TERAMO, RIVOLTA CONTRO PROGETTO PER ”INCAPSULARE” TEATRO ROMANO

20 Febbraio 2018 20:53

Teramo - Cronaca

TERAMO – Sta provocando un'ondata di indignazione e sarcasmo tra la cittadinanza il progetto, reso evidente dai rendering pubblicati  oggi dal quotidiano Il Centro, che prevede di “incapsulare” lo splendido teatro romano di età imperiale, dentro una gigantesca struttura di vetro e acciaio, dal costo di 4,5 milioni di euro. Nel cuore della città antica, alle spalle del duomo. 

A definire “sconcertante” questo progetto è ad esempio l'associazione Teramo nostra che in un comunicato al vetriolo sostiene che “chiudere con chissà quali strutture un monumento archeologico che nasce per definizione aperto è una violenza alla storia e all’umanità”.

Il progetto è un lascito dell'amministrazione di centrodestra del sindaco di Forza Italia Maurizio Brucchi, rovinosamente caduto a dicembre 2017 per dissidi interni alla sua maggioranza.





Il progetto è stato redatto dallo studio di architettura Bellomo di Palermo, a fronte di un compenso di 220 mila euro. Lo studio di fattibilità sul recupero funzionale del teatro romano, elaborato da Giovanni Carbonara, risale però al 2010, quando venne approvato in consiglio comunale.  

A volere fortemente il progetto il sindaco Brucchi in primis, che si è prodigato per  reperire 1,5 milioni , stanziati dalla Fondazione Tercas e altrettanti dal Ministero per i Beni culturali. Il presidente della Regione Luciano D'Alfonso si è impegnato a reperire il milione e 500 mila euro  mancanti.

Il progetto già in fase esecutiva, prevede l’abbattimento di casa Adamoli e casa Salvoni, e poi il riadattamento dello spazio a teatro.





Pochi a Teramo sono persuasi però dalla necessità di “tumulare” con l'avveniristica struttura l'anfiteatro, devastando in questo modo uno degli scorci storico urbani più suggestivi non solo di Teramo ma dell'intero Paese. E non convince nemmeno la necessità di proteggere i reperti dagli agenti atmosferici, visto che tutto o quasi il patrimonio archeologico italiano lo si può ammirare per fortuna all'aria aperta e nella suo autentico contesto.  

“Ventitré anni di battaglie per riportare alla luce la cavea – protesta a tal proposito Teramo nostra –  rischiano di essere resi inutili da interessi di affaristi e gente che non ama, e anzi disprezza, la nostra Teramo. Lo scempio che si sta per perpetrare sul Teatro Romano è un’offesa all’intelligenza di tutti i cittadini teramani, inermi di fronte all’ignoranza e alla cupidigia di pochi”.

“Teramo Nostra – conclude la nota –  continua a ribadire che prima di avviare qualsiasi progetto è necessario procedere all’abbattimento dei palazzi incongrui sulla cavea, perché questo prevedeva il progetto di recupero del bene e perché questo è ciò che vuole la città. Inoltre si chiede a gran voce il rispetto delle regole democratiche: qualsiasi progetto sul monumento archeologico più importante d’Abruzzo deve essere illustrato alla cittadinanza con una conferenza di servizi: i responsabili devono venir fuori e metterci la faccia”.

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