LE TELECAMERE DI ABRUZZOWEB NEL CAPANNONE OGGETTO DI INCHIESTA LA PROF TODISCO: ''ERA PER 300 PERSONE OGGI SIAMO MIGLIAIA, PREVEDIBILE''

UNIVAQ: INGEGNERIA, TOUR NEL DEGRADO TANTI DISAGI NONOSTANTE IL MAXI AFFITTO

di Elisa Marulli

12 Aprile 2013 08:02

L'Aquila - Cronaca, Video

L’AQUILA – Buchi sul soffitto da cui cola acqua piovana, bagni quasi sempre allagati a causa di un sistema fognario inadeguato.

Studenti e docenti di Ingegneria dell’Università dell’Aquila quotidianamente si trovano a dover affrontare moltissime difficoltà all’interno del capannone dove la ex facoltà (ora dipartimento) è stata ricollocata a seguito del terremoto del 6 aprile 2009. Un edificio industriale che prima era la sede della Optimes, una fabbrica di cd.

La struttura, finita al centro dell’inchiesta della magistratura per presunti affitti gonfiati che il 3 ottobre vedrà imputato il rettore uscente Ferdinando Di Orio insieme ad altri due, oltre a essere costata e a costare ancora carissimo presenta numerose criticità.





Come raccontano le immagini di AbruzzoWeb e come testimonia ai nostri microfoni la professoressa Teresa Todisco, docente di Ingegneria, nel capannone ci sono infiltrazioni d’acqua, crateri nei soffitti, le aule sono spesso insufficienti a contenere gli studenti durante le lezioni e la rete fognaria non è assolutamente adeguata.

“La struttura – sbotta la professoressa – era stata progettata per contenere circa 300 persone che lavoravano nella fabbrica. Oggi  ci sono migliaia tra studenti e docenti che la frequentano quotidianamente, è normale che le fogne non reggano”.

I bagni si rompono spesso, tanto che fuori dal capannone sono stati messi due container “di emergenza”. Una situazione ai limiti della tollerabilità, soprattutto se si pensa che sulla struttura son stati effettuati lavori per costi importanti.





Oltre che per Di Orio, su richiesta del pubblico ministero David Mancini, il giudice per l’udienza preliminare del tribunale aquilano Marco Billi ha disposto il rinvio a giudizio anche per Filippo Del Vecchio, direttore amministrativo dell’epoca e oggi direttore generale di un’altra università, la D’Annunzio di Chieti, e per Marcello Gallucci, legale rappresentante della società Gallucci Srl, titolare del capannone.

Secondo l’accusa, l’affitto annuo previsto nel contratto di 6 anni (rinnovabile per altri 6) è lievitato da 715 mila euro a 1,24 milioni mentre i lavori di adeguamento sono stati gonfiati da 3,6 milioni piu’ Iva a 5,7 milioni.

Sempre secondo l’accusa, il contratto fu stipulato in assenza di un’attenta analisi di mercato da parte dell’ente per individuare la soluzione piu’ conveniente e in mancanza di una stima dell’Agenzia del territorio.

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