TANGENTI URBANISTICA: D’ALFONSO E ALTRI 16 PROSCIOLTI

1 Marzo 2015 17:58

Regione - Cronaca

PESCARA – La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla procura della Repubblica di Pescara contro il proscioglimento dei 18 imputati coinvolti nell'inchiesta sull'urbanistica al Comune di Pescara, tra i quali figura l'attuale presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, all'epoca dei fatti contestati sindaco del capoluogo adriatico, oltre a politici, funzionari e costruttori.





Le accuse contestate, a vario titolo, erano di corruzione e concussione per lavori concessi e promessi in cambio di favori riferiti ad una ventina di accordi di programma tra il 2006 e il 2008.

Secondo quanto riferito dal quotidiano la Cassazione ritiene che “i delineati motivi di ricorso – presentato dal pm Gennaro Varone – sono infondati, sino a lambire i contorni della inammissibilità per sostanziale genericità e assertività dei contenuti censori e loro indeducibilità, laddove alla proposta tematica della qualificazione giuridica dei fatti ascritti agli imputati si sottende una rivalutazione puramente fattuale delle fonti di prova estranea al giudizio di legittimità”.





Insieme a quello di D'Alfonso è divenuto definitivo anche il proscioglimento per le altre 16 persone indagate nella stessa inchiesta: Guido Dezio, Licio Di Biase, Vincendo Dogali, Giuseppe Bruno, Alfio Sciarra, Lorenzo Di Properzio, Giovanni Di Vincenzo, Michele D'Andrea, Franco Lamante, Ennio Chiavaroli, Gaetano Silveri, Nicandro Buono, Nicola Ferrara, Nicola Di Mascio, Alessandro Di Carlo e Franco Olivieri.

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