CONTRIBUTI INPS E INAIL: DA DOMANI LA RESTITUZIONE, IMPRESE IN RIVOLTA ACCUSE ALLA POLITICA. SOSPESO IN SENATO ESAME DI UN EMENDAMENTO-KILLER

TERREMOTO: LO SPETTRO DELLE TASSE, PER 7 MILA SALASSO DA MEZZO MILIARDO

di Elisa Marulli

15 Dicembre 2012 08:02

L'Aquila -

L’AQUILA – Meno di 24 ore e lo spettro della restituzione dei contributi Inps e Inail sospesi a seguito del terremoto diventerà una drammatica realtà per le imprese e i professionisti del cratere, con le categorie che ora accusano la politica di non aver difeso abbastanza il territorio.

Sono circa 7 mila i soggetti interessati dalla mazzata, per una cifra complessiva che si aggira sui 4-500 milioni di euro, benché la stima esatta sia molto complicata da fare.

Non è bastata una legge nazionale, quella voluta dall’ex sottosegretario Gianni Letta che fissava al 40% l’importo delle tasse da rimborsare, e una tragedia immane come il sisma per convincere i burocrati di Bruxelles che non si trattasse di aiuti di Stato ma di un giusto risarcimento alle pene economiche, morali e sociali subite.

La Commissione europea, infatti, ha chiesto chiarimenti all’Italia sugli sgravi fiscali concessi alle popolazioni colpite dal sisma per verificare se tali strumenti si possano configurare come aiuto di Stato. La risposta del governo, pur in assenza di una procedura d’infrazione, ed in particolar modo del ministero del Lavoro retto da Elsa Fornero, è stata di indicare ai due istituti previdenziali di procedere al recupero delle somme.

Un salasso di circa mezzo miliardo che L’Aquila e i paesi colpiti non si possono permettere: a rischio ci sono la sopravvivenza di tantissime “partite Iva”, il posto di lavoro di centinaia di persone e il futuro stesso delle città.

Quelle cifre le aziende le hanno già iscritte nei bilanci, che ora andranno in rosso, e la conseguenza è che con i conti non in ordine non si potrà accedere al credito bancario, come a dire che si stanno condannando le attività produttive a morte. 

“È il fallimento della politica – dicono alcuni imprenditori – che ha smesso da tempo di pensare al territorio, qui si combatte ogni giorno mentre il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, il cosiddetto ‘inviato speciale del governo’ a seguire le nostre sorti, se ne va a spasso a Parigi con i vertici di Confindustria, disattenti pure loro al nostro destino”.

Non è un caso che i vertici di viale dell’Astronomia ieri siano stati attaccati duramente dal presidente regionale della Piccola e media industria, l’aquilano Modesto Lolli.

“Rivendichiamo maggiore attenzione – ha detto Lolli nel corso del comitato centrale delle Pmi a Roma – queste cose le avevamo già dette in estate ma siete rimasti sordi al nostro grido d’allarme”.

Nei giorni scorsi era circolata l’idea di uno sciopero fiscale, una proposta impraticabile: se non si pagano i contributi Inps e Inail non rilasciano il Documento unico di regolarità contributiva (Durc), senza il quale non si può partecipare alle gare pubbliche né prendere in affidamento i lavori privati della ricostruzione.

Problemi che si aggiungono a quelli già noti: la lentezza con cui si aprono i cantieri, la burocrazia asfissiante, le risorse che arrivano con il contagocce.

Questioni che mesi e mesi di tavoli tecnici, assemblee, proteste e dibattiti non sono riusciti a risolvere.





Un nuovo incontro per parlare della vicenda c’è stato oggi negli uffici del Comune dell’Aquila, ma il sentore che si esca con un nulla di fatto è divenuto prepotente.

la riunione; LOLLI, “PREPARIAMOCI A RESISTERE”

Rimborso contributi Inps e Inail sospesi dopo il terremoto e che ora i due enti previdenziali chiedono indietro: sono tutti contro l’emendamento-killer del governo i rappresentanti delle categorie e degli ordini che si sono ritrovati questa mattina al Comune dell’Aquila per decidere le contromisure.

Domani, infatti, scade la proroga data dallo Stato per restituire una quota delle tasse abbattute al 40% grazie a una legge voluta dall’allora sottosegretario Gianni Letta, una norma che l’esecutivo vorrebbe cancellare con un provvedimento attaccato in zona Cesarini alla Finanziaria, l’ultimo provvedimento della stagione a palazzo Chigi del premier Mario Monti.

Mangiata la foglia della trappola, però, imprenditori e professionisti si sono ribellati e questa mattina hanno chiesto al deputato del Partito democratico Giovanni Lolli, l’unico politico presente alla riunione insieme al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che è dovuto andare via in anticipo, di fare di tutto per stoppare il provvedimento.

