IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI PANGRAZIO, ''ASPETTIAMO LIVELLO NAZIONALE'' PER I GRILLINI ''SI STA FACENDO SOLO MELINA SULLA RIDUZIONE DEI PRIVILEGI''

TAGLIO VITALIZI, ABRUZZO SENZA FRETTA: ”PRIMA LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE”

di Filippo Tronca

11 Febbraio 2016 08:09

Regione - Politica

L’AQUILA – “È in corso un’epocale riforma del titolo 5 della Costituzione, in cui figurano anche la riduzione delle indennità dei consiglieri regionali e modifiche dei vitalizi. Prima che vada in porto sarebbe prematura una norma regionale”.

Una constatazione, quella del presidente del Consiglio regionale abruzzese, Giuseppe Di Pangrazio, che suona come una risposta a ogni sollecitazione per far approvare subito una norma che preveda il tagli dei costi della politica, del resto promessa in pompa magna in campagna elettorale da quasi tutti i candidati, il presidente, Luciano D’Alfonso, in testa.

Le dichiarazioni di Di Pangrazio vengono però bollate, in particolare dai consiglieri regionali grillini, come una scusa per prendere tempo, per rimandare alle calende greche un taglio che, secondo loro, si potrebbe fare subito.

I Cinque stelle citano il caso, evidenziato da questa testata, della Regione Toscana che ha soppresso a dicembre 2015 il vitalizio degli ex consiglieri, anche in maniera retroattiva, per coloro che percepiscono anche il vitalizio da ex parlamentare.

E questo senza troppo curarsi, va aggiunto, dei rischi di incostituzionalità della norma per via della lesione del principio del diritto acquisito.

L’Abruzzo ha abolito nel 2011 il vitalizio a partire da questa legislatura, ma ne gode ancora un centinaio di ex consiglieri, o le loro vedove, se deceduti, con un costo complessivo di circa 4 milioni di euro l’anno.

Una trentina, percepiscono, in aggiunta anche quello da ex parlamentare, accumulando una doppia indennità.





Dopo due anni di legislatura l’unica proposta di legge arrivata in aula per tagliare di più i costi della politica è proprio quello del Movimento 5 stelle.

Un provvedimento che prevede di tagliare per i doppi percettori di vitalizio l’assegno regionale e programma anche il dimezzamento dell’indennità dei consiglieri, da 11 mila a 5 mila euro lordi.

Il progetto di legge è stato, però, subito rispedito in prima commissione consiliare (Bilancio), per mettere a punto, almeno questo è stato spiegato, un testo più organico, meditato e condiviso da tutte le forze politiche.

Compito assegnato all’ufficio di Presidenza del Consiglio, presieduto proprio da Di Pangrazio, ma da allora, di questa legge se ne sono perse le tracce.

Il presidente approva nel principio i contenuti della legge adottata in Toscana, ma poi spiega che, per in quanto riguarda l’Abruzzo, ogni scelta sarà fatta solo a seguito di quanto deciso a livello nazionale dalla Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, di cui è componente.

“Va fatta un’importante distinzione tra le rendite e i costi della democrazia, quelli, per esempio, delle indennità dei consiglieri che fanno un lavoro importante e gravoso – spiega ad AbruzzoWeb –  I doppi vitalizi sono, invece, una rendita, e ricordo che io nella passata legislatura ho votato a favore dell’abolizione”.

Tutto, però, ribadisce poi il presidente, va demandato alle linee guida a cui sta lavorando la Conferenza, e che saranno poi recepite dal governo.

“Stiamo cercando una linea comune nel contesto di un lavoro organico sul funzionamento complessivo dell’istituzione Regione alla luce anche della riforma costituzionale – precisa – E la quadra la troveremo a breve, tra pochi mesi, come accaduto del resto nel 2011 quando, su input della Conferenza, sono stati aboliti i vitalizi, le indennità e anche i costi di funzionamento dei gruppi consiliari”.





“Tutte scuse”, taglia corto invece il consigliere regionale M5s Sara Marcozzi: la verità, per lei, è che “si sta facendo solo melina, con un rimpallo tra le Regioni e altri livelli istituzionali per lasciare le cose come sono per il più lungo tempo possibile”.

“La nostra proposta è stata sequestrata dall’Ufficio di presidenza – accusa – Ora Di Pangrazio dice che non si può fare niente prima che venga approvata la riforma costituzionale. Insomma, potevano dirlo subito, ma tanto si era comunque capito che la nostra legge, o altre simili, non ci pensano nemmeno ad approvarle”.

“La riforma non sarà approvata a breve, andrà fatto anche un referendum – sottolinea poi – Nulla impediva a governo e singole Regioni di approvare subito, con un altro iter, il taglio dei costi della politica. Con il vantaggio che avremo potuto risparmiare già milioni e milioni di euro”.

Per la cronaca, uno dei problemi che arrovella la Conferenza dei presidenti è stabilire a quale indennità da sindaco di città capoluogo parametrare i futuri e più magri stipendi dei consiglieri.

Il disegno di legge di riforma del Senato, all’articolo 29, prevede infatti che gli emolumenti dei consiglieri non possano superare “l’importo di quelli attribuiti ai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione”.

Detti stipendi, però, oscillano in base alla popolazione di ciascun Comune capoluogo, dai 4.120 euro lordi mensili ai 7.500 euro. E dopo quasi un anno di incontri e animate discussioni, ancora non è stato decisa quale cifra adottare come tetto.

E anche tentativi di eventuali tagli dei vitalizi non avranno vita facile. È bastato solo paventare, a gennaio, da parte della commissione Affari costituzionali della Camera, la proposta di applicare retroattivamente il metodo di calcolo contributivo ai vitalizi, come accade per le pensioni dei comuni mortali, a suscitare la furente reazione dell’Associazione dei consiglieri ed ex consiglieri regionali, che ha paventato anche un ricorso alla Corte europea di giustizia.

L’associazione ha sostenuto che l’istituto dell’indennità parlamentare, e dunque del vitalizio “stabilito dall’articolo 69 della Costituzione, non è finalizzato a retribuire il lavoro fatto in Parlamento, ma a garantire che tutti, senza discriminazioni di censo, possano svolgerlo e che lo possano svolgere senza condizionamenti e in condizioni di libertà. Garanzie che non sarebbero tali se cessassero di esistere con la fine del mandato parlamentare”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: