TEATRO STABILE: ECCO D’ALATRI, ‘ACCETTO LA SFIDA’ FIORENZA SHOCK, ”LA PEZZOPANE DISTRUGGE IL TSA”

di Roberto Santilli

19 Novembre 2014 11:51

Regione -

L’AQUILA – “Raccolgo una bella eredità, Alessandro Preziosi ha lavorato benissimo stabilendo un bellissimo rapporto con il territorio. Io invece sono in fase di comprensione del territorio, che già mi sta riservando molte sorprese”.

Così il nuovo direttore artistico del Teatro stabile d’Abruzzo, Alessandro D’Alatri, che oggi è stato presentato ufficialmente in un incontro con i cronisti alla presenza del presidente, Ezio Rainaldi.

Il clima è stato però reso rovente dalle dichiarazioni pubbliche di Federico Fiorenza, storico direttore del Tsa in più periodi, che ha scagliato un attacco frontale alla senatrice del Partito democratico ed ex presidente dello stabile Stefania Pezzopane, consegnando anche una lettera piena di spunti critici e polemici che AbruzzoWeb pubblica integralmente.

“Faccio gli auguri a D’Alatri, non ce l’ho con lui ma con il modo in cui è stato nominato. Questo teatro ha subìto l’ingerenza politica al di sopra di quello che è il sedimento culturale che lo sta portando alla distruzione – è sbottato Fiorenza – Qui c’è una persona, la senatrice Pezzopane, che non deve più gestire questa struttura che io ho tenuto in piedi per decenni. Anche tu, presidente Rainaldi, sei lì perché messo dalla Regione. Vorrei che la signora Pezzopane la smetta di occuparsi di queste cose, lei è una che gestisce tutto al di fuori della cultura aquilana e tiene legati tutti con i fili”. 

Fiorenza ha quindi messo la quinta, parlando per circa dieci minuti e a ruota libera, sventolando una lunga lettera che, ha assicurato, “mi porterà delle querele”. Una copia della lettera, Fiorenza l'ha consegnata al presidente Rainaldi, affermando “tanto ci vediamo in Procura”.

A D'Alatri, Fiorenza ha detto “non si illuda, non troverà un ambiente molto 'alto'”. D'Alatri ha poi detto la sua, precisando che nella sua carriera anni di carriera ne ha “viste e passate tante”. “Sono figlio di un operaio e di una contadina, non ho mai avuto rapporti con la politica, un artista deve essere indipendente. A me interessa fare le cose e veder fare le cose, non chi le fa. Non conoscevo la dottoressa Pezzopane, l'ho incontrata una sola volta. Non conosco queste trame politiche e non voglio conoscerle”.

Ieri sera la prima uscita pubblica di D'Alatri in un locale del centro storico, il Public Enemy, assieme al consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e al funzionario teatrale Giorgio Iraggi, che nel “toto-nomi” era anche accreditato come ipotetico alter ego di D’Alatri, e alla responsabile comunicazione dell'ente Roberta Gargano.

“L’Aquila e l’Abruzzo sono culturalmente molto vivi, poi con la città c’è già un rapporto splendido che si è creato dopo il terribile sisma del 6 aprile 2009, quando sono venuto qui per mettere in piedi Scene da un matrimonio“, ha ricordato il regista di Casomai e La febbre.





Quella del Tsa per D’Alatri è “una scommessa difficilissima, una nomina che è arrivata a ciel sereno. E io l’ho raccolta – ha aggiunto –  anche se c’è poco tempo per organizzare tutto ciò che ci viene chiesto dalle nuove regole ministeriali e con pochi fondi a disposizione. Però sono convinto che ce la faremo”.

“Il mio ruolo è quello di traghettatore  e ho bisogno di Regione, Provincia e Comune, ma anche del mondo delle imprese – ha proseguito ancora – E Rainaldi in questo senso è una garanzia”.

Il nuovo direttore non si è tirato indietro nel parlare del rapporto teatro-politica. “Non ho mai avuto tessere di partito, non sono vicino al Partito democratico, la mia unica bandiera è quella della Roma”, ha scherzato.