La soluzione, per il momento, è lasciare le cose come stanno, in attesa che la Commissione europea apra la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.

Sul problema del documento unico di regolarità contributiva (Durc), aspetto che riguarda, in particolare, le imprese edili, la decisione è di attendere il parere negativo degli enti salvo poi fare ricorso in tribunale, cosa che sospende l’efficacia del Durc, in modo da poter comunque lavorare.

Nel corso dell’incontro ci sono state parole forti nei confronti del governo: “si sono calati le braghe davanti all’Europa, tra L’Aquila e la Ue hanno scelto loro”, ha detto Rita Innocenzi della Cgil.

Lolli ha rilanciato chiedendo compattezza, ma invitando a tenere i toni bassi: “dobbiamo organizzarci a resistere insieme alle popolazioni delle altre regioni coinvolte (Marche e Umbria per il sisma del 1997 e Molise e Puglia per quello del 2002, ndr), però voglio che questa guerra venga combattuta tutti insieme, altre volte ci siamo esposti e poi dietro di noi non c’era nessuno”.

“Ci avviamo a intraprendere un contenzioso complesso – ha aggiunto – serve un pool di esperti e di avvocati che ci supporti a dovere”.

“Comunque alla fine rischiamo di soccombere – ha concluso – deve essere chiaro che non tutti si salveranno dalla mannaia della restituzione”.

Quindi la riunione è stata aggiornata a lunedì alle 15, quando categorie e ordini professionali firmeranno una nota congiunta per indirizzare gli associati sul comportamento da tenere quando Inps e Inail faranno sentire la loro voce e pretenderanno di riavere i soldi. (pi.bi.)

L’EMENDAMENTO-KILLER

Nelle ultime ore è circolato un emendamento al provvedimento di stabilità in discussione in Parlamento che, a parere degli addetti ai lavori, potrebbe persino peggiorare le cose, rimettendo in discussione la legge Letta, un principio al quale nessuno vuole rinunciare, perché è l’ultimo baluardo contro l’offensiva Ue. 

“Gli aquilani quel diritto se lo sono conquistato con manifestazioni oceaniche di piazza, forse è ora di tornare a far sentire la nostra voce”, ha iniziato a sussurrare qualcuno in vista della riunione di Villa Gioia.





Voci flebili che oggi potrebbero, però, diventare un urlo all’unisono di una città allo stremo.

SOSPESO ESAME DELL’EMENDAMENTO-KILLER

“Sull’emendamento del governo riguardante l’adeguamento alle procedure comunitarie dei contributi alle popolazioni colpite dal terremoto, in particolare Abruzzo, Marche e Umbria, si è deciso di sospenderne l’esame da parte della Commissione”.

Lo hanno dichiarato i senatori abruzzesi Paolo Tancredi (Popolo della libertà) e Giovanni Legnini (Partito democratico), relatori sulla legge di stabilità.

“Infatti – spiegano – una volta approvata la norma, avrebbe causato, anche per i lavoratori dipendenti, forti decurtazioni sui salari a seguito di dovute restituzioni d’imposte”.

Ecco perché, concludono i due, “abbiamo deciso di invitare il governo a ulteriori riflessioni anche in sede Europea”.

Un tentativo di non mettere in pericolo la legge-Letta che fissava la restituzione al 40% per le zone terremotate ma che è stata contrastata dalle richieste della Ue e le risposte del ministro Elsa Fornero.

LETTA: ”PARLERO’ CON BARCA E FORNERO PER CAMBIARLO”

“Domani sarò a Roma a parlare con i ministri Fabrizio Barca ed Elsa Fornero per cercare di modificare l’emendamento e cambiare quello che non piace alle imprese aquilane”.

Lo ha detto l’ex sottosegretario Gianni Letta a margine di un evento all’Aquila parlando della vicenda della restituzione al 100% dei contributi Inps e Inail sospesi dopo il sisma del 2009.

Letta si riferisce all'”emendamento-killer” proposto dal governo che, se approvato, invece che venire incontro alle aziende potrebbe peggiorare la situazione, rimettendo in discussione la legge dello Stato (approvata proprio grazie all’intervento di Letta) che fissava nel 40% l’importo di tasse e contributi da restituire.

La discussione dell’emendamento oggi è stata sospesa e rinviata per permettere all’esecutivo di approfondire.

Sulla ricostruzione, Letta ha commentato che “Barca si sta impegnando tantissimo come anche il governatore ed ex commissario, Gianni Chiodi, che ha fatto tutto quello che poteva”. Stefano Castellani

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