TSA, CONCLAVE PER IL NUOVO DIRETTORE SE PREZIOSI VA VIA ”SPAZIO A UNO FORTE”

di Filippo Tronca

26 Settembre 2014 08:34

L'Aquila - Cultura

L'AQUILA – Tempi di conclave, silenzi eloquenti e velati messaggi al Teatro Stabile d’Abruzzo, in vista della fatidica data del 4 novembre, quando il Consiglio di amministrazione dovrà decidere se confermare o sostituire l’attuale direttore artistico, l’attore e regista Alessandro Preziosi, che ha il contratto in scadenza.

Tace il diretto interessato, che AbruzzoWeb ha tentato invano di contattare. Oltre a Preziosi, circolano i nomi di due interni, Federico Fiorenza, già direttore del Tsa, del dirigente Giorgio Iraggi e dell’ex-direttore artistico Antonio Calenda.

Non ha taciuto la voce, assai influente nelle politiche culturali aquilane della senatrice del Partito democratico, Stefania Pezzopane, che ha accusato Preziosi di essere stato in questi anni “poco presente”.

Come prevede lo statuto a decidere entro un mese il nome futuro direttore artistico, dovranno essere i quattro componenti del Consiglio di amministrazione del Tsa, ovvero il presidente Ezio Rainaldi, rappresentante della Regione Abruzzo, il vicepresidente Adolfo Paravano, rappresentante del Comune dell’Aquila, Antonio Del Corvo, presidente della Provincia dell’Aquila, e Remo di Martino, delegato della Provincia di Chieti.





Il presidente Rainaldi, a urne aperte, intende per prima cosa smorzare le polemiche innestate dal toto-nomi. 

“Il punto non è chi sarà il prossimo direttore, non dobbiamo fermarci al toto-nomi, al ‘Preziosi sì Preziosi no’. L’attuale direttore ha svolto un buon lavoro e non vogliamo perdere il suo apporto, il valore aggiunto della sua notorietà e del suo talento. L’importante è prepararci alle grandi sfide che ci attendono, imposte dal decreto valore Cultura, che ci imporrà di migliorare ancora, di unire le forze tra le varie realtà abruzzesi. Il Tsa ha i conti in ordine, facciamo produzione di alto livello, abbiamo consolidate competenze tecniche e organizzative, dobbiamo concentrare le energie sugli obiettivi, non su sterili polemiche”.

Perfettamente udibile sono però il brusio e le doglianze tra il personale in pianta stabile del Teatro, che si sente non sufficientemente valorizzato, visto che Preziosi preferisce avvalersi delle coproduzioni con la Chora Teatro, che lui stesso ha fondato, di Tommaso Mattei e del suo assistente all'Aquila Aldo Allegrini. Scelta che ha prodotto dei risultati, ad esempio il ‘Cyrano de Bergerac’, coprodotto dalla Chora e dal Tsa di cui Preziosi è stato regista, e attore, ha riscosso uno straordinario successo di critica e botteghino.

E ha dato lustro al Tsa in tutta Italia, anche se non in modo non indolore nella gestione interna dello stabile abruzzese.

Sulla necessità di valorizzare al massimo le risorse interne, Rainaldi non ha però dubbi.





“Dobbiamo far tesoro – spiega il presidente – di quello che Preziosi può portare dall’esterno, ma anche di quello che il territorio è capace di esprimere, valorizzando al massimo le risorse interne. Serve un equilibrio”.

Esprime la sua opinione, ma non sui nomi dei candidati in campo, anche il vicepresidente Paravano.

“Le nuove norme – spiega – previste nel decreto Valore cultura, imporranno in futuro di incrementare il numero di recite, di sale gestite, di autoproduzioni, il numero degli spettatori paganti. E soprattutto sarà obbligatorio 'regionalizzare' la produzione, cioè fare più spettacoli su tutto il territorio abruzzese, interagendo con le altre istituzioni culturali e artistiche della città e della regione”.

Non è un caso che, per ottenere la giusta massa critica, già si ragiona sull’opportunità di fondere in un unico ente il Teatro stabile d’Abruzzo, i teatri stabili d’innovazione Florian di Pescara, e L’Uovo dell’Aquila, e infine l’Atam, l’Associazione teatrale abruzzese e molisana, che si occupa principalmente di distribuzione e promozione teatrale. E che ultimamente non viaggia in buone acque dal punto di vista finanziario.

“Il direttore artistico del Tsa, chiunque esso sia – conclude Paravano – dovrà centrare questi obiettivi. Va ricordato che non è prevista per questa figura un vincolo di presenza fisica in loco. Un bravo direttore può lavorare anche da New York, tutto dipende dalle sue capacità di gestione, progettazione e delega”.

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