrizioni deve essere obiettivo dell'Ateneo sempre, tuttavia, nella ricerca di un equilibrio fra risorse da poter mettere in campo in termini di Docenti e di spazi.
 
Qual è, ad oggi, lo stato di salute dell'Ateneo nel suo complesso, in particolare quello economico?
 
Alesse: Oggi, parlando con l'esperienza di ex senatore, ex direttore di dipartimento e consigliere di amministrazione, nonché da attento conoscitore e frequentatore delle università italiane, ritengo che l'Ateneo, che pure poteva subire danni irreparabili sino a soccombere in conseguenza del sisma, grazie ad uno sforzo corale della comunità amministrativa, politica ed accademica ha recuperato eccellentemente da ogni punto di vista.
lo sono sicuro che oggi è in uno stato di ottima salute, sia in termini di bilancio che di prestazioni, se paragonato alla maggior parte degli atenei del centro-sud. Poi chi ama vedere il bicchiere mezzo vuoto, magari dice il contrario.
 

Masciocchi: L’Ateneo ha ottenuto importanti risultati sia nei settori della didattica che della ricerca ove si è visto riconosciuto un suo Dipartimento fra quelli di eccellenza nazionale. Inoltre moltissimo è stato fatto in termini di internazionalizzazione e di coinvolgimento nelle varie attività del territorio partecipando quindi attivamente allo sviluppo locale mediante la cosiddetta terza missione. Direi, quindi, che l’Ateneo gode di ottima salute anche su piano economico grazie ad una politica di bilancio accorta.

 

Qual è il programma del rientro in centro storico delle sedi attualmente delocalizzate? A che punto è la ricostruzione pubblica post terremoto delle sedi universitarie? Sono state utilizzate tutte le risorse? 

 
Alesse: Nel mio programma di presentazione della candidatura, la figura 20, che ne è parte integrale, descrive in maniera analitica in termini di tipo di immobile, luogo, tipologia di intervento e fase dell'intervento tutto ciò che è in programma relativamente alla rifunzionalizzazione delle sedi di UNIVAQ danneggiate dal sisma. Alcuni interventi sono imminenti, altri debbono ancora compiere parte dell'iter amministrativo per essere avviati, utilizzando tutte le risorse disponibili. Su tutti vi è la massima attenzione e la volontà di concludere al più presto possibile l'opera di recupero, specie per le sedi prestigiose ed identitarie della nostra tradizione didattica e scientifica, come gli edifici di Roio.
 
Masciocchi: Anni fa fu operata una scelta ben precisa che vedeva l'Ateneo aquilano articolato in differenti poli didattici. Questa scelta teneva conto di situazioni consolidate nel tempo come il polo di Ingegneria a Roio, nate da esigenze logistiche come il polo biotecnologico di Coppito in prossimità dell'ospedale regionale, o volute come segnale di forte appartenenza dell'Ateneo al tessuto sociale della città come il Rettorato di palazzo Camponeschi, i poli di Scienze Umane all'ex San Salvatore o quello di Economia all'Acquasanta.
Il completamento della ricostruzione soffre dei ritardi e delle difficoltà della ricostruzione pubblica che evidentemente ha fallito. Il mio impegno sarà quello di concludere nel più breve tempo possibile il ritorno alla normalità.
 
Qual è e quale deve essere il rapporto tra Università e Gssi? È vero che l'Istituto di formazione d'eccellenza può far correre il rischio all'Ateneo di passare in secondo piano o far perdere opportunità di finanziamenti?
 
Alesse: Sono due istituzioni con finalità così diverse che il rischio di interferenze e di corto circuiti è di fatto inesistente. Semmai occorre una valorizzazione reciproca e sinergie tra i due atenei, che debbono collaborare su progetti di formazione, di ricerca e di terza missione e devono far sentire il loro peso territoriale nell'ambito del Comitato di coordinamento delle università abruzzesi. Che poi il GSSI a volte sia esuberante negli atteggiamenti comunicativi, e che ciò possa dar fastidio, è anche vero. Ma questo è un problema nostro, non loro.
L'ultimo punto del mio programma è intitolato Promozione della comunicazione, che è essenziale per un ateneo moderno e competitivo e servirà ad eliminare questo senso di inferiorità.
 
Masciocchi: Qualcuno si domanda cosa perde UnivAq perché è presente il GSSI in città. La risposta non può che essere una e cioè che non perde nulla considerando che le due mission sono totalmente differenti e ben distanti. In realtà la presenza sul territorio della Città dell’Aquila di due Atenei non può che tornare utile all’immagine dell’Aquila come centro culturale di assoluto valore.
Certo il Rettore di UnivAq ha un compito importantissimo che è quello di garantire che l’Ateneo non abbia alcun tipo di condizionamento o di svantaggio affinché lo sviluppo di queste splendide realtà sia armonico e dia prestigio vicendevole all’Università ed alla Città tutta.
 

Qual è il suo punto di vista rispetto al rapporto che deve avere l’Università con città, enti locali e regionali?

 
Alesse: Per lo scrivente, il patto Università-Città-territorio è qualcosa di sacro e indissolubile, se non con grave danno per tutti. In questa relazione privilegiata, l'Università deve essere vista come l'elemento che da qualità ad ogni possibile strategia di ripresa, in un modello di sviluppo che privilegia la ricerca e l'innovazione, declinate in tutte le loro dimensioni ed ambiti di applicazione. E' quindi evidente che sarà necessario mettere in campo il maggior numero possibile di sinergie con le realtà territoriali, sulla base delle loro competenze.
Con il Comune per residenzialità di merito, trasporti, attività di intrattenimento e ricreative; con la Regione, per i rapporti con il servizio sanitario e per il diritto allo studio, con gli enti e le attività produttive del territorio, pubbliche e private, per ricerca applicata, innovazione e promozione dell'impiego dei nostri laureati.
 

Masciocchi: La sacrosanta “autonomia universitaria” è un bene assolutamente prezioso ma può condurre ad un completo isolamento e determinare penalizzazioni che andrebbero a togliere definitivamente l’ossigeno vitale per l’Ateneo. L’Ateneo è poco presente sulle grandi scelte della Regione e del Governo centrale che pure incidono notevolmente sulle sue prospettive future.

E’ quindi evidente che una interlocuzione costruttiva e consapevole con Comune, Regione, Ministeri e Governo è elemento essenziale per il futuro dell’Ateneo. Un tavolo di lavoro permanente con il Comune e con la Regione, che sia realmente attivo ed efficace, è l’unica soluzione per evitare un isolamento improduttivo nel quale potrebbe finire l’Università.

Visto che siete entrambi medici, quali sono i suoi progetti sull'impegno dell'Ateneo nell’ambito di attività sanitaria e del rapporto con l’azienda sanitaria della provincia dell’Aquila?

Alesse: L'Ateneo farà, come ha sempre fatto, la sua parte, spesso anche onerosa, nell'ambito della sanità e nei confronti delle aziende sanitarie con cui opera in regime di convenzione. L'atteggiamento dell'ateneo è stato sempre rispettoso, leale e collaborativo, intercettando spesso le esigenze ed i fabbisogni della programmazione sanitaria regionale e delle aziende e dando risposte adeguate.
Su questa scia intendo continuare, mettendo a disposizione del sistema sanitario i migliori professionisti ed i migliori progetti di formazione e di ricerca traslazionale disponibili nell'ateneo.
Auspico inoltre che nel corso del mandato divenga definitivamente disponibile il protocollo convenzionale tipo, valido su scala nazionale, per l'attività assistenziale e la ricerca (atteso dal 2011), tramite il quale sarà possibile risolvere alcune problematiche ancora pendenti nell'ambito del rapporto convenzionale con le ASL abruzzesi.
 
Masciocchi: L’attuale sistema di “convenzione” mediante il quale la Regione e l’Università interagiscono è ormai completamente inefficiente e desueto. Sono fermamente convinto, anche sulla base della mia personale esperienza pluridecennale sul tema, che se vogliamo fare il salto di qualità dobbiamo cercare nuove vie per inserire, integrare e meglio coinvolgere l’Università.
E’ necessario che il nuovo Rettore intraprenda un percorso di dialogo sia sul piano giuridico-legislativo che sul piano tecnico con la Regione affinché si valuti la possibilità di dar vita ad una struttura di alta qualificazione che, facendo capo all’ospedale dell’Aquila, risponda a quelle caratteristiche di integrazione e fattiva cooperazione operativa che solo un’Azienda mista o, meglio, un IRCCS può dare.
 
ALESSE: il luminare di biotecnologia con il pallino dell'innovazione
 
Il prof. Edoardo Alesse è nato a Leonessa (RI) il 17/2/1958. Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università dell’Aquila e ha conseguito il dottorato di ricerca in Medicina Sperimentale presso La Sapienza di Roma.
Dal 1989 al 1994 ha svolto attività di ricerca presso il National Cancer Institute-NIH Bethesda(MD) USA.
 
E’ professore ordinario di Scienze tecniche di medicina di laboratorio presso il Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche di UNIVAQ, che ha diretto dal 2012 al 2018.
 
Ha rivestito e riveste i seguenti ruoli accademici: presidente corsi di studio in Tecniche di laboratorio e in Biotecnologie, direttore del dipartimento di Medicina sperimentale, coordinatore del dottorato di ricerca in Biotecnologie e poi in Medicina Sperimentale, senatore accademico, coordinatore dei direttori di dipartimento e membro del consiglio di amministrazione di Univaq.
E’ stato inoltre membro del Cts dei centri DMTA, DEWS , presidente del polo di innovazione chimico-farmaceutico della Regione Abruzzo CAPITANK, membro della conferenza permanente dei collegi di area medica e della commissione ASN in esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali.
 
L’attività di ricerca di Edoardo Alesse ha consentito l’acquisizione di fondi competitivi di varia tipologia, sia pubblici che privati e la pubblicazione di numerosi articoli scientifici e libri nei settori della Patologia Generale e della Medicina di Laboratorio. Negli stessi ambiti culturali il prof. Alesse ha svolto un’intensa attività didattica e di tutoraggio agli studenti, seguendo centinaia tra tesi di laurea e di dottorato.
Allievi del prof. Edoardo Alesse, oltre che in questo ateneo, rivestono ruoli di rilievo anche in altri atenei e centri di ricerca nazionali ed internazionali .
 
Masciocchi: eccellenza internazionale nella radiologia
 
Carlo Masciocchi è nato a L'Aquila il 29 gennaio 1956 ed è Professore Ordinario (MED 36) presso l’Università dell'Aquila dall’anno 2000.
Sempre presso la stessa Università è stato Ricercatore universitario dal 1983 al 1991 e professore associato dal 1991 al 2000.
 
E’ attualmente direttore della Scuola di specializzazione in Radiodiagnostica dello stesso Ateneo.
 
A tutt’oggi svolge attività̀ assistenziale in qualità di Direttore della U.O.C. di Radiologia Universitaria del P.O. San Salvatore della suddetta ASL. Attualmente responsabile anche della Unità Operativa di Radioterapia dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila.
 
Dal 1° ottobre 2013 ad oggi Pro-Rettore Vicario dell’Università degli Studi dell’Aquila.
 
Dal 1992 è Membro della International Skeletal Society (ISS) e nel 1997 è stato insignito della “Gold Medal of President “ a Santa Fe’ (USA). Nel 1993 a Bonn è stato tra i Membri Fondatori della European Society of Musculoskeletal Radiology (ESSR).
 
Da allora ha fatto parte più volte del comitato scientifico dei vari Annual Meeting dell’ESSR e nel 1997 è stato Organizzatore e Presidente dell’Annual Meeting di Venezia. Nel biennio 2008-2010 ha ricoperto la carica di President of the European Society of Musculoskeletal Radiology (ESSR)
 
Dal 1983 è Membro della Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM). E’ stato Presidente della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica per il biennio 2014-2016. Membro Fondatore nel 2016 della Federazione Italiana delle Società Mediche di Ambito Radiologico (FIdeSMAR). Fa parte dell’Editorial Board di Riviste Scientifiche Internazionali quali: Skeletal Radiology, Journal of Ultrasound, La Radiologia Medica
e European Radiology.
 
E’ autore di oltre 320 pubblicazioni scientifiche di cui 215 (h-index 27) recensite su Scopus. Ha partecipato ad oltre 200 corsi e congressi nazionali ed internazionali in massima parte in qualità di relatore.
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