TERREMOTO: EMENDAMENTI DECRETO SISMA, BIONDI ”ELEMOSINA PAGATA CON I SOLDI DEGLI AQUILANI”

22 Novembre 2019 15:47

L'Aquila -

L'AQUILA – “Un’elemosina pagata con i soldi degli aquilani. Nel decreto sisma permangono ancora moltissime ombre, c’è poco da esultare”.

Lo dichiara il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, all’esito dell’esame degli emendamenti al provvedimento in discussione presso l’Ottava commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici alla Camera.





“Il pacchetto delle nostre proposte, condiviso con tutti i rappresentanti istituzionali, delle categorie produttive e datoriali del territorio è stato in gran parte bocciato o cassato. – spiega il primo cittadino – L’unico elemento positivo è la previsione di deroga ai tetti di spesa per le assunzioni di personale con contratto a tempo determinato per il 2020 che, peraltro, sarà finanziata con risorse del nostro bilancio comunale. Da Roma non è arrivata alcuna risposta concreta alle numerose questioni sollevate in più occasioni, comprese le diverse passerelle che esponenti del governo e parlamentari hanno avuto modo di fare qui in città”.

“Nessuna risposta è arrivata rispetto alle richieste di semplificazioni, norme più snelle per velocizzare la ricostruzione pubblica e delle scuole, così come è stato fatto per il sisma del Centro Italia, e superare le criticità che pure permangono ancora in quella privata. Iniziative di buon senso, a costo zero per lo Stato italiano che fino ad oggi ha investito 18 miliardi nella ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2009” ricorda il primo cittadino.





“Respinti, poi, gli emendamenti sul personale, sia quello con cui chiedevamo di applicare la legge Madia per dare certezze a lavoratori che da dieci anni operano per la rinascita di questa terra sia quello con cui si chiedeva il trasferimento al Comune dell’Aquila delle risorse per il pagamento dei dipendenti Ripam, già stabilizzati grazie alla battaglia condotta lo scorso anno, i cui stipendi vengono saldati a seguito di rendicontazioni da inviare al ministero, con aggravio di tempi e procedure che cervelloticamente si è voluto mantenere”.

“A più riprese, non ultima l’audizione in Ottava commissione il 5 novembre scorso, ho rappresentato le esigenze di una città che tenacemente sta portando avanti un coraggioso percorso di ricostruzione sociale ed economica, oltre che materiale, che non merita di essere mortificata con finti proclami, sgambetti e tiri mancini”.

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