LA RABBIA DEL SINDACO DI SAN DEMETRIO SILVANO CAPPELLI, ''NON C'E' UN EURO IN CASSA, DITTE RISCHIANO IL FALLIMENTO''

”UNA FIRMA BLOCCA LA RICOSTRUZIONE”, DIRETTORE USRC ANCORA SENZA POTERI

di Filippo Tronca

13 Febbraio 2016 07:09

L'Aquila -

L'AQUILA – “Non è possibile che una firma stia bloccando la ricostruzione di decine e decine di paesi del cratere sismico!”

È furibondo Silvano Capelli, sindaco di San Demetrio nè Vestini, uno dei paesi terremotati dell’Aquilano.

Esasperato per le casse vuote e le ditte che a breve non potranno essere pagate, per le decine di progetti fermi negli uffici, a causa del potere di firma, che ancora non ha Paolo Esposito, il coordinatore dell’Ufficio della ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc). 

Il suo contratto era scaduto a novembre, poi prorogato al 31 dicembre 2015. A seguire un vuoto di potere, che si è concluso, anche per le veementi proteste dei sindaci, l’11 gennaio scorso, con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), firmata dal sottosegretario Claudio De Vincenti, che ha proceduto al rinnovo triennale. Il problema però è che il Dpcm non ha ancora la vidimazione della Corte dei conti, che deve fare il controllo contabile. E di conseguenza Esposito ha ancora, ad un mese dalla riconferma ancora virtuale, le mani legate.





Un'impasse che sta sortendo effetti gravissimi, spiega Cappelli.

“A San Demetrio sono operativi 70 cantieri, e le casse del Comune sono vuote,  servono 8 milioni di euro per pagare gli stati di avanzamento dei lavori, e i soldi che ce li deve trasferire l’Usrc, ma non è possibile perché appunto Esposito non può firmare gli atti”.

“Se entro 15 giorni – spiega dunque Cappelli –  non ci saranno novità, la metà dei cantieri si fermeranno, e ci saranno ditte locali che non possono più anticipare soldi, che salteranno in aria, dovranno portare i libri in tribunale”.

Con buona pace delle 150 famiglie sfollate che dopo sette anni dal terremoto vivono ancora nei Moduli abitativi provvisori. In un Comune dove va ricostruito ancora buona parte del centro storico.





E un coordinatore con pieni poteri, protesta Cappelli, sarebbe necessario anche per sbloccare l’empasse degli uffici con poco personale dell’Ufficio territoriale della ricostruzione (Utr) di Barisciano, dove passano anche le pratiche di San Demetrio.

“Nell’ufficio di Barisciano – accusa il sindaco – che insite nella porzione di cratere sismico dove si concentra l’80 per cento dei danni,  ci sono solo 11 persone in organico, che non possono sostenere il volume crescente delle pratiche, solo relative al mio comune ce ne sono 35 che attendono di essere esaminate anche da anni. Si era deciso di rafforzarlo, con spostamenti di personale da altri Utr,  ma anche qui serve un Ufficio speciale con pieni poteri”.

E infine, rivela Cappelli, una firma mancante, può addirittura favorire i saccheggi nei centri storci abbandonati.

“Qualche mese fa i sindaci del cratere sono andati dal prefetto, per chiedere di dotare i centri storici abbandonati di un sistema di videosorveglianza, grazie a risorse che poteva mettere disposizione l’Ufficio speciale della ricostruzione. I furti vanno avanti, e questa misura è al palo, a causa di questo assurdo intollerabile vuoto decisionale”.

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