TASSA DI SOGGIORNO PER PESCARA? ALBERGATORI: ”SAREBBE UNA FOLLIA”

di Filippo Tronca

24 Febbraio 2015 08:21

Pescara - Economia

PESCARA – È “una follia solo a pensarla”, una tassa di soggiorno a Pescara e di questi tempi. Si dicono pronti alle barricate gli albergatori pescaresi contro l’ipotesi paventata dal sindaco adriatico, Marco Alessandrini, di introdurre un balzello simile, a carico delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive, al fine di far cassa e di proseguire nel piano di risanamento dei conti, oggi sull’orlo del dissesto.

Nelle 123 città dove oggi si applica questa tassa, nessuna in Abruzzo, può andare da un minimo di 50 centesimi a un massimo di 5 euro a persona al giorno.

Ma gli albergatori non ci stanno e il presidente regionale di Federalberghi, Giammarco Giovannelli, adduce due argomenti parlando della vicenda con AbruzzoWeb: il settore in particolare, a Pescara, è già in pesante crisi, e già ha subito dal Comune una mazzata fiscale.





“Dai numeri che abbiamo a disposizione, gli albergatori di Pescara hanno perso negli ultimi due tre anni il 50 per cento del fatturato. E come se non bastasse, il Comune in autunno per far fonte alla crisi finanziaria gravissima ha aumentato le tasse, portando al massimo le aliquote – spiega Giovannelli – E quella sui rifiuti per esempio per le attività ricettive è un vero e proprio salasso. Introdurne ora uno nuovo significherebbe affossare ancor più il settore, e noi saremo costretti a fare di tutto per impedirlo”.

La costa adriatica non è nuova a battaglie contro la tassa di soggiorno. Nella vicina Montesilvano (Pescara), l’ex sindaco Attilio Di Mattia la annunciò a gennaio 2014 l’introduzione di una tassa provocando una mezza rivoluzione, e il nuovo sindaco, Francesco Maragno, ha deciso di non applicarla.

Il Comune di Vasto (Chieti), ha invece recentemente sospeso la tassa di soggiorno introdotta nel 2014, pari a 1,50 euro a persona, ma con molte esenzioni, per i minori, i portatori di handicap, famiglie numerose, e che ha portato in cassa poco più di 120 mila euro.

Pescara diventerebbe così l’unica città turistica gravata da tassa di soggiorno. Da qui l’appello al presidente della Regione e pescarese, Luciano D’Alfonso, che ha anche la delega al turismo.





“Deve intervenire a tutela di un settore centrale dell’economia della sua città – sollecita Giovannelli – Per il resto noi albergatori siamo pronti a fare la nostra parte, per esempio contribuendo a finanziare e organizzare eventi e a elevare la qualità dell’offerta per il tempo libero. Ma la tassa di soggiorno andrebbe nella direzione opposta”.

“Ci sono tour operator che evitano di fare contratti con attività ricettive in città dove essa è applicata, e inoltre e viene applicata in una città no e in una sì, si determina una disparità ce si inquina la sana concorrenza”, conclude.

 

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