“Abbiamo molti piccoli teatri da sfruttare e valorizzare, però manca la ‘Ferrari’, il teatro in centro storico che speriamo sia disponibile al più presto”, ha detto invece sulle strutture.

Infine, il rapporto con il predecessore, che resta come partner di produzione del Tsa ma ha lasciato la direzione tra i veleni. “Con Preziosi ci sentiamo spesso. E tutte le volte ci chiediamo, quand’è che facciamo qualcosa insieme? Che sia questa la volta buona?”, ha concluso.

LA LETTERA POLEMICA DI FIORENZA (Pdf, 740 Kb)

LA RISPOSTA DI STEFANIA PEZZOPANE, ''ACCUSE ASSURDE, FIORENZA VUOLE FARE LA PRIMADONNA''

“Ad Alessandro D’Alatri, nuovo direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo, faccio i miei migliori auguri di buon lavoro. Sicuramente non si farà turbare da assurde insinuazioni di personaggi 'in cerca d'autore'. D’Alatri ha la fortuna di prendere in mano un'ottima istituzione, in buona salute, anche grazie al lavoro del suo predecessore Alessandro Preziosi”, la replica della Pezzopane in una nota. 





“Trovo surreali e fantasiose le affermazioni di Fiorenza, che fa una ricostruzione irreale, di cui non comprendo le ragioni, se non quelle di rincorrere fantasmi e di alimentare fobie. Cosa nutre tante assurde bugie? Gli anni che passano inesorabili? La voglia matta di guadagnare spazio su qualche mass media? Il vezzo di fare le primedonne? La nota scritta da Fiorenza è già nelle mani del mio avvocato, che produrrà una giusta querela. Già altre persone, che in passato produssero argomenti simili a quelli riportati oggi da Fiorenza, sono state querelate e rinviate a giudizio. Solo per un atto di estrema generosità ho ritirato le querele in passato; cosa che non ho alcuna intenzione di fare adesso”.

“Ho incontrato una sola volta D'Alatri – prosegue la senatrice – in occasione dello spettacolo Scene di un matrimonio a L’Aquila, nel 2010, e da allora non ho più avuto modo di vederlo e sentirlo, come peraltro affermato in conferenza stampa dallo stesso direttore. Conosco la sua bravura e la sua professionalità, ma sulla sua nomina a Direttore del Tsa non ho avuto alcun ruolo. Il Consiglio di amministrazione ha scelto in piena autonomia ed in raccordo con i propri enti di appartenenza, Regione, Comune, Province”.

IL RESTO DELLA NOTA 

Come Fiorenza sa bene, la nomina del direttore dell’Ente è esclusiva competenza del Consiglio d’amministrazione. Quando fu nominato lui Direttore del Tsa, fu il Consiglio d’Amministrazione, di cui io ero presidente, a sceglierlo. Allora non fu fatto certo un concorso ed io ero la stessa persona che sono oggi. Allora come ora fu il cda a fare legittimamente le sue scelte. O forse le scelte sono legittime sono quando riguardano Fiorenza in prima persona?

Se fosse vero che la sua nomina per me fu un rospo da ingoiare, significherebbe che il cda avrebbe subito una pressione dall’esterno, di natura politica. Un’affermazione gravissima. Tra l’altro non sono certo una persona che si lascia dire da altri quello che deve fare.

Sono stanca di essere chiamata in causa su questioni da cui mi sono tenuta volutamente a debita distanza, nel rispetto dei ruoli che ciascuno ricopre. Interpellata da più persone e anche dalla stampa, su chi fosse il mio candidato, ho sempre ribadito che non era mio compito sceglierlo e che quindi non avevo un candidato. 

Così come invece ho detto che Alessandro Preziosi, pur meritevolissimo e da me apprezzato, aveva poco tempo da dedicare al teatro e alla grossa operazione che si dovrà fare per adeguarlo ai nuovi indirizzi ministeriali.

Se fosse vero, infine, ciò che sostiene Fiorenza, ovvero che avrei distrutto il Teatro, ente tra l’altro tra i più sani e solidi in Italia e che quando ho lasciato da presidente era addirittura in attivo, sarebbe altrettanto vero che distruttivo fu anche l’atto stesso di nominarlo. 

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