UNIVAQ: PROCESSO A DI ORIO PER CASA SU CAMPO DI CALCIO SLITTA AL 2016, PRESCRIZIONE CONGELATA

1 Dicembre 2015 13:34

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Slitta al 2016, ma si ferma il conto alla rovescia per la prescrizione, il processo in corso presso il tribunale di Rieti a carico dell’ex rettore dell’Università dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, accusato di abuso d’ufficio aggravato assieme all’ex sindaco, Maurizio Faina.

Si tratta del terzo processo in pochi mesi in cui è incappato colui che per 9 anni ha guidato l’Ateneo aquilano, scaturito da una denuncia di Sergio Tiberti, docente della stessa università, insieme ad altri colleghi tra i maggiori critici di Di Orio, contro il quale ha in corso numerosi contenziosi giudiziari.

L’udienza di oggi è durata molto poco a causa dell’astensione in corso, che proseguirà fino a venerdì 4 dicembre, proclamata dall’Unione delle Camere Penali.





Alla luce di questa situazione, il giudice non ha potuto fare altro che disporre il rinvio e la prima data utile si è rivelata essere quella del 15 marzo del prossimo anno.

Prima di chiudere l’udienza, tuttavia, il presidente del collegio giudicante ha accolto un’istanza dell’avvocato di parte civile dell’associazione Comitato professori Univaq, Felice Cantaro, che ha chiesto la sospensione dei termini per la prescrizione.

In sostanza, il processo resterà congelato fino alla ripresa senza far correre la clessidra verso l’estinzione del reato.

Nel prossimo appuntamento in aula si proseguirà secondo il programma con l’ascolto degli ultimi 5 testimoni chiamati dal rappresentante dell’accusa, il pubblico ministero Cristina Cambi.





Si tratterà, in particolare, di due esponenti della Guardia di finanza, della ex preside della facoltà di Medicina e oggi direttrice del dipartimento Mesva Maria Grazia Cifone, dalla dipendente dell’Università Gianna Fattore e dall’ex consigliere comunale Paolo Mannetti. (alb.or.)

LE ACCUSE

I due imputati sono accusati di essersi procurati “un ingiusto profitto” con le loro condotte messe in atto “nello svolgimento delle funzioni e del servizio” in violazione di una serie di normative.

In particolare viene contestata la vendita al rettore da parte del Comune reatino di un campo di calcio al costo di 15 mila euro (3,40 euro al metro quadrato) per costruire un’abitazione prefabbricata in seguito alla perdita della casa per il terremoto; l’accordo di programma con cui veniva concordato il trasferimento ad Antrodoco, nei locali di Villa Mentuccia, della sede della Fondazione, della casa editrice di Ateneo e di alcuni master e corsi, e la convenzione tra Ateneo e la società che gestiva una struttura termale Antrodoco Terme Srl “per le esigenze della facoltà di Medicina in ambito didattico, scientifico e assistenziale con la falsa prospettazione della gestione di una Rsa accreditata con il sistema sanitario nazionale”.

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