TERREMOTO: MARTA VALENTE, LA SOPRAVVISSUTA. ”PARLIAMO SOLO DI FUTURO”

di Alberto Orsini

5 Aprile 2012 07:12

L'Aquila -

L’AQUILA – Marta Valente è prima di tutto un “osso duro”. E c’è da aspettarselo, da una ragazza che è riuscita a sopravvivere dopo aver passato 23 ore sotto le macerie di un palazzo spazzato via dalla scossa di tre anni fa, quello in via generale Francesco Rossi dove hanno perso la vita 18 persone, 13 di queste studenti, e due di quelle le sue più care amiche.

È un osso duro perché si porta dentro un’esperienza devastante che resterà a vita e che non ha più alcuna intenzione di condividere, ma vuole superare, dopo aver chiuso i conti parlandone in un libro.

Ecco perché, dopo aver lanciato qualche settimana fa sulla stampa nazionale un appello a Giorgio Napolitano a non dimenticare i “terremotati-fuorisede” che non hanno diritti, accetta di parlare con AbruzzoWeb solo con un’intervista rivolta al futuro.

Cortese ma ferma, niente domande su come vede oggi la città dell’Aquila, su quali rapporti abbia lasciato nel capoluogo, sui ritardi della ricostruzione o sui processi legati ai crolli, compreso quello del suo palazzo. “Parliamo solo di futuro”.

Va bene, Marta. Parliamo solo di futuro. Di una ragazza con una ferita nell’anima che forse non si rimarginerà, ma che vuole tornare a vivere. “Vivere pienamente”.

“Una vita oltre le macerie” è il titolo del tuo libro. Che vita c’è, che prospettiva c’è oltre le macerie, oltre il 6 aprile 2009?

Una vita proiettata al futuro e alla ricostruzione personale; una vita rivolta ad aiutare gli altri e a non dimenticare chi purtroppo non c’è più… Infatti, gli interi proventi che mi spetterebbero, ricavati con la vendita del libro, come previsto dal contratto saranno destinati all’Associazione in ricordo delle mie amiche scomparse “Federica e Serena” e saranno investiti in iniziative benefiche.





Dove vivi oggi?

Oggi la mia vita è divisa tra Bisenti (Teramo), mio luogo di residenza, e Teramo, dove lavoro.

Hai lanciato un allarme al capo dello Stato: l’Italia si è dimenticata dei terremotati e di me. Ha sortito effetto?

Ho scritto una lettera al presidente della Repubblica per informarlo della situazione di noi studenti fuori sede, non residenti all’interno del “cratere” sismico. La risposta inviata dalla presidenza della Repubblica alla prefettura locale ha voluto dimostrare la sua vicinanza a me e alla mia situazione, ma a livello burocratico nulla è cambiato finora.

E allora che si fa?

Noi “studenti fuori sede-che abbiamo subito danni” siamo a chiedere il riconoscimento come infortunati sul lavoro in quanto lo studio rappresentava il nostro lavoro nel periodo dell’università, il riconoscimento dello status di terremotati e l’istituzione di un fondo (oggi inesistente) per chi è colpito da catastrofi naturali. In questo momento, in cui nessun risultato concreto è stato ancora ottenuto, continuo ad avere fede nella giustizia ma continuo anche a lottare per il riconoscimento dei diritti miei e di chi si trova nella mia stessa situazione.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

I miei progetti per il futuro riguardano più sfere della mia vita: il perfezionamento degli studi, il lavoro, la famiglia e soprattutto la ricostruzione personale.





Partiamo dallo studio.

Dopo la laurea in ingegneria gestionale ho deciso di concorrere per il dottorato di ricerca presso il dipartimento di Ingegneria industriale della facoltà aquilana, l’ho vinto e ora sto proseguendo la ricerca, avviata con la tesi di laurea, sul back-shoring di aziende manifatturiere assieme al relatore di tesi Luciano Fratocchi.

Il lavoro?

Oggi sono impiegata in una società che gestisce il polo di innovazione agroalimentare d’Abruzzo e mi auguro che questa esperienza mi consenta di aiutare il territorio abruzzese a crescere, ma posso affermare che sta insegnando tanto anche a me: avere la fortuna di essere in contatto con molte realtà imprenditoriali, di diverse dimensioni, è da ritenersi una grande fonte di insegnamento.

Veniamo alla famiglia: ti vedi moglie, ti vedi madre?

Per la sfera familiare ed affettiva, ho voglia di costruire una famiglia, di vedermi moglie e mamma nel futuro…e chissà che tra un paio di anni non saremo qui a discorrere di questi aspetti positivi. I miei progetti per il futuro sono strettamente collegati alla fase di ricostruzione personale, al riprendere pieno possesso della tranquillità e della serenità strappatemi via, al tornare a vivere pienamente come una giovane ragazza grintosa e combattiva.

Quali posti ti piacerebbe visitare?

Mi piacerebbe visitare l’Asia, la ritengo una zona dalla storia e dalla cultura affascinante che tanto ha da insegnare. Nel frattempo, visito i luoghi geograficamente più vicini e penso che l’Abruzzo sia una regione bellissima.

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