TRIVELLE: ACERBO, ”DA CONSULTA PERNACCHIA A LUCIANO D’ALFONSO”

2 Febbraio 2016 18:24

Regione - Politica

PESCARA – La Corte Costituzionale con le sentenze depositate oggi conferma tutte le critiche che avevamo avanzato rispetto al voltafaccia di Luciano D'Alfonso sul referendum. In pratica, è una pernacchia al presidente della Regione Abruzzo”.





Maurizio Acerbo, esponente pescarese di Rifondazione comunista, commenta così le motivazioni della Corte Costituzionale con cui è stato dichiarato ammissibile il referendum in materia di divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi entro le dodici miglia marine, che chiede di abrogare l'estensione dell'esenzione prevista per i titoli abilitativi già rilasciati, alla durata della vita utile del giacimento.

Per la consulta, il referendum è meramente abrogativo e non comporta l'introduzione di una nuova legge. 





“La Corte – prosegue Acerbo – non solo ha respinto nel merito il ricorso con cui la Regione Abruzzo era andata in soccorso del governo contro le altre Regioni, ma premette che 'la Giunta regionale non ha potere rappresentativo in ordine alla proposizione del referendum abrogativo. Ed è proprio quello che avevamo contestato a D'Alfonso e Lucrezio Paolini, che si sono mossi senza mandato del Consiglio regionale in un'operazione spregiudicata che ha disonorato la regione verde d'Europa”. 

“C'è anche da riflettere sul grado di subalternità alla politica di dirigenti e avvocatura che avrebbero dovuto rifiutare la propria disponibilità a questa evidente castroneria. Quella che ha ricevuto D'alfonso è la più autorevole delle pernacchie”, conclude l'ex consigliere regionale.  

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: