TAGLIO VITALIZI: MARCOZZI, ”LA NOSTRA LEGGE SUBITO IN COMMISSIONE!”

5 Maggio 2016 16:36

Regione - Politica

PESCARA – “Abbiamo presentato ieri formale richiesta per portare la legge sul taglio dei doppi vitalizi in commissione, visto che il documento giace ancora nei cassetti della Regione, come la maggior parte delle proposte di legge del Movimento 5 stelle”.

Torna alla carica la consigliera grillina  Sara Marcozzi, che ha oggi inoltrato richiesta ufficiale alla Presidenza della Prima Commissione Bilancio per poter finalmente discutere la proposta di legge che tra le altre cose vede l’eliminazione del doppio vitalizio per tutti i consiglieri regionali che usufruiscono di un privilegio che costa 4,3 milioni di euro l’anno ai contribuenti abruzzesi, per pagare 111 assegni vitalizi ad ex consiglieri regionali e a 41 vedove grazie alla reversibilità, e tra questi una trentina erogati a chi percepisce anche l'assegno mensile da ex parlamentare italiano ed europeo. L’assegno medio è di 27 mila euro l’anno, ovvero 2.200 euro al mese, ma si superano anche le 60 mila euro annue.

L’Abruzzo ha abolito nel 2011 il vitalizio ma a partire da questa legislatura e non in modo retroattivo.

Dopo due anni di legislatura l’unica proposta di legge arrivata in aula per tagliare di più i costi della politica è proprio quello del Movimento 5 stelle.





La proposta è quella di ridurre del 10 per cento tutti i vitalizi ancora in essere, per un periodo di tre anni a titolo di contribuzione alla grave crisi economica. Con una maggiorazione del taglio fino al 50 per cento per coloro che godono del doppio vitalizio. Si prevede poi il dimezzamento dell’indennità dei consiglieri, da 11 mila a 5 mila euro lordi.

Per godere del vitalizio di 2.400 euro netti al mese occorrono appena 5 anni di legislatura, per godere del vitalizio di 3.300 netti al mese di 10 anni di legislatura. Ed è bastato versare appena 1.500 euro mensili, 18.000 euro annui per cinque anni, nel caso di una sola legislatura, cioè 90.000 euro totali.

Beneficio che dopo la legge del 2011 potrà essere goduto a partire dai 65 anni di età, o con una piccola penalizzazione economica, anche a partire dai 60 anni. Prima della legge del 2011 però gli ex consiglieri hanno cominciato a percepire il vitalizio anche dalla “tenera” età di 55 anni.

Il progetto di legge è stato, però, subito rispedito in prima commissione consiliare (Bilancio), per mettere a punto, almeno questo è stato spiegato, un testo più organico, meditato e condiviso da tutte le forze politiche. Compito assegnato all’ufficio di Presidenza del Consiglio, presieduto da Giuseppe Di Pangrazio, ma da allora, di questa legge se ne sono perse le tracce.





Interpellato da Abruzzoweb Di Pangrazio ha spiegato che “è in corso un’epocale riforma del titolo 5 della Costituzione, in cui figurano anche la riduzione delle indennità dei consiglieri regionali e modifiche dei vitalizi. Prima che vada in porto sarebbe prematura una norma regionale”.

La pensa diversamente il consigliere Marcozzi.

“E’ una legge necessaria, soprattutto in questo momento di difficoltà economica per la maggior parte del Paese. Alcuni beneficiari abruzzesi del doppio vitalizio sono attualmente presenti in Parlamento, e al compimento del sessantacinquesimo anno di età potranno usufruire di questo beneficio. Chiediamo ai consiglieri regionali di approvare la nostra legge dando finalmente un segnale di equità ai cittadini abruzzesi”.

“Il risparmio stimato ammonta a oltre 500 mila euro anno – prosegue Marcozzi – la legge oggi vigente, infatti, permette di percepire il doppio e anche triplo vitalizio: ipoteticamente, un politico che abbia svolto un mandato in consiglio regionale, un mandato nel Parlamento Italiano e un mandato nel Parlamento Europeo avrebbe diritto a riscuotere 3 corposi vitalizi a fronte di pochi anni di versamento di contributi. La mia proposta – prosegue Marcozzi – genera immediati risparmi e tenta di accorciare le distanze che per anni i partiti, con questo tipo di vantaggi, hanno frapposto tra loro e i cittadini. Riteniamo che questa lampante disparità di trattamento tra cittadino comune e classe politica non sia più sostenibile, sempre più frequentemente mi capita di ricevere persone disoccupate o in mobilità costrette a subire le ingiustizie di un legislatore che, da un lato approva provvedimenti indegni come la legge Fornero e dall’altro si auto-garantisce vantaggi da casta. L’equità sociale – conclude Marcozzi – va garantita e ritrovata anche attraverso l’approvazione di questo tipo di provvedimenti”.

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