TERRENI EDIFICABILI UNIVAQ: LA RETTRICE INSISTE, ”LI’ ORTI DIDATTICI” MA TUTTO FERMO

di Eleonora Marchini

4 Dicembre 2017 07:00

L'Aquila -

L’AQUILA – È tutto bloccato nella vicenda dei terreni di proprietà dell’Università degli Studi dell’Aquila, in località Casale Calore, per i quali il Comune dell’Aquila aveva deliberato nel 2010 una variante al piano regolatore generale trasformandoli da “agricoli” a “area per attrezzature generali”.

La variazione di destinazione d’uso era conseguenza di un accordo di programma tra l’Eni, l’Università e il ministero per l’attuazione del progetto “Un ponte per l’innovazione”, con un finanziamento proprio di Eni per la realizzazione di un centro di ricerca e una residenza universitaria per una spesa stimata di circa 12 milioni di euro.





Un progetto sfumato tra le polemiche per rritardi e burocrazia, mentre il finanziamento della società petrolifera, che sarebbe potuto svanire o finire altrove in Abruzzo, è stato recuperato in extremis e dirottato sulla ricostruzione della Basilica di Collemaggio, distrutta dal terremoto del 2009 e il cui recupero, nel frattempo, è ormai ultimato.

Smentendo le ipotesi, che pure si erano vagheggiate in passato, di possibili speculazioni edilizie, l’Università continua a dirsi non interessata all’edificabilità, ma assicura di essere ancora intenzionata “a realizzare nella zona di Casale Calore degli orti didattici a uso degli studenti” come confermato dalla rettrice Paola Inverardi, che aveva anticipato il progetto a questo giornale già nel 2015. Da allora, però, non è successo assolutamente nulla.

All'idea, ammette, “non abbiamo avuto tempo e modo di dare seguito. Nella zona ci sono sempre state e ci sono ancora adesso delle stazioni di rilevamento gestite dal Cetemps del dipartimento di Fisica – ricorda la rettrice – Siamo molto impegnati nel cercare di recuperare il patrimonio esistente dell’Università aquilana e quella zona non rientra nei nostri progetti di espansione”.





“È venuta meno la finalità dell’accordo di programma, in base al quale è stata deliberata la variazione di destinazione d’uso del terreno – precisa Luigi D’Eramo, nuovo assessore all'Urbanistica del Comune dell’Aquila – Come è noto, non si realizzerà più il centro di ricerca e, da un esame degli atti, non sembrano esserci clausole di retrocessione in automatico della destinazione d’uso. Servirebbe quindi una richiesta in tal senso da parte dell’Ateneo. Il Comune resta l’ organo competente per le variazioni di destinazione”.

L’Ateneo cittadino è ancora in attesa di vedere assegnati i fondi per la ristrutturazione del complesso ex ospedale San Salvatore, acquistato anni or sono e per il restauro della sede del rettorato, Palazzo Carli, fondi che, da quanto annunciato dalla stessa rettrice sempre a questo giornale, nell’aprile scorso, “dovrebbero essere inseriti in una delle prossime delibere Cipe”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: