VIAGGIO NEL CRATERE/48. IL SINDACO LINARI: ''MEGLIO PIANO PROGRAMMATICO''

TORRE DE’ PASSERI: L’UNICO PAESE SENZA PIANO DI RICOSTRUZIONE

di Arianna Iannotti

11 Luglio 2013 08:05

Pescara - Gallerie Fotografiche

TORRE DE' PASSERI – A Torre de’ Passeri (Pescara), fortunatamente, non ci sono state vittime a seguito del sisma, ma tre famiglie torresi e l’intera comunità, hanno pianto la perdita di tre giovani studenti, tutti ventenni, che sono morti all’Aquila, sotto le macerie delle case in cui risiedevano come universitari fuori sede.

Per il resto, il paese sta facendo un grosso sforzo per risistemare il proprio patrimonio architettonico, danneggiato proprio nella parte più antica e caratteristica del centro, come spiega ad AbruzzoWeb il sindaco, Antonio Linari.

Una curiosità: Torre de' Passeri è l'unico, tra i 57 comuni del “cratere” sismico, che ha deciso di non fare un piano di ricostruzione, ma soltanto di adottare un più snello documento programmatico.

Quali danni ha fatto il terremoto?

La stima è lunga. La chiesa parrocchiale del XVIII secolo è totalmente inagibile e interamente transennata: ha avuto problemi sulla facciata, incrociata da due torri, alle lunette delle cupola che ospitano quattro pregevoli dipinti degli Evangelisti e all’altare maggiore dove campeggia una grande tale con la raffigurazione del paese protetto dalla Madonna e dal suo patrono Sant’Antonino. Il palazzo Mazzara-Gizzi, che sovrasta edifici, piazze, strade e fabbricati di pubblica utilità, come il municipio, l’ufficio postale e la banca, presenta grossi problemi strutturali.

Lesioni sono state rilevate anche per lo storico palazzo De Pompeis, che fa parte di un importante circuito di realtà museali abruzzesi dedicate alla ceramica di Castelli, per Casa Troiani-Calore, che ospita un archivio di notevole interesse storico sull’attività di Pier Luigi Colore, e per il palazzo storico ex-municipio di piazza Kennedy. Il terremoto non ha risparmiato neppure la sede del Comune in piazza Giovanni XXIII, dove sono presenti numerose lesioni, ma per fortuna non è compromessa la sicurezza statica dell’edificio.





Com’è stata risolta l’emergenza abitativa?

Subito dopo i sopralluoghi, già nella notte del 6 aprile 2009 e nei giorni successivi, sono stati disposti i trasferimenti di una decina di famiglie presso strutture ricettive della zona o parenti e con l’aiuto del gruppo di Croce rossa locale è stata allestita una tendopoli presso il campo sportivo comunale. Ma l’emergenza abitativa successiva è stata risolta attraverso il contributo di autonoma sistemazione.

Il Comune ha una zona rossa e, se sì, in quali condizioni?

Il Comune non ha una zona rossa.

A che punto è il piano di ricostruzione nel suo Comune?

Abbiamo deciso di non avvalerci di un piano, ma si sta adottando un documento programmatico per la ricostruzione.





A oggi, qual è il problema più urgente da affrontare?

I ritardi nelle istruttorie accumulati dalle strutture della filiera Fintecna-Cineas-Reluis che non consentono di avviare i lavori.

Cosa vorrebbe dire al ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, inviato del governo per la ricostruzione?

Che i continui cambi di strutture hanno provocato ritardi e creato disservizi e che vanno date indicazioni chiare ed adottate procedure più snelle. Inoltre va detto che gli uffici territoriali devono ancora partire e cominciare a lavorare concretamente, mentre i Comuni, dal canto loro, non possono più finanziare l’ufficio sisma interno che è stato in questi quattro anni l’unico referente dello Stato per i cittadini in difficoltà.

Quanto ci vorrà per ricostruire il suo paese?

Almeno cinque anni. Se tutto va bene…

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