UNIONCAMERE: ABRUZZO NON CRESCE PIU’, CALO DEMOGRAFICO E GIU’ ANCHE TURISMO

4 Novembre 2018 08:53

Regione - Economia

L'AQUILA – L'economia abruzzese ha un Pil sostanzialmente piatto, fermo allo 0,2%, una crescita quasi impercettibile, un preoccupante calo demografico, -0,2%, tra il 2011 e il 2016, mentre è marcata la crescita degli stranieri, + 25,9%.

L'Abruzzo, regione ad alta densità imprenditoriale rispetto alla popolazione residente, con una buona presenza di donne imprenditrici, sconta uno stallo economico che sta generando forme di selezione imprenditoriale ed erosione dei potenziali di crescita. 

È la fotografia scattata da Sisprint, il Sistema integrato di supporto alla progettazione degli interventi territoriali, avviato su iniziativa dell'Agenzia per la coesione territoriale e di Unioncamere nazionale. Il progetto, finanziato dal Pon governance e Capacità istituzionale 2014- 2020, è finalizzato ad attivare un confronto sui temi dello sviluppo territoriale, partendo dalle reali esigenze di imprese e cittadini. 





Il report 2018 sull'Abruzzo, riportato dal Centro, evidenzia, in uno scenario nazionale contraddistinto da una crescita modesta, tutti i limiti di un territorio che, anche per effetto del sisma del 2009, continua a viaggiare a due velocità. 

“L'economia abruzzese, basata su 490 mila occupati in 148 mila imprese, è poco sensibile agli stimoli esterni – si legge nel report Sisprint – in ragione di un sistema produttivo solo in parte aperto agli scambi internazionali e a un dualismo produttivo molto marcato. Da un lato la presenza di grandi imprese del chimico-farmaceutico molto competitive sui mercati esteri, dall'altra una moltitudine di piccole aziende polverizzate sul territorio, poco influenti sull'economia regionale”. 

Un dato va segnalato: in Abruzzo sono 111,8 le imprese registrate ogni cento abitanti, un tasso superiore alla media nazionale, ferma a 100. 

L'analisi Sisprint evidenzia “un'apertura turistica, scientifica e culturale sostanzialmente incompiuta. Il turismo, in assenza di grandi attrattori, risulta caratterizzato da flussi nazionali, per lo più in seconde case”. Le presenze turistiche si sono ridotte, negli ultimi anni, con un -15,6%, “mentre l'apertura scientifica e culturale è quasi sempre legata ai poli accademici e alle attività del Gran Sasso Science Institute”. 





Il sistema imprenditoriale, in flessione dell'1,5% dal 2012 al 2017, è ancora caratterizzato da profondi squilibri. Agricoltura e industria stanno attraversando intensi percorsi di ristrutturazione finalizzati al miglioramento competitivo, mentre le imprese edili attraversano una fase di erosione degli occupati, imprese e ricchezza prodotta. 148.298 le imprese registrate in Abruzzo, con una flessione del 7,8% tra il 2012 e il 2017. Analizzando l'incidenza sul totale dell'economia, le imprese artigiane sono al 20,7%, quelle femminili al 25, 9%, mentre le imprese giovanili solo al 9,5%. 

“Le donne – fa notare la ricerca di Unioncamere – per ovviare alla mancanza di lavoro, si cimentano in attività di impresa”. Il tasso di disoccupazione, nel 2017, in Abruzzo è pari all'11,7%, contro l'11,2% della media nazionale. Le previsioni di assunzioni risultano più orientate a figure professionali specifiche, come operai specializzati (31,8%), piuttosto che figure dirigenziali (12,1%). 

Il tasso di crescita demografico, nel 2016, fa registrare il segno negativo: – 3,2%.L'Aquila e Chieti fanno registrare il processo più forte di abbandono delle aree interne, affiancato da forme di agglomerazione di Pescara, che sta, al contrario, catalizzando flussi di investimento e popolazione.

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