TERREMOTO: BIONDI, ”SENSO COMUNITA’ ANIMI NOSTRI TERRITORI”

26 Ottobre 2019 13:42

L'Aquila -

L'AQUILA – “Il senso della comunità è quello che dovrebbe animare L'Aquila, quello che stiamo faticosamente ricostituendo”.





Così il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, intervenendo all'Aquila al convegno nazionale “Il terremoto dell'Anima”, promosso a dieci anni dal sisma dalla Curia aquilana in collaborazione con la Caritas italiana.

Ricordando i drammatici momenti successivi alla tragedia del 6 aprile 2009, Biondi ha sottolineato che “Con la Caritas, piuttosto, abbiamo avuto un confronto serrato, quotidiano. La Caritas chiedeva cosa servisse, la Caritas ascoltava e non è un caso che, oggi, sul sito dell'organizzazione c'è il racconto di quello che è stato fatto. Il dato più significativo si individua nella realizzazione di un numero consistente di centri di comunità. La comunità che avevano saputo e sanno ascoltare. La comunità – ben diversa nella definizione dal concetto di 'società' – luogo dove nelle differenze si trovano gli elementi per stare insieme”.





“Il Comune ha scelto di sostenere questo momento di confronto perché il decennale non è solo consuntivo, ma proposito – come più volte ricordato dal nostro arcivescovo, sua eminenza cardinal Giuseppe Petrocchi -, l'occasione per 'prendere spunto dall'esempio'. Ed è proprio da quell'esempio che dobbiamo partire: dall'attenzione alle azioni, dalle parole misurate e dai legami comunitari, ancora saldi, per ricomporre sfilacciamenti, rimarginare le ferite, guardare alle cicatrici che custodiscono la memoria”.

“Ma il corpo, insieme all'anima, ha trovato sollievo – ha spiegato ancora Biondi il quale tornando a dieci anni fa, ha rimarcato il fatto che “ho vivissimi nella mente l'immagine della luce travisata dalla polvere dei crolli, l'odore acre del gas, i singhiozzi della disperazione e le voci del disorientamento. Anche nostro, di quelli che guidavano, nel fragore improvviso, la popolazione che aveva perso tutto. Ma ricordo anche, in maniera precisa, la percezione di non essere solo. Il primo segnale fu il buio squarciato dai fari di una camionetta dei Carabinieri: lo Stato c'era. Poi arrivarono i volontari, e arrivò anche la Caritas”.

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