DEBITO 700 MILA EURO, IL PRESIDENTE FANFANI: ''NON SIAMO UN CARROZZONE'' ''DA 38 ANNI AIUTIAMO I COMUNI AD AVERE UN TEATRO, MA NON CI PAGANO''

TEATRO: L’ATAM A RISCHIO LIQUIDAZIONE, AL TAR CONTRO IL TAGLIO FONDI

di Alberto Orsini

7 Gennaio 2014 08:02

L'Aquila -

L’AQUILA – “Senza l’Atam, negli ultimi quarant’anni tanti Comuni importanti come Sulmona, Avezzano, Atri, Roseto, Isernia, Larino, non avrebbero avuto una stagione teatrale perché le amministrazioni con quello che versano, anzi, che non versano, non sarebbero in grado di organizzarne”.

Così Marco Fanfani, storico presidente dell’Associazione teatrale abruzzese e molisana, alla vigilia del ricorso al Tar contro il taglio dei fondi ministeriali, difende l’ente che ha guidato per decenni e che ora rischia la liquidazione a causa di un debito da 700 mila euro, a meno che non venga ricompreso nel nuovo progetto di legge regionale per la nascita di un teatro unico, sul quale però ha qualche dubbio.

Oggi presidente della Fondazione Carispaq e quindi obbligato a lasciare il timone per incompatibilità, Fanfani resta il presidente Atam ma con un altro legale rappresentante, l’avvocato aquilano Giulio Primerano. “Continuo a seguire le vicende per affetto”, spiega, e certo senza il fardello di essere responsabile giudiricamente in caso di tracollo dell’istituzione culturale.

Per Fanfani “l’Atam svolge un servizio: con la quota associativa in pratica i Comuni pagano solo uno spettacolo, il resto viene affrontato dall’associazione che recupera risorse e costituisce una rete. Nomi come Giuffrè e De Filippo mai sarebbero venuti in Abruzzo per un singolo evento”.

E il debito? “Colpa del taglio nei nostri confronti del Fondo unico per lo spettacolo”, sul quale c’è un ricorso al  giudice amministrativo, curato dall'avvocato Francesco Camerini, che verrà discusso domani, mercoledì 8. Colpa anche, attacca Fanfani, “dei Comuni che non ci pagano gli spettacoli e gli abbonamenti, mentre gli interessi delle banche corrono”.

Quanto all’etichetta di “carrozzone” riservata all’Atam per gli sciali del passato, per lo storico presidente “non ci sono elementi, il personale è ridotto a 6 unità che costano poco e il presidente non ha indennità”.





Una nuova legge sul teatro, ce n’è bisogno o no e quando?

L’idea di approvare questa legge entro la fine dell’anno passato è stata un’illusione, è in discussione in questo momento se il Consiglio regionale possa approvare o meno nuove leggi. Questa è una questione di tecnica legislativa, poi c’è una questione di sostanza: il sistema dello spettacolo dal vivo in Italia è in difficoltà enorme, l’indebitamento è 330 milioni di euro, il ministero pensa di scaricare sulle Regione tutte le attività, quindi una legge sul teatro è certamente una buona cosa. L’accorpamento e le ristrutturazioni saranno importanti.

Nel progetto-De Matteis figurano però solo alcune realtà e altre no, perché?

Bisognerebbe chiederlo a lui, io non lo condivido. In Abruzzo ci sono tre teatri stabili: uno è il Florian, quello dell’innovazione, uno è l’Uovo, quello dei giovani, e l’altro è il Tsa, che esiste da 50 anni, è chiaro che tutti hanno titolo per essere ricompresi in questa legge.

Per quanto riguarda l’Atam, viene accusata di non svolgere produzione teatrale e di avere conti in disordine.

La distribuzione è altrettanto importante, a parte le sigle. L’Atam lo fa da 38 anni e ha avuto la più alta considerazione ministeriale in Italia, anche perché è partita per prima. Il debito è determinato dal ritardato pagamento di 2-3 anni dei Comuni che hanno usufruito delle stagioni, dal 20% dei contributi del 2011 e del 2012 che ancora non vengono erogati dal ministero e dall’intero contributo del 2013 che ha subìto una decurtazione ingiustificata su cui deciderà la magistratura.

A quanto ammonta il debito di preciso?





Sui 700 mila euro circa e non fa paura a nessuno, è riassorbibile. Un’altra motivazione è il mancato pagamento degli abbonamenti sempre da parte dei Comuni, oltre che dal ritardato pagamento dei contributi mentre gli interessi corrono: siccome ti pagano a consuntivo tu devi cederli alle banche e in 3 anni che non ti pagano, il tuo contributo lo hanno consumato loro.

E le assunzioni e i costi del personale? Si è usata l’espressione “carrozzone”.

Tra la cassa integrazione e i pensionamenti l’organico è ridotto a 6 unità che, tra l’altro, devono coordinare le stagioni in tutto l’Abruzzo e Molise. I consiglieri d’amministrazione percepiscono la ‘siderale’ cifra di 30 euro a seduta, il presidente del Cda altrettanto, non ha indennità. Di dirigenti ce n’è solo uno, il direttore, Carla Finarelli, che percepisce uno stipendio previsto da contratto nazionale, quello del commercio. Non vedo quali siano gli elementi che possano far definire questa struttura un carrozzone.

Eppure i conti non tornano più!

Se ha funzionato 38 anni con i bilanci i pareggi e negli ultimi 2-3 è andata in crisi ci sarà un motivo! È che il sistema degli enti locali, Regione in testa, ha tagliato dell’80% l’intervento in favore di questo tipo di attività. I Comuni non ci pagano e questo determina il collasso. Si è cercato in tutti modi di tenere in piedi un’associazione che ha dato un servizio a tutto l’Abruzzo e il Molise. Se invece si sceglierà che questa associazione dovrà essere liquidata, qualcuno se ne assuma la responsabilità e la liquidi.

Quale sarà il suo ruolo, ora che è presidente della Fondazione Carispaq, incompatibile con tutto?

Sto seguendo le vicende per una questione di affetto per l’Atam, che ritengo debba essere salvaguardata. Abbiamo provveduto a nominare un’altra figura come responsabile legale, l’avvocato Giulio Primerano. Finché non viene nominato un nuovo presidente lo sono in prorogatio e sono a disposizione, anche se è ampiamente aperta la successione e mi sembra giusto ci sia una svolta. Non per questo mi sento tagliato fuori, voglio soltanto cercare di sistemare le cose. Se una legge interviene e risistema tutta la distribuzione teatrale, ben venga.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: