TURISMO: CRESA, ”DATI IN PICCHIATA, IN ABRUZZO MANCA VERO SVILUPPO”

30 Luglio 2014 12:06

Regione -

L’AQUILA – Nel periodo 2001 – 2012 gli arrivi turistici in Abruzzo sono aumentati del 19,8%, percentuale di molto inferiore rispetto ai dati nazionali (+26,9%). Questo quanto emerge dalle nuove pubblicazioni del Cresa che è tornato ad analizzare le dinamiche e le caratteristiche de turismo regionale.

L’indagine è stata condotta dalla società Questlab di Mestre nel periodo gennaio-maggio 2013 su un campione composto da 216 aziende operanti nei settori delle ricettività, della balneazione e della gestione degli impianti di risalita con l’obiettivo di analizzare la capacità competitiva degli operatori turistici regionali attraverso l’analisi di dati quantitativi e informazioni qualitative non diversamente reperibili.

“Il Centro regionale di studi e ricerche economico sociali del sistema camerale abruzzese -ha sottolineato il direttore Francesco Prosperococco – proseguendo nella strada segnata già qualche anno fa e orientata alla produzione di dati propri rilevati direttamente sul campo, ha potuto raccogliere ed analizzare informazioni quantitative e qualitative necessarie per comprendere  la capacità competitiva del sistema turistico regionale”.





I dati ufficiali hanno fatto emergere come nel 2012 l’Abruzzo ha fatto registrare 1,6 milioni di arrivi e 7,3 milioni di presenze, pari rispettivamente all’1,5% e all’1,9% del totale nazionale.

Particolarmente scoraggiante appare il dato riguardante i turisti stranieri, che rappresentano il 12,2% degli arrivi e il 14,2% delle presenze, quote assai inferiori rispetto a quelle nazionali (entrambe 47%).

Gli  alberghi, con l’80,6% degli arrivi e il 66,7% delle presenze, mostrano una capacità di attrazione dei turisti allineata alla media Italia.

Lo studio si è concentrato sul periodo che va dal 2001 al 2012. In questo intervallo gli arrivi sono aumentati meno del livello nazionale, le presenze si sono attestate all’8,8% e la permanenza media di turisti è scesa da 5,1 a 4,6 giorni, rimanendo comunque al di sopra della media nazionale che si attesta sui 3,7 giorni. 





Sconfortanti anche nella dinamica del periodo preso in esame i dati riguardanti i turisti stranieri, i cui arrivi aumentano del 7,6%, meno di un quarto di quanto avvenuto a livello nazionale, e le presenze di solo l’1% contro il 23,1% dell’Italia.

Dall’indagine del Cresa è emerso che sono state le strutture alberghiere a vivere le maggiori difficoltà, con incrementi degli arrivi (+11,7%) e dei pernottamenti (+3%) assai inferiori a quelli registrati nel resto del Paese (rispettivamente +21,9% e +7%). 

Migliore l’andamento delle ricettive extralberghiere, che hanno visto un aumenti degli arrivi (+70,7%) e delle presenze (+22,5%) sensibilmente migliori di quelli della media Italia (+50,8% e +12,3%).

“L’immagine che ne emerge – ha commentato il presidente del Cresa Lorenzo Santilli – è di una regione che, nonostante i molti sforzi fatti sia dal sistema pubblico che da quello delle imprese, continua ad essere affetta da vizi di fondo che ne impediscono un vero sviluppo turistico. Mancanza di programmazione e di azioni coordinate e continuative coerenti, forte spirito campanilistico, pastoie burocratiche e molto altro ancora sono le zavorre che impediscono il decollo in senso turistico di una regione che soffre il grave handicap di essere inserita in un Paese disseminato di bellezze artistiche e naturali e ricco di tradizioni, nel quale per richiamare turisti non basta essere ‘belli’, ma è necessario comunicare ed offrire un’esperienza di vacanza nella quale valga la pena di impiegare il tempo libero”. 

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