L'AQUILA – “A distanza di 10 anni dal terremoto, nell'Aquilano è stato fatto molto poco in materia di prevenzione eppure oggi potremmo trovarci davanti a una svolta qualora riuscissimo finalmente a mettere in piedi un sistema di monitoraggio sismico regionale”.
A parlare è Christian Del Pinto, geofisico sismologo, da sempre impegnato in tema di prevenzione che, dopo diverse “porte in faccia” in Abruzzo, nel 2007 ha dato vita, in qualità di responsabile scientifico del Centro Funzionale Regionale, alla Rete di Monitoraggio Sismico del Molise, regione ben più disposta in quanto alle spalle aveva già la tragedia del terremoto di San Giuliano.
Del Pinto, intervistato da Abruzzoweb, si mostra fiducioso rispetto alla creazione di un sistema di monitoraggio sismico regionale in aggiunta alle strutture già presenti sul territorio, a distanza di 10 anni da quel 6 aprile 2009 e dopo innumerevoli sollecitazioni ai diversi governi regionali che si sono avvicendati nel tempo. Racconta che già nel 2005, finito il dottorato di ricerca, si era rivolto alla Regione Abruzzo, nel momento di transizione tra i governatori Giovanni Pace e Ottaviano Del Turco, per proporre il progetto di una rete regionale: “Parliamo di 4 anni prima del terremoto, evidentemente per i miei interlocutori si trattava di uno strumento inutile”.
“In sostanza si tratta di dotarsi di una fitta distribuzione di sensori per essere in grado di registrare anche i terremoti più piccoli, perché per conoscere quello che succede è necessaria una registrazione più capillare, che vada a migliorare quella fornita dalla Rete Sismica Nazionale Centralizzata dell'Ingv”, spiega Del Pinto che sottolinea come in Regione il clima ora sia diverso e sembri esserci maggiore sensibilità sulla questione. Il tema della prevenzione sismica è infatti stato uno dei cavalli di battaglia in campagna elettorale del presidente Marco Marsilio, di Fratelli d'Italia.
Nel ripercorrere l'esperienza molisana, Del Pinto osserva come essa abbia rappresentato la dimostrazione tangibile dell'utilità di una rete sismica regionale: “Siamo partiti con 3 stazioni per poi arrivare ad un totale di 5 che hanno quadruplicato i terremoti registrati rispetto ai dati forniti dall'Ingv. Questo ci ha consentito di monitorare la situazione come mai era successo fino a quel momento fino a quando, nel 2013, il progetto è stato interrotto”.
Il sismologo fa riferimento a un demansionamento, più o meno “casuale”, arrivato a seguito del processo alla Commissione Grandi Rischi. In qualità di testimone, era infatti presente come auditore alla riunione del 31 marzo 2009. Durante il dibattimento riferì che a suo parere, il tema di eventuali grandi rischi connessi ad un sisma fu trattato in maniera sostanzialmente superficiale: “Definire normale lo sciame sismico in corso era, a mio giudizio, un azzardo ed un errore concettuale. La parola 'normale' in sismologia indica solo un certo di tipo di faglia; con riferimento alla sismicità la parola da utilizzarsi non è normale bensì ordinario” ma “non era un fenomeno né normale né ordinario”. Del Pinto aveva definito la riunione una “grottesca pantomima”.
E oggi, per quanto riguarda il progetto presentato, che fa capo direttamente alla Regione e non ad altre strutture, sottolinea che sarebbe impensabile rinunciare a questo sistema che in passato è già stato realizzato con successo altrove e che non implicherebbe neanche lo stanziamento di notevoli risorse visto che, per realizzarlo, sarebbero necessari meno di 150mila euro, “una cifra irrisoria se vogliamo cominciare seriamente a fare prevenzione”, puntualizza Del Pinto che non manca di rimarcare l'importanza di rivolgersi sempre agli esperti per avere risposte attendibili nell'ambito sismico.
Inoltre, l'innovazione di tale progetto non risiede solo nella “capillarizzazione” di una struttura di monitoraggio sismico già presente ed attiva sul territorio, ma anche nell'analisi dei dati raccolti dalla Rete di Monitoraggio Sismico della Regione Molise, che sarebbero elaborati con appositi algoritmi sviluppati dal Dipartimento di Ingegneria, Scienze dell'Informazione e Matematica dell'Università degli Studi dell'Aquila, che già dal 2016 si è attivata in tale ambito, tramite la collaborazione con il professor Giovanni De Gasperis.
“Visto che ormai i tempi sono maturi e avremmo dovuto imparare a distinguere ciarlatani e sciamani dagli 'addetti ai lavori', è arrivato il momento di creare una stretta sinergia tra amministratori ed esperti, affinché ai cittadini arrivino informazioni corrette e diventino parte integrante di un cambiamento che tarda a palesarsi, vista la superficialità con la quale ancora si tenta di costruire dove non si dovrebbe”. E cita ad esempio il contestato progetto della scuola di Scoppito (L'Aquila) che dovrebbe sorgere in località Colli in una zona ad alto rischio idrogeologico e sismico: “incredibile che tra gli amministratori ci sia ancora chi tende a sottovalutare la questione sicurezza. Ed è proprio per ribadire l'importanza della prevenzione che a breve terremo una conferenza pubblica sull'argomento”.
Tanto per restare in tema di “ciarlatani” tiene a ribadire, “si continua a dar voce a teorie fantasiose ed è bene rimarcare, una volta di più, che abbiamo un limite tecnologico che non ci consente in nessun modo di prevedere i terremoti, in quanto è impossibile raggiungere la sorgente del fenomeno a simili profondità”. Non si può prevedere ma si può prevenire e quindi lo si deve fare.
A tal proposito, rispetto agli studi che si stanno portando avanti in materia rivela: “ci si è a lungo soffermati sulla correlazione tra l'innesco dei terremoti e la variazione del campo magnetico ma a questo punto, dopo i tanti eventi registrati, avremmo già dovuto avere dei riscontri che non ci sono stati. Per quanto mi riguarda è di notevole interesse la ricerca condotta dal sismologo Gaetano De Luca, dell'Ingv, sotto ai Laboratori del Gran Sasso sulla variazione della pressione dell'acqua, che ha prodotto un interessante lavoro – pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Nature” – in relazione all'innesco del terremoto di Amatrice”.
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