TERREMOTO: PERSISTENZE E TRASFORMAZIONI PALAZZO CARLI-BENEDETTI IN LIBRO

27 Maggio 2018 08:00

L'Aquila -

L'AQUILA – È stato presentato ieri a L’Aquila il libro di Carla Bartolomucci, ricercatrice del Consiglio nazionale delle Ricerche, presso l’Istituto per le Tecnologie della Costruzione di L’Aquila, Terremoti e resilienza nell’architettura aquilana. Persistenze, trasformazioni e restauro del palazzo Carli Benedetti.

In tale occasione Donatella Fiorani dell'Università La Sapienza di Roma, Simonetta Ciranna dell'Università degli studi dell’Aquila e Antonio Di Stefano della Soprintendenza hanno presentato il volume, illustrandone alcuni aspetti e apprezzando in particolare il metodo di studio e gli approfondimenti conoscitivi derivanti dalle osservazioni in cantiere.

Alla presentazione del libro è seguito il concerto “Gli strumenti dello studiolo e la musica segreta di palazzo Carli Benedetti”, introdotto da Francesco Zimei e organizzato dalla Società aquilana dei concerti “Bonaventura Barattelli”, in cui gli artisti Francesco Degli Esposti, Filippo Calandra, Giordano Ceccotti, Giacomo Silvestri hanno eseguito la musica raffigurata sugli spartiti dipinti scoperti durante i lavori di restauro del palazzo, conclusi nel 2016.

Francesco Zimei ha illustrato lo studio musicologico dei dipinti, che raffigurano libretti musicali e strumenti del primo Cinquecento.





Il libro, dedicato dall’autrice alla propria città, presenta un lavoro di ricerca avviato già prima del terremoto del 2009 e proseguito in occasione del progetto di restauro del palazzo; esso documenta i lavori compiuti, rendendo conto anche degli aspetti economici (questo è uno dei casi in cui le somme spese risultano inferiori al contributo concesso), e illustra, in particolare, le scoperte realizzate durante i lavori e le nuove riflessioni che ne sono scaturite.

Le osservazioni sui danni sismici hanno consentito infatti nuovi approfondimenti di conoscenza, sia dal punto di vista della storia costruttiva del palazzo (e di un pezzo della città stessa), sia dal punto di vista delle tecniche costruttive storiche e degli accorgimenti antisismici utilizzati in passato.

In particolare, il libro descrive la ‘resilienza’ dell’architettura storica, le trasformazioni e le riparazioni introdotte in occasione dei terremoti passati, in una parola la sua ‘storia conservativa’ che testimonia la permanenza delle strutture edilizie nei secoli.

L’attenzione conservativa agli aspetti materiali dell’architettura, la determinazione nel conservare tutte le tracce delle stratificazioni storiche depositate sull’edificio, la scelta di mantenere gli intonaci storici senza sostituirli tramite banali operazioni manutentive, le indagini sui materiali non compromessi da trasformazioni recenti hanno portato a nuove considerazioni e a diverse interessanti scoperte.

Tra queste, i dipinti con note e strumenti musicali rinvenuti sulle pareti sotto un solaio (rimasti nascosti a causa della nuova configurazione dell’ambiente inferiore) sono solo una delle molte novità che il cantiere ha riservato.





Diverse importanti novità sono relative alle strutture precedenti dell’edificio, alle ipotesi interpretative che ne sono derivate, alla ricomposizione della storia costruttiva e dei diversi cambiamenti di proprietà che lo hanno caratterizzato.

Per esempio, sul prospetto laterale sono evidenti una serie di edifici preesistenti al palazzo stesso (di epoca medievale, sono accostati l’uno all’altro con una ‘rua’ interposta).

Sullo stesso fronte sono state riportate alla luce labili tracce di una Madonna dipinta (databile alla seconda metà del Quattrocento, probabilmente un ‘ex-voto’ dopo il terremoto del 1461) che mostra ancora gli strati preparatori dell’affresco e il disegno graffito. Ancora, poco più in là è visibile uno stemma finora ignoto e precedente alla costruzione del palazzo quattrocentesco. Un’altra Madonna, modellata a stucco, si trova accanto allo sperone addossato sull’angolo verso il Corso dopo il terremoto del 1703 (e risale a quell’epoca).

Anche quest’ultima, come in generale tutte le tracce di configurazioni preesistenti evidenziate nell’edificio, documenta materialmente la complessa storia sismica della città insieme alla capacità di resistere ai terremoti che l’architettura storica dimostra ancora oggi, nonostante le ferite dei recenti sismi.

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