UNIVAQ: INAUGURATA AL POLO DI INGEGNERIA CUPOLA GEODETICA IN BAMBU’

29 Maggio 2014 17:43

L'Aquila -

L'AQUILA – Inaugurata al polo universitario aquilano di Roio la cupola ellissoidica di Tlamaya in bambù, struttura realizzata in autocostruzione dagli studenti partecipanti al workshop ''Architettura parametrica e Autocostruzione'' organizzato dall’associazione VIVIAMOLAq in seguito alla partecipazione al “Bando di concorso per il finanziamento di iniziative culturali e di integrazione didattica” indetto dall’Università degli Studi dell’Aquila.

Durante il workshop tenutosi dal 22 al 24 maggio 2014, sono state analizzate in prima istanza le tecniche delle strutture geodetiche, dei poliedri, del giunto reciproco di Leonardo e delle strutture tensegrity. Si è passati poi alla fase realizzativa guidati dall’architetto Biagio Di Carlo, esperto in strutture geodetiche e scienza del design.





A differenza delle altre cupole basate sulla sfera, la cupola “Tlamaya” è la prima cupola ellissoidica di diametro di 9,60 mt e altezza di 2,5 mt utilizzante il giunto reciproco di Leonardo. La struttura, completamente smontabile e autoportante poggia a terra senza particolari ancoraggi; è coperta con un telo appeso dall’interno per creare un riparo d’ombra.

È la cupola in bambù più grande costruita in Italia e nel mondo è seconda soltanto alla cupola in bambù realizzata in Messico sempre sotto il coordinamento dell'architetto Di Carlo.

“La costruzione della “Cupola di Tlamaya”  – speiga in un nota L'unvrsità dell'Aquila – vuole sottolineare l'importanza che VIVIAMOLAq riconosce alla questione naturale, all'utilizzo di materiali primari e a quel processo costruttivo che fa della partecipazione e dell'interattività il suo punto di forza.





VIVIAMOLAq infatti è un’associazione di studenti ed ex studenti dell’ateneo aquilano che, spinti dalla voglia di partecipare al processo di rinascita della città segnata dal Terremoto del 2009, si prefiggono l’intento di ridefinire con i cittadini e con gli studenti spazi aggregativi e di crescita sociale, attraverso l’organizzazione di laboratori territoriali di architettura partecipata”.

L’Ateneo ha accolto con favore l’iniziativa avente un duplice obiettivo: da un lato l'apprendimento di nuove tecniche e metodologie costruttive, dall’altro la possibilità di lasciare a tutti gli studenti, uno ''spazio'' nuovo, interattivo e vivace. La struttura è infatti permeabile sia alla luce che alle correnti e restituisce una sensazione di leggerezza, mentre l'ombreggiatura aiuta il comfort ambientale interno.

La struttura viene lasciata a disposizione degli studenti che potranno utilizzarla come area ricreativa.

